Frammenti d'amore, Maria Carmela Mugnano sbanca ancora il premio Ipazia

Nuova Drammaturgia sab 24 novembre 2018
Cultura e Società di La Redazione
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Maria Carmela Mugnano ©Oscar De Lena
Maria Carmela Mugnano ©Oscar De Lena

TERMOLI. La scrittrice termolese Maria Carmela Mugnano continua a raccogliere proseliti, riconoscimenti e premi in giro per l’Italia.

Con “Frammenti d’amore” è il testo vincitore della VI edizione del Bando Premio Ipazia alla Nuova Drammaturgia, incentrato sulla figura di Johanna Van Gogh, cognata e biografa del pittore.

Si è venuto a sapere mercoledì 21 novembre, nell’ambito di un incontro al Museo dell’Attore di Genova, ospitato dal Festival dell’Eccellenza al Femminile.

La Mugnano aveva vinto anche lo scorso anno col testo “Come un Sasso in fondo al mare”.

In giuria c’erano Silvana Zanovello (giornalista e critico teatrale, Presidente), Caterina Carbone (docente Drammaturgia Antica Università di Padova e Vice Presidente Associazione Nazionale Critici di Teatro), Eugenio Pallestrini (Presidente Museo Biblioteca dell’Attore di Genova, sede ufficiale del Premio), Carla Olivari (Vice Presidente Museo Biblioteca dell’Attore Genova), Giuliana Manganelli (critico teatrale), Stefano Bigazzi (giornalista), Gianfranco Bartalotta (Docente di Processi Formativi nel Teatro e nello Spettacolo Università Roma 3 e direttore della Rivista Teatro Contemporaneo e Cinema).

Questa la motivazione: “Indipendenza, autonomia di giudizio, sensibilità sono le doti che fanno di Johanna Gesina Bonger cognata di Vincent Van Gogh una figura unica nel campo del mecenatismo e dell’imprenditorialità artistica. E che Frammenti d’amore restituisce con buona traduzione drammaturgica, fedele inquadramento storico, linguaggio scorrevole, sulla scia della biografia scritta dalla moglie di Theo, Mio cognato Van Gogh e ripresa alcuni romanzi. Senza trascurare i dettagli che possono aiutare anche lo spettatore più distratto a ricostruire una storia spesso offuscata mediaticamente da altri episodi più clamorosi nella vita dell’artista, la pièce, articolata come conversazione postuma tra i due,gioca anche su un rimando estremamente discreto di allusioni alla vita familiare e sentimentale, a un bisogno di affetto e di emozioni che Johanna trova pienamente soltanto nell’arte e che la impegna a trasmetterla al figlio come eredità spirituale, non solo economica“. (Fonte Zenazone.it).

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