Don Benito trasmette la preghiera di Papa Francesco per detenuti e loro famiglie

L'emozione gio 06 ottobre 2022
Cultura e Società di La Redazione
2min
L'incontro di Parma ©Termolionline.it
L'incontro di Parma ©Termolionline.it

PARMA. È approdato agli Istituti penitenziari di Parma, martedì 4 ottobre, alle 9.30, il ciclo di presentazioni del libro con intervista dato alle stampe dal sacerdote don Benito Giorgetta, parroco della chiesa di San Timoteo a Termoli, con Luigi Bonaventura, collaboratore di giustizia dissociatosi dalla 'ndrangheta. 

Un volume che ha riscosso molto interesse a livello nazionale e internazionale, che vanta la prefazione di Papa Francesco e la postfazione di don Luigi Ciotti. "Passiamo all'altra riva" racconta il percorso di redenzione di un uomo attraverso diverse esperienze, sul confine sempre molto labile tra male e bene. 

Iniziativa organizzata nel giorno di San Francesco e proprio Papa Francesco ha donato momenti di vera emozione ai presenti, soprattutto alla rappresentanza di detenuti intervenuta nell’incontro ospitato nell’auditorium teatrale degli Istituti penitenziari di Parma. 

A loro è stata letta una lettera inviata da Papa Francesco, portata in versione olografa da don Benito Giorgetta.

«Sono onorato di essere qui- ha affermato don Benito Giorgetta, prima di proseguire con la lettera inviata da Papa Francesco- perché ogni volta che passo il portone di un carcere mi trovo a casa. Amo abitare in carcere e l’ho sempre desiderato nella mia vita. Ho frequentato il carcere come volontario e mai da cappellano. Vi ringrazio per il dono della vostra presenza. 

Considerando che oggi è San Francesco, ho scritto una mail al Papa. Ho questa fortuna di interloquire con lui tramite mail o per telefono. Gli ho scritto per fargli gli auguri ma anche per dirgli che oggi sarei stato qui. Oggi è una giornata particolare, perché San Francesco non è solo il santo dei cristiani ma è il santo dell’Umanità e della fraternità, dell’umiltà. Così ho chiesto al Papa di fare un messaggio da donarvi». «Ai detenuti del carcere di Parma, 

Cari fratelli, con la visita del Padre Giorgetta vi invio un cordiale e fraterno saluto. Prego per voi e per le vostre famiglie. Per favore, fatelo anche voi per me. Il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca fraternamente. Papa Francesco». 

L’incontro è stato aperto dal direttore Valerio Pappalardo ed è proseguito con l’intervento del comandante della Polizia penitenziaria Nicolino Di Michele, che ha rievocato come il Molise esiste, vista la presenza di altri tre corregionali, oltre a don Benito, c’erano il giornalista Emanuele Bracone, direttore di Termolionline, che ha moderato l’evento, e padre Felice, frate francescano molisano-argentino.

Importante il contributo offerto dal presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Moffa. Le parole di don Benito sono state accolte con scroscianti applausi dai presenti, sottolineate dalla responsabile del servizio giuridico-pedagogico Maria Clotilde Faro. 

«Ci sono persone che amano, soffrono e nessuno se lo ricorda. Il carcere non deve essere un cimitero di persone vive. Non dovete essere prigionieri del vostro cuore. Dove sta scritto che voi dobbiate vivere in un posto così, mentre per un cane lo spazio è garantito il doppio. È dignità questa?

Le pietre scartate devono essere le pietre angolari.

Avete il diritto di essere ascoltati e valorizzati. 

Se hai fatto un errore, questo errore non deve diventare la tua prigione ma la tua opportunità. Deve essere il cambiamento. Cambiare la propria condotta. Tutti. Indistintamente».

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