La parola che narra: presentato "Ninì e altri racconti" di Maria Assunta Prezioso

Mai più sole ven 09 novembre 2018
Cultura e Società di La Redazione
2min
La presentazione da Sognadoro ©TermoliOnLine
La presentazione da Sognadoro ©TermoliOnLine

TERMOLI. “Il racconto cerca un volto che accolga, un cuore che ascolti; la narrazione è espressione di ciò che nell’uomo è più umano.” Con queste parole di Cechov la professoressa Petronilla Di Giacobbe ha ben spiegato la scelta di far rientrare, fra gli eventi collaterali alla mostra ‘I fiori del male’, anche la presentazione di un libro.

In una serata più ampiamente denominata ‘La parola che narra’, mercoledì 7 novembre presso la pizzeria Sognadoro è stato presentato al pubblico termolese “Ninì e altri racconti” di Maria Assunta Prezioso. A dialogare con l’autrice, la dottoressa Valentina Gentile.

Come nelle lettere e nei diari delle donne recluse nei manicomi durante il regime fascista esposte nella mostra, anche in questa raccolta si ritrova un’umanità – quasi sempre declinata al femminile – dolente, in condizione di disagio, che chiede di essere ascoltata. È anche per questo che, dopo tre romanzi, la Prezioso ha sentito la necessità di dare spazio a tutte queste piccole voci e storie che hanno costellato la sua vita e non avevano finora trovato espressione, pubblicando per la prima volta una raccolta di racconti.

Per l’occasione sono stati selezionati tre brani, i più vicini al tema del disagio femminile, ai quali ha dato voce la professoressa Elvira Cucumo e che sono poi stati il fulcro del dialogo fra l’autrice e l’intervistatrice.

In ‘Sofia’ si incrociano le strade di due donne, di generazione ed estrazione differenti, che si scoprono legate da un medesimo peso che opprime l’anima e genera male di vivere. Un peso che forse, tenendosi per mano e risollevandosi, si può affrontare insieme.

Con ‘Il sogno di Tonia’ si passa a una dimensione onirica e si assiste a un distacco totale dalla realtà, a un’immersione utopistica in un mondo in cui ogni cosa è accolta dalla protagonista con gioia e stupore, soprattutto la nascita di una nuova vita generata da un atto violento e traumatico.

Infine, è il turno di ‘Ninì’, bambina che è protagonista indiscussa della raccolta a partire dal titolo, in quella che è una vera e propria saga familiare condensata in quindici pagine. Una famiglia, una comunità, un microcosmo fatto di miseria e declino ma anche di piccoli doni quotidiani. Al centro c’è la questione dell’identità, sul cui significato ci si è soffermati a lungo, ricordando quei riti di passaggio e di presentazione alla società oggi in via d’estinzione.

La questione della scelta del nome è stata anche occasione per riallacciarsi nuovamente a ‘I fiori del male’: si è ricordato come storicamente, quando si è inteso privare qualcuno dell’identità di essere umano, gli si è tolto il nome per sostituirlo con un numero, nei lager così come nei manicomi.

Il pubblico è stato catturato dal dialogo sulla narrazione e sui temi, oltre che dalle splendide interpretazioni orali dei brani; a fine serata vari sono stati infatti gli interventi e in molti si sono soffermati per complimentarsi con l’autrice, acquistare una copia del testo per continuarne la lettura, scambiare ancora qualche parola e condividere una pizza.

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