Trincee, la Grande Guerra rivive al Castello svevo

Giù il sipario dom 11 novembre 2018
Cultura e Società di Francesca D'Anversa
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Mostra Trincee ©Francesca D'Anversa
Mostra Trincee ©Francesca D'Anversa

TERMOLI. La mostra fotografica “Trincee” al Castello Svevo di Termoli ha registrato un grande successo di pubblico tanto da spingere gli organizzatori a prorogare la mostra fino a oggi, domenica 11 novembre.

Nella prima settimana sono stati più di mille i visitatori, tante le classi degli Istituti Superiori che l’ hanno visitata insieme ai docenti.

“Progetto Cultura” e il circolo fotografico “Frammenti” con la collaborazione dell’associazione Nazionale Combattenti e reduci di Larino, hanno accolto e sostenuto con grande entusiasmo il progetto nato e curato dal dottor Gaetano Ricci che ha riportato alla luce delle foto scattate dal nonno il Tenente di artiglieria Alfredo Gaetano Battista.

Gaetano Ricci ha ereditato questo “baule” dei ricordi dalla madre e subito ha compreso il grande tesoro che aveva tra le mani, una testimonianza storica senza precedenti.

“Trincee” è una mostra nata per celebrare i cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale, anche denominata dagli storici come “La Grande Guerra”.

L’Europa intera per 1599 giorni viene travolta da un conflitto sconvolgente, diverso da tutti quelli che lo avevano preceduto, nel quale portò via con se un’intera generazione.

Circa 300 gli scatti del periodo 1915-1917, le foto mostrano momenti di vita quotidiana dei soldati in trincea.

All’interno della mostra è stato allestito un spazio di approfondimento sulla fotografia dell’epoca: in mostra le macchinette utilizzate dai soldati durante la guerra la “Kodak Vest Pocket” conosciuta anche come la “fotocamera del soldato”, grazie alla sua praticità facilità e rapida d’uso.

Posizionate su un piccolo tavolo luminoso con l’ausilio di un lente d’ingrandimento si possono vedere le fotografie originali.

“Queste fotografie vorrebbero far rievocare alcuni valori come quello del sacrificio della patria” .

Molto spesso la storia viene sottovalutata, ma solo se comprendiamo quello che c’è stato possiamo migliorare il nostro futuro.

Ci auguriamo che iniziative culturali del genere si ripetano sempre più spesso, soprattutto per le nuove generazioni.

Galleria fotografica

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