Tra fiumi, pianure e colline: l’evoluzione del paesaggio archeologico

Territori ven 02 dicembre 2022
Cultura e Società di La Redazione
3min
L'incontro a Santa Croce di Magliano ©TermoliOnLine
L'incontro a Santa Croce di Magliano ©TermoliOnLine

SANTA CROCE DI MAGLIANO. Nella sala dove ha sede il Sacrocam, museo di arte contemporanea, è stato presentato il volume “Survey tra fiumi pianure e colline” L’evoluzione del paesaggio archeologico nel territorio di Santa Croce di Magliano, scritto da Pasquale Marino. Le radici di un patrimonio archeologico, ancora tutto da scoprire, hanno fatto sentire la loro voce tra i colori vivaci delle tele di arte contemporanea e i toni di un’epopea popolare, quale quella dipinta da Pietro Mastrangelo, radicata nella vita santacrocese del passato. Si è trattato di un evento culturale che ha suscitato non poche curiosità sui tanti siti di antica memoria. Ancora oggi tenuti in piedi da non pochi ricordi. Nel flusso della storia, che continua a riservare non poche sorprese, Pasquale Marino, autore del libro, traccia non pochi momenti esemplari. La sua ricerca ha richiesto tanto lavoro. Puntualmente ricostruisce con mappe, documenti e reperti archeologici, il cammino della storia di ben 27 siti, collocati tra due versanti differenti, attraversati dal torrente Tona e dal fiume Fortore. Su questa vasta area territoriale svettano due elementi simbolo di un’architettura di epoca medievale e romana.

Da una parte la Torre di Magliano e dall’altra la Badìa di Melanico con i suoi ruderi adiacenti di epoca romana, che affiorano sui tratti collinari e nella omonima piana. L’acquedotto romano è ancora ben visibile dirimpetto al campanile della masseria abbazìa. Qui s’intreccia una storia millenaria di insediamenti, ha dichiarato l’autore, che hanno dato vita nel territorio santacrocese all’evoluzione di un paesaggio arcaico senza aver subito, in verità, troppi danni. Certo, tutto ciò che deturpa il patrimonio culturale del paesaggio, come ad esempio le pale eoliche e altri interventi selvaggi, vanno assolutamente evitati. Il dialogo con Chiara Santone, funzionario della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio del Molise, ha approfondito questa tematica contenuta nella monografia di Pasquale Marino. Con carte alla mano, fonti, indagini sul campo e studio dei reperti, alcuni provenienti addirittura da Agrigento, gli interventi hanno chiarito le varie fasi di sviluppo del territorio, il numero dei siti esistenti, l’abbandono dei luoghi abitati, il modus vivendi dei gruppi sociali, le fortificazioni arroccate e lo spostamento dei gruppi sociali a seguito di eventi eclatanti. In questo contesto l’uso dell’acqua, testimoniato dalla presenza di ruderi di antichi mulini, di canali e di vasche per la raccolta delle acque, ha senz’altro svolto un ruolo di primo piano, migliorando progressivamente le attività e le condizioni umane.

Prima che nascesse l’abitato di Santa Croce di Magliano, questo ampio spazio ambientale, compreso tra il Sannio Frentano e la Capitanata, ha fatto certamente da cerniera tra la cultura di derivazione sannitica e la cultura dauna alle spalle del Castello di Dragonara. Pertanto tutta l’area sottoposta all’indagine si può paragonare ad un grande contenitore dove lo studio archeologico può tirar fuori esperienze del tutto inedite di una storia passata sepolta dall’oblìo nel corso del tempo. I siti nascosti esistono. A quanto pare c’è tanto ancora da scoprire in una realtà che solo apparentemente sembra povera da questo punto di vista. E’ un libro tecnico, professionale, destinato agli addetti ai lavori, ha dichiarato Chiara Santone, chiaramente esteso senz’altro a chi ha sete di conoscenza e ama il proprio territorio. Perché solo se si conoscono gli elementi costitutivi di un paesaggio è possibile difenderli, tutelarli e valorizzarli.

E’ senz’altro questo il messaggio più forte da abbracciare. Ma richiede sensibilità. Interesse. Attaccamento al proprio habitat di vita. Partecipazione attiva da parte di tutti. L’iniziativa culturale si deve a Memo Cantieri Culturali e alla Pro Loco “Quattro Torri” di Santa Croce di Magliano.

Luigi Pizzuto

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