TERMOLI. Presentato nei locali dell’ex cinema Sant’Antonio, sotto il patrocinio dell’associazione culturale “Andrea Di Capua Duca di Termoli”, il Comune di Termoli e la Diocesi di Termoli-Larino, il libro “La Basilica Cattedrale di San Timoteo di Termoli. Ravellesi, Templari e Crociati sulla rotta della Reliquia. Storia, iconografia, architettura”.
L’autore è l’architetto Nicola Di Pietrantonio, nato a Termoli dove vive e lavora, libero professionista e docente di Discipline progettuali (presso il Liceo artistico Benito Jacovitti). Da anni è impegnato nello studio e nel restauro della Cattedrale di Termoli. L’architetto, in questo suo nuovo lavoro, raffigura situazioni che potrebbero anche far discutere.
Parla della Basilica come Cattedrale di san Timoteo è da sempre i termolesi considerano la chiesa madre la dimora del Patrono San Basso. Leggendo questo libro, con gli studi effettuati e con dati certificabili con il confronto di date ed avvenimenti storici, L’autore mostra certezze e insinua anche dubbi. Apre, con cognizione di causa un mondo e delle circostanze minate da alcune certezze: “Sono conscio di aver fatto un libro che, già dal titolo, potrebbe suscitare polemiche”.
All’interessante, e pieno di sorprese inaspettate, incontro hanno partecipato un parterre di prim’ordine come l’architetto e storico Franco Valente, don Marcello Paradiso, il sindaco di Termoli Francesco Roberti, il presidente dell’associazione Culturale “Andrea de Capua Duca di Termoli”. A moderare l’evento, la giornalista nonché docente storica Fernanda Pugliese.
«La Basilica Cattedrale di San Timoteo a Temoli è l’ultimo lavoro elaborato da Nicola Di Pietrantonio già Autore di pregevoli opere inerenti questo monumento nazionale che, insieme al castello, è emblema indiscusso della città. Vale certamente la pena ricordare – tra gli altri – Segni d’Oriente edito nel 2002 e Il Bestiario Medioevale del 2009, opere che hanno fatto da “apripista” alla nuova iniziativa che presentiamo. Della Basilica Minore dedicata a Santa Maria della Purificazione, sin dal XVIII secolo si sono interessati studiosi di fama locale, nazionale ed internazionale.
Nella prima parte Di Pietrantonio si sofferma, infatti, sulla vicenda delle reliquie del Santo compatrono di Termoli San Timoteo al fine di elaborare una sua personale teoria in riferimento alla quale, in premessa del suo lavoro, usa toni di “scuse” quasi a non voler urtare la suscettibilità di nessuno e partendo proprio da qui traccia e giustifica con dovizia di particolari la sua nuova ipotesi!
Un’opera unica, interessantissima che pone ulteriori e fondamentali tasselli nella ricostruzione, in generale, delle vicende termolesi e che certamente andrà ad ampliare la base di informazioni oggi esistenti a beneficio di quanti in futuro vorranno e potranno riprendere gli argomenti trattati», l’illustrazione di Roberto Crema, presidente dell’associazione culturale Andrea di Capua.