Boccaccio tradotto in molisano, l'impresa di Lorenzo Di Stefano

rarità ven 19 aprile 2019
Cultura e Società di Valentina Gentile
1min
Lorenzo Di Stefano, creatore della Bdm 'Paterno' ©Lorenzo Di Stefano
Lorenzo Di Stefano, creatore della Bdm 'Paterno' ©Lorenzo Di Stefano

MONTENERO DI BISACCIA. Era il 2012 quando uno studente montenerese di Scienze politiche, Lorenzo Di Stefano, ebbe l’idea - poi trasformata in realtà grazie alla sua forte dedizione, al supporto dell’associazione culturale ‘Bisaccia’ e al patrocinio del Comune - di rendere accessibili a tutti, attraverso il web, i libri e i documenti che hanno fatto la storia della nostra regione.

Ricerche, scansioni e caricamenti sul web: prendeva vita così la Biblioteca digitale molisana ‘Emilio Ambrogio Paterno’, dal nome dell’emerito storico e poeta di Montenero, che negli anni si è arricchita di sempre più numerosi e rari contributi di ogni genere fino a contarne 68, cifra ancora in aumento. Non solo antichità, tuttavia: il catalogo contiene pubblicazioni che vanno dal 1706 alla contemporaneità.

Dentro questo archivio telematico si nascondono vere perle dimenticate o sconosciute ai più; fra queste, una rara traduzione ottocentesca di una novella di Giovanni Boccaccio in otto diversi dialetti molisani. Come è possibile? È presto spiegato: nel 1875 un bibliografo livornese, Giovanni Papanti, pubblicò un’opera dal criptico titolo “I Parlari Italiani in Certaldo nel V Centenario di Messer Giovanni Boccacci”.

La lungimirante trovata del Papanti fu quella di inviare a circa 700 informatori sparsi su tutto il territorio nazionale una breve novella del Boccaccio, affinché ognuno di loro la traducesse nella propria parlata locale. Creò in questo modo una prima mappatura dei dialetti d’Italia.

Fra le pagine riguardanti il Molise, il testo si trova tradotto nei vernacoli di Agnone, Campobasso, Larino, Limosano, Montenero di Bisaccia, Morrone del Sannio, San Martino in Pensilis e Toro.

Oggi Lorenzo è un ricercatore presso l’Università della Corsica, ma continua a tenere in vita, di pari passo col suo amore per il Molise, questo notevole progetto, che non ha fini di lucro ed è completamente gratuito.

È un peccato che i molisani, fra i quali si annoverano tantissimi studenti, saggisti e ricercatori, siano quasi totalmente all’oscuro di questa preziosa risorsa e non la sfruttino. Perché allora non iniziare proprio dal curioso “I Parlari Italiani in Certaldo”?

Qui si può leggere e scaricare la parte del volume contenente le otto versioni molisane:

http://win.bisaccia.org/ARCHIVIO/parlari-molise.pdf

Ma l’invito più accorato ed esteso è quello a visitare e consultare periodicamente la Biblioteca digitale (e, perché no, contribuire a farla crescere), all’indirizzo www.bdmpaterno.eu o sulla pagina Facebook ‘Storia del Molise’.

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