​Giuseppe Mammarella, genesi di un cavalierato vaticano

Il personaggio lun 20 maggio 2019
Cultura e Società di Claudio de Luca
3min
Giuseppe Mammarella ©Termolionline.it
Giuseppe Mammarella ©Termolionline.it

LARINO. Il larinese Giuseppe Mammarella, già sottufficiale del Corpo di Polizia locale a Palazzo ducale, è stato insignito – dal Papa – del titolo di Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno.

Si tratta di una notizia che permette di fare alcune doverose considerazioni. Il piccolo mondo molisano si compone di modesti agglomerati, ciascuno con la propria storia minuta. Comunità dove vivono intelligenze vere (e modeste) che amano non farsi riconoscere. Insomma, in questa crosta di vita che non fa rumore, si agita chi, faticando a misurarsi con i piccoli avvenimenti del quotidiano, ama rifugiarsi nelle ‘historiae’ fatte di piccole questioni di Codice civile e di delimitazioni di proprietà. Soltanto queste eccitano la loro fantasia, molto più della povera cronaca in cui affonda quotidianamente, ignaro e felice, il Contado molisano. Si rivolgono allo studio di “minuzie” d’altri tempi, buone solo per loro (che preferiscono navigare in silenzio), ben sapendo quanto sia doveroso rivelare l’enorme importanza che hanno avuto le ‘res’ dei nostri ‘patres’. Qualcuno dirà che questa gente viva fuori dal mondo, lontana (come appare) dalla realtà e da tante altre cose; invece questi esemplari si sono ritirati nel sito giusto che rappresenta il buono del mondo ed il corretto vivere.

La storia ‘d’antàn’ dei paesi ha sempre avuto cultori appassionati: uomini capaci di affrontare un lungo viaggio per compiere una ricerca, per controllare l’esattezza di un nome o per accertare una data, felici di intrattenere corrispondenza con altri esperti della stessa materia e di tessere una rete fittissima, capace di raccogliere tutti i frammenti di quel grande mosaico che è il divenire degli usi e dei costumi. Uno di questi è Peppino Mammarella. Di lui riesce facile pronunciare la ‘cognominatio’, senza aggiungere ad essa titoli o specificazioni, come si fa con un Autore che fa testo. “Scrive il Mammarella …”, “afferma il Mammarella” suona già bene. Ed egli di occasioni per essere citato ne ha offerte tante, avendo scritto cose che non erano mai state lette e che difficilmente verranno scritte ancora. Attivo come un’ape, Peppino corre da anni da un archivio all’altro, insinuandosi nelle biblioteche per inseguire personaggi (anche minimi) su per gli alberi genealogici, soffiando sulla polvere degli archivi parrocchiali e comunali. Forse, chi non lo conosca di persona crederà che si tratti di un sacerdote (o addirittura di un monsignore), di cui conserva i tratti; uno di quelli che scrivono sui giornali omettendo il “don”. In casa, il suo studio è zeppo di libri di ogni genere.

Tutti inquadrati dal segno del suo quotidiano operare, sono curati ancor più di prima da quando ha potuto appendere al chiodo l’uniforme dei ‘Berretti bianchi’. Quell’archivio privato vanta sfilate di cartelle etichettate, di schedari, di raccoglitori gonfi dove il Nostro conserva - in copia - tutta la propria corrispondenza, i suoi libri e magari qualche oggetto di scavo. Presumibilmente il suo cruccio futuro sarà quello di non avere a chi raccomandare ed affidare le fonti della propria opera. Lo immagino già, molto più avanti negli anni, più affaticato, guardarsi intorno smarrito mentre medita su questa amara verità, restando sempre convinto di non essere mai stato fuori dal mondo e dalla realtà. Quando si ha a che fare con i libri e con i personaggi di un tempo si è sempre nel giusto e nel buono dei fatti del mondo e della vita. Ogni tanto mi piace di pensare ch’egli intrattenga, tra le carte del suo archivio, dei “materiali” che abbozzino - nelle linee generali - un volume che tratti dei fatti, dei luoghi e degli amici; un sito della memoria dove possa riandarsi agli anni ed ai giorni della sua e della “nostra” vita che (forse!) ci siamo fatti scivolare addosso con troppa ‘nonchalance’.

Claudio de Luca

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