Realtà carceraria e diritto all'oblio, lezione sulla deontologia con don Benito Giorgetta

corso formativo mer 27 giugno 2018
Cultura e Società di Michele Trombetta
3min
corso formativo con don Benito Giorgetta ©TermoliOnLine
corso formativo con don Benito Giorgetta ©TermoliOnLine

TERMOLI. “La Carta di Milano: il rapporto tra informazione e realtà carceraria. Il dovere fondamentale di rispettare la persona e la sua dignità, contro ogni forma di discriminazione.”

“Il diritto all'oblio nella deontologia”. Relatori: Pina Petta (pres Odg Molise), Enzo Cimino (consigliere naz. Odg), Giovanni Cannarsa (Vice pres. Odg Molise), Andrea Nasillo (cons. reg, rev. Odg Molise), don Benito Giorgetta (giornalista), Rosa La Ginestra (Direttore Circondariale di Larino).

Questi erano gli argomenti e i relatori presenti al corso di formazione per i giornalisti, pubblicisti del Molise, Abruzzo e Puglia alta, tenutosi questa mattina presso la struttura "Iktus", una donazione dei coniugi Lucia e Bernardo Bertolino, nota famiglia di Termoli, in contrada Santa Chiara, tra Termoli e Guglionesi, a Don Benito il quale proprio lì ha realizzato una casa famiglia per accogliere "gli ultimi": orfani, bimbi allontanati dalla famiglia di origine, tossicodipendenti ed altri disagiati.

Un corso davvero interessante dove oltre ai relatori, a parlare sono state due persone che nella loro vita hanno commesso degli errori e che ancora oggi li stanno duramente pagando. Uomini come Patrizio, di etnia Sinti, originario di Limbiate (Mi) che di mestiere faceva il giostraio e rigattiere.

Patrizio ha “conosciuto” diverse case circondariali italiane per furti in appartamenti, da San Vittore a Milano per passare al carcere di Messina ed infine quello di Vasto. Nella vicina città abruzzese ha conosciuto il momento più drammatico della sua vita, riducendosi quasi ad un vegetale, allettato e “riempito” di psicofarmaci, ma proprio lì la sua vita è cambiata in meglio dopo l'incontro con Don Benito che lo ha preso a cuore e con un semplice colloquio ha tentato, poi riuscendoci, di portarlo presso la struttura Iktus e qui Patrizio è rinato: ad oggi pur avendo dei disagi fisici, è un elemento prezioso nella casa famiglia, si prende cura delle stalle e quindi degli animali.

Egli sta aspettando da qualche settimana la revisione e relativa relazione che potrebbe alleggerirgli la pena di ergastolo bianco, nella condizione di internato. Patrizio ha anche risposto ad alcune domande da parte dei giornalisti presenti e in molti passaggi nel raccontare la sua storia, è riuscito a toccare il cuore e l'animo dei colleghi e dei presenti.

Così come la storia di Antonio, originario di una località pugliese a pochi chilometri da Termoli, con il suo passato da tossicodipendente, ma che, anche lui, per fortuna ha incontrato sulla sua strada un uomo come Don Benito che gli ha cambiato la vita in meglio; oggi, come Patrizio, anche Antonio è una pedina importante nello scacchiere dell'associazione “Iktus”, sposato e con figli adolescenti che conoscono il suo passato, ma che oggi sta vivendo davvero una nuova vita grazie a questa opportunità che gli è stata offerta da Don Benito.

Infine, i relatori hanno argomentato i temi de “La Carta di Milano, il rapporto dell'informazione e la realtà carceraria”. La direttrice della casa circondariale di Larino, la Dr.ssa Rosa La Ginestra, è stata molto esaustiva nell'esporre le sue teorie, a cui si sono collegati Andrea Nasillo e Vincenzo Cimino che hanno relazionato sulla carta di Milano.

Cimino ha spiegato poi molto dettagliatamente il diritto all'oblio nella deontologia per cui si intende una particolare forma di garanzia che prevede la non diffondibilità, senza particolari motivi, di precedenti pregiudizievoli dell'onore di una persona, per tali intendendosi principalmente i precedenti giudiziari di una persona. In base a questo principio non è legittimo, ad esempio, diffondere informazioni a proposito di condanne ricevute o comunque altri dati sensibili di analogo argomento, salvo che si tratti di casi particolari ricollegabili a fatti di cronaca ed anche in tali casi la pubblicità del fatto deve essere proporzionata all'importanza dell'evento ed al tempo trascorso dall'accaduto.





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