Serata d'onore per il maestro Ugo Ciarfeo

L'OMAGGIO lun 19 settembre 2022
Cultura e Società di La Redazione
3min
Serata d'onore per Ugo Ciarfeo ©Termolionline.it
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Serata d'onore per Ugo Ciarfeo

URURI. Un tripudio nella serata d’onore per il regista Ugo Ciarfeo organizzata nel paese che gli ha dato i natali. Uno spettacolo ben strutturato ricco di aneddoti, di ricordi e peculiarità legati alla vita del grande artista messi in “scena” per celebrare i 90 anni compiuti lo scorso 12 gennaio.

Un processo per la beatificazione, così, inscenato lo spettacolo diretto da un eccelso Michele Scancalepore, Redattore Senior-Responsabile settore spettacoli TV2000-Crtico teatrale di Avvenire, che da mattatore della serata ha dato inizio al processo di santità con la protagonista del primo spettacolo teatrale organizzato e diretto dal regista Ugo Ciarfeo, la professoressa Chiarina Forcione. Chiarina aveva interpretato, all’età di 7 anni, cappuccetto rosso nell’omonimo spettacolo riportato in scena per più mesi ad Ururi, tanto il successo. 

Si sono susseguiti sul palco tantissimi attori provenienti dalla scuola del regista, ognuno di loro ha deliziato la platea con una performance arricchita poi con una esperienza personale condivisa con Ugo Ciarfeo e “il miracolo” che lo stesso ha espletato. 

Una parodia delicata, ma simpatica con cui si è percepita molto la bravura indiscussa degli attori, la scuola rigida, nel contempo coinvolgente ed inclusiva del regista, ma anche la parte umana di un grande artista. Un artista che si è fatto da solo credendo fortemente nel suo sogno, inseguendolo e realizzandolo con grandi sacrifici e tante soddisfazioni, questo è uno dei suoi più grandi insegnamenti.

Pierluigi Astore, Michele Bevilacqua, Carla Costa, Enrico D’Errico, Mauro Giosi, Anna Maria Graziani, Rocco Mangifesta, Grazia Narducci, Giandomenico Sale e la istrionica Franca Sciarretta salita sul palco con un abito di scena della Tosca, hanno regalato emozioni a tutti anche al grande Ciarfeo seduto in prima fila sulla sedia da regista donatogli con tanto di autografo da Vittorio Gassman, e di cui è tanto orgoglioso. Il maestro Ciarfeo aveva circa cinque anni quando in paese, a Ururi, fu inaugurato uno spazio chiamato Cinema Teatro Aurora e arrivò il primo film "Luciano Serra pilota" con Amedeo Nazzari.

Ha iniziato ad amare il teatro fin da bambino, poi da Ururi, si è trasferito a Roma, riuscendo ad avere una carriera da regista davvero importante, e nella casa termolese di via Mazzini custodisce con orgoglio e tanti ricordi anche la sedia donatagli con tanto di autografo da Vittorio Gassman.

Un excursus della vita di Ciarfeo raccontata tramite le emozioni, eccelse interpretazioni e tanto vissuto, quello di un uomo che dal piccolo teatro Aurora di Ururi ha calcato palchi importanti raggiungendo grandi successi promuovendo la crescita dei suoi compagni di viaggio e del teatro stesso, la sua vita. 

Negli anni 1998-2001 ha promosso e diretto il laboratorio teatrale di Guglionesi, formando un primo gruppo di attori che si cimentava in alcune rappresentazioni, ottenendo il consenso del pubblico. Attualmente, sotto il patrocinio del Comune di Termoli e impegnato nella conduzione del Laboratorio Teatrale “Le pareti bianche" con lo scopo di arrivare quanto prima alla costituzione del primo nucleo per un Teatro Stabile nel Molise.

Nel chiudere la serata sono saliti sul palco la Sindaca Laura Greco ed il vice Sindaco Emiliano Plescia e lo stesso Ciarfeo. La Sindaca ha consegnato al regista una targa in segno di riconoscimento alla sua carriera riportando aneddoti sul loro incontro l’estate scorsa. Il regista ha regalato ai presenti versi di Pascoli “La Piccozza” aggiungendo – sembra scritta per me, sembra la mia vita racchiusa in una poesia, si, mi sono fatto da solo sfidando le incertezze, facendo grandi sacrifici, sognando e realizzando - Un grande artista Ugo Ciarfeo, un personaggio chiave che ha saputo fare della sua vita un grande insegnamento per coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo. Meravigliosa la chiosa che sotto la guida di Michele Scancalepore è diventato un’ovazione collettiva, un inno alla vita per Ugo Ciarfeo in lingua arbëreshë.



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