"La memoria del cuore" in ricordo di don Giulio Di Rocco
GUARDIALFIERA. Alzati, ridestati: alfiere di storie passate/ e di speranze nuove, / richiama i tuoi figli lontani/ partiti in cerca di lavoro, / radunali in festa nelle tue piazze/ nella tua Cattedrale/ all’ombra del bel campanile. / Riecheggi di nuovo il canto/ nelle nostre strade e nei campi, / sbocci la vita nelle culle vuote, / dalle campane riesploda la gioia/ e si spanda sul fiume e sulle case/ sulla campagna e sul lago/.
Gente del mio paese, ritrova la linfa delle tue radici/ rivivi la fede dei padri:/ salda come la roccia del borgo antico/ chiara come le acque/ delle tue sorgenti/ feconda come i “giardini” d’un tempo/ lungo il corso del fiume. Terra del mio paese, / mi sarà più dolce un giorno/ dormire nel tuo grembo/ con tutti i miei/ nell’attesa del giorno del Signore.
È l’inno nostalgico consacrato all’inizio di questo secolo e di questo millennio al suo, al mio, al nostro paese, da don Giulio Di Rocco, sacerdote, educatore, letterato. Egli lo ha cesellato con il malinconico insorgere della sua infermità, allorché – serio e beffardo – ironizzava sull’invito, furtivamente rivolto a lui, di valicare la “Porta del tempo” e di soddisfare la sua “ultima e più grande attesa”, quella di “cieli nuovi e terra nuova”.
Il nostro sbalorditivo personaggio - debole e forte, curioso e riservato, velocissimo e lento, impaziente e tranquillo, a 21 anni dalla sua morte - sarà commemorato a Guardialfiera sabato 11 maggio alle ore 18 nella Sala Gerardi Conedera. Un grande giorno, tutto donato a Lui. Tutto apparecchiato per proporre un libro sontuoso ispirato a lui: “La memoria del cuore” pensato, indagato, ricamato dall’animo raffinato e sincero di Angelo Marolla, avvocato, intellettuale, dialettologo, promotore d’una girandola di serenità crepitate dalla “Gioventù Studentesca” prima, poi da “Comunione e Liberazione”. Riascolteremo, con l’immaginazione la sua sinfonia discorsiva, l’acutezza e la profondità dei suoi suggerimenti e - fra le relazioni dei cattedratici Francesco d’Episcopo e Giuseppe Fidelibus armonizzate da Antonietta Aida Caruso - sfoglieremo pagine lucenti dei suoi libri, declamate dalla Compagnia Teatrale “I Scapestrati”.
Vincenzo Di Sabato.