Vernacolo termolese, Angelo Marolla sugli scudi a Bassano del Grappa

Il premio dom 21 ottobre 2018
Cultura e Società di Michele Trombetta
4min
Il premio all'avvocato Angelo Marolla ©Termolionline.it
Il premio all'avvocato Angelo Marolla ©Termolionline.it
"I radechelle"

TERMOLI. 13 ottobre 2018: Termoli ed il Molise presenti a Bassano del Grappa.

È accaduto infatti che Angelo Marolla ed il suo libro di poesie e racconti in vernacolo termolese, “I Radëchélle” (Le piccole radici), abbiano ricevuto il premio letterario di poesie in vernacolo “Città di Bassano del Grappa - Un vincitore per ogni regione italiana”.

Abbiamo incontrato ed intervistato l’Autore del libro, avvocato Angelo Marolla.

Dopo il terzo premio ricevuto nel 2015, nel Concorso Nazionale Histonium di Vasto, per il libro in lingua italiana “Quel che dura nell’attimo che passa” è giunta un’altra bella soddisfazione! Di che premio si tratta?

Il Comune di Bassano del Grappa, insieme all’Accademia “Aque slosse” di Bassano del Grappa ed all’A.N.PO.S.DI. (Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali), bandiscono ogni cinque anni il premio letterario di poesie in vernacolo intestato a quella città, che ha come sottotitolo “Un vincitore per ogni regione italiana”. Al concorso possono partecipare autori che hanno pubblicato libri in vernacolo. Quest’anno, per la Regione Molise, il premio è stato assegnato al mio libro “I Radëchélle”, alla cui presentazione, avvenuta nel settembre 2017 nella sala del Cinema S. Antonio di Termoli, per l’occasione affollata, Termolionline diede ampio risalto.

Qual è stata la motivazione dell’assegnazione del premio?

La Commissione esaminatrice dei libri in vernacolo molisano, presieduta dal Presidente della sezione regionale del Molise dell’A.N.PO.S.DI., Padre Enzo Ronzitti, ha ritenuto che il testo volesse “riaffermare il valore della memoria nella vita delle persone e delle Comunità, specialmente per le nuove generazioni … la memoria come ‘luogo’ per ritrovare il senso e il valore della storia nella costruzione di un futuro più ricco e più fecondo per l’umanità”. L’originalità del testo è stata vista nel fatto che “questa coscienza l’autore la riconsegna attraverso racconti, avvenimenti, storie e immagini dei suoi stessi familiari che diventano così interpreti della storia di tutte le altre famiglie e della stessa comunità cittadina”. Viene poi sottolineato che “la poesia che accompagna i racconti e le immagini e specialmente la poesia dialettale è la più bella e incisiva sintesi della vita nei suoi unici e specifici avvenimenti vissuti e narrati”.

Come si è svolta la manifestazione?

Il Premio è stato inserito nell’ambito del Convegno annuale dell’A.N.PO.S.DI., della durata di alcuni giorni, che si tiene ogni anno in una località diversa. Due anni fa si è tenuto a Termoli.

Ci sono state relazioni sulla figura e la poetica di alcuni poeti veneti, la recita di propri elaborati da parte di poeti e scrittori iscritti all’Associazione, guidata dal dinamico Presidente Mimmo Stalcari, calabrese, interessanti visite guidate aBassano e a note località della zona, come Asolo, con le sue ville Palladiane.

Com’è stata l’esperienza di Bassano del Grappa?

È stata una bellissima esperienza sotto tanti punti di vista.

Innanzitutto per la gratificazione del premio in sé e perché la motivazione appena ricordata ha colto quello che era stato lo scopo della pubblicazione: tenere viva la memoria del proprio patrimonio culturale per realizzare l’oggi e progettare il domani.

Poi perché è stata l’occasione per instaurare rapporti con persone provenienti da ogni parte d’Italia, accomunate tutte da un forte legame con le proprie origini, ma proprio per questo aperte al dialogo con la diversità dell’altro. Ritrovarsi in un luogo simbolo come Bassano del Grappa a recitare ognuno con il proprio dialetto la propria poesia e capirsi perché, nonostante la diversità dei linguaggi, comune era il sentire, ha dato veramente il senso di una unità che può nascere proprio dalla certezza di una identità, che non teme il confronto con l’identità dell’altro, nella consapevolezza tuttavia che è l’insieme dei patrimoni locali, messi in comune, che crea la vera unità del nostro Paese.

Il vernacolo, dunque, è un patrimonio da salvaguardare!

Bisogna avere innanzitutto la coscienza che il vernacolo è un patrimonio. Attraverso di esso si racconta la vita di un popolo, che è nato e vive in un luogo specifico, con la sua storia, le sue tradizioni, la propria cultura e nulla di meglio delle espressioni dialettali sa raccontare tutto ciò. Occorre allora salvaguardare e valorizzare il dialetto, promuovendone la conoscenza corretta e stimolandone l’uso, ripeto, corretto e non, mi si perdoni l’espressione, “imbastardito”.

Dal punto di vista della promozione, iniziative come il locale “Premio Carlo Cappella”, promosso dall’Associazione Culturale “A Paranze”, sono veramente meritorie e ne va stimolata la partecipazione.

Un problema che certamente si pone è quello della modalità di scrittura del vernacolo. Si è aperto un dibattito sulla necessità di trovare un modo uniforme di scritturazione. Condivido tale necessità. Personalmente credo che il modo adottato da Carlo Cappella (V. “Le Voci quotidiane”) sia il più convincente ed è quello che ho adottato nelle mie composizioni.

Voglio aggiungere che, ad adoperarsi per la riscoperta e valorizzazione del nostro patrimonio culturale e linguistico vi sono a Termoli, per fortuna, non poche persone ed associazioni. Tra queste mi si permetta di menzionare l’Associazione Culturale Andrea di Capua, di cui il mio libro porta il logo.

Quale è stata la poesia letta a Bassano del Grappa?

La giuria ha ritenuto meritevole di essere letta la poesia “I Radëchélle”, quella che dà il nome al libro.

Eppure, nella nota a questa poesia, nel libro si dice che la stessa, presentata al Premio Basilico di

qualche anno fa, non ebbe fortuna!

È così. La giuria di quel premio, prima di proclamare la poesia vincitrice, dichiarò di dolersi del fatto che gli elaborati presentati non fossero in realtà delle poesie, ma delle prose. Evidentemente nemo propheta in patria!

Di diverso parere, a quanto pare, la Giuria del premio Bassano!

È così! Ma, come ho detto, lì il clima era ben diverso.

Lavori in corso?

Si, ma è prematuro parlarne. Intanto un’altra mia poesia in vernacolo (‘Na mamme’ – Ragazza madre) ha ricevuto una menzione nel Concorso letterario internazionale “Salvatore Quasimodo” di Villanova di Guidonia (RM) – Presidente di Giuria il figlio del poeta - Premio Nobel, Alessandro.

Congratulazioni, per tutto.

Grazie!

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