Prima indulgenza plenaria perpetua elargita da Leone IX a Guardialfiera nel 1053

Tra storia e tradizioni sab 01 giugno 2019
Cultura e Società di La Redazione
5min
La Porta Santa a Guardialfiera ©Termolionline.it
La Porta Santa a Guardialfiera ©Termolionline.it

GUARDIALFIERA. Tra storia e tradizioni: la Prima Indulgenza Plenaria Perpetua elargita da Leone IX a Guardialfiera nell’anno 1053. Ricordi e festeggiamenti domani e domenica. Come ci rinnova Vincenzo Di Sabato, «Scende in mezzo a noi la grazia del cielo attraverso il perdono, l’assoluzione e la remissione dinanzi a Dio, di tutte le pene temporali. Scende su coloro che – distaccati dal peccato – varcano qui la soglia della “Porta Santa” il 1° e il 2 giugno, e si accostano ai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia”. Era questo più o meno il “proclama”, tradotto dal latino e riferito al nostro singolare privilegio.Si raffigurava bello anche dalla sua stesura in caratteri gotici e garbatamente intronizzato dall’Arciprete, fino agli anni ’50, all’ingresso della “Porta Santa”.

Esso esprime ancora la sintesi e lo spessore dell’Indulgenza Plenaria Perpetua e l’imponenza di quella “Festa Eterna” splendida, narrata nel ”Pastore sepolto” da Jovine nel 1945, tramandata dalla tradizione e confortata, da un guazzabuglio di ipotesi, da Ughelli, dal Magliano, da Masciotta, fino a mons. Biagio D’Agostino. Il Magliano intravede l’istituzione della nostra Diocesi attraverso la buona accoglienza resa dal popolo guardiese a Papa Leone IX, ma non accenna alle Indulgenze.

Parla della chiesa Cattedrale antica e grande insignita del titolo di Basilica ed ipotizza invece l’ordinamento della Porta Santa nell’anno 1460, quand’era qui Vescovo Jacopo IV, interpretando forse così quel testo inciso sull’antica torre dell’Episcopio: “Jacobus Sancte Sedis Guadiae Pontifex. AD 1460”. Nelle “Spigolature Storiche Molisane” Gennaro Piedimonte, dalla pagina 19 descrive il tempio di Guardialfiera ricco di suppellettili, di pitture e di Indulgenze, “fra cui la singolarissima <Porta Santa> e il toties quoties dell’Altare del Crocifisso”. Di Leone IX riporta solo una citazione di Plinio D’Attilio secondo cui “il Papa fece dono alla città di Guardialfiera d’una collezione di quadri vetusti, fra cui un suo artistico ritratto”. Confusione pure tra la Porta Santa e l’Indulgenza Plenaria implorata dal Vescovo di Guardia Pompilio Perrotta e largita nel 1582 da Gregorio XIII. Per la sollecitudine del dott. Antonio Antenucci, copia di tale preziosa pergamena miniata, sfoggia ora nell’Antica Cattedrale, presso l’altare dell’Assunta. Insomma dal 1053 – l’anno in cui Leone IX fu a Guardia – attraverso l’espansione dei secoli, questa straordinarietà è stata magnificata il 1° e 2 giugno d’ogni anno solo “per praeterita consuetudo”. Senonché nel 1957 gli elementi incominciano a riordinarsi. Alfonso Tozzi – giovane sindaco di questo paese – conferì al geometra Nicola Ardentel’incarico di rimodulare la sconnessa rampa d’accesso alla “Porta Santa”.

L’anziano tecnico, pittoresco e colto, mi privilegiò nel dattiloscrivere la sua relazione storica e sacra, dalla quale non catturai là per là l’incredibilità avveniristica, intuita invece dal Comm. Carlo Lattanzio che – in Prefettura, esaminandola in allegato alla Delibera di Giunta – ne rimase sbalordito tanto da precipitarsi qui a promuovere il potenziamento e la divulgazione della favolosa unicità. Nella sua “memoria” Ardente accennò, infatti, agli anni difficili e rilevanti, alla dignità ed al carattere di Papa Leone IX, giunto a Guardialfiera nell’anno 1053, ramingo, umiliato ed esausto. Immaginò l’accoglienza meravigliata e festosa della folla e l’hospitales tributata dal clero e da Adalpherius, il Signore di città. Narrò il brivido di gioia del Papa il quale, in un gorgo d’emozione, volle imprimere su questo suolo, l’inaudito e clamoroso sigillo, mediante l’invenzione della prima forma di Indulgenza Plenaria “sine tempore”, l’instaurazione cioè del Primo Giubileo, nella Storia Universale della Chiesa. Picchi di felicità da allora, per il graduale avverarsi della pista tracciata da Ardente e del sogno profetico di Carlo Lattanzio. Antonio Mucciaccio, Onorato Bucci, Giulio Di Rocco, Antonietta Caruso, Antonio Antenucci – personaggi dalla mente e dalla penna buona – studiano, scandagliano, certificanoe ne acclamano l’autenticità. Né il 1° giugno dell’anno 2003 – per il 950° della Porta Santa – sarebbero affluiti a Guardia moltitudini di personalità, se prima non ci fosse stato quel provocatorio stimolo di Nicola Ardente. Arrivano da luoghi diversi, legati da un’unica storia e dallo stesso personaggio: Leone IX, Brunone dei Conti di Dagsburg. C’è nell’emiciclo dell’aula “Conedera” Roberto Zampino, primo cittadino di S. Paolo Civitade laddove a pochi giorni dalla beatitudine di Guardialfiera, Papa Leone fu sconfitto e imprigionato. C’è Elio Meschitelli Sindaco di Sessa Aurunca, la città della quale Leone IX è Santo Protettore. C’è Gaetano Fierro, Sindaco di Potenza cheha voluto condividere un comune passato, con gesti di lucana ed elevata nobiltà.

Dalla “Regesta Pontiphicun Romanorum Antonio Mucciaccio e Onorato Bucci, in questo sconfinato simposio su Leone IX, raffrontano episodi e luoghi ancora esistenti e visibili in Castrum Guardiae” e “apud Biphernun fiuvium”. Essi ricordano come don Giulio Di Rocco sia penetrato negli Archivi Segreti Vaticani e come - attraverso la decifrazione della “Visita ad Limina” redatta nel 1627 da mons. Alessandro Liparolo Vescovo di Guardialfiera ne abbia ricavato presupposti illuminanti.Per di più dai “Primi atti sulle Indulgenze” a pag. 1903, don Giulio individua un dubitativo: “Pare che la prima concessione papale d’Indulgenza Plenaria sia quella di Nicolò II nell’anno 1060 per la consacrazione degli Altari nell’Abbazia di S.Maria di Farfa”. E’ chiaro! E, insuperbito, il Canonico Di Rocco a pag. 120 de <La Diocesi di Guardia Alfiera>può così erompere: L’Indulgenza elargita da Papa Leone IX alla Chiesa di Guardia nel 1053, è anteriore di sette anni a quella di Nicolo II”! Innegabile e determinante, seppur per esclusione, l’affermazione rogata da mons. Alessadro Liparolo nella Visita ad Limina del 1627 “C’è a Guardia l’antica consuetudine di celebrare solennemente la Dedicazione della Chiesa il 2 giugno nel qual giorno, sia i cittadini sia i forestieri, convengono numerosi per nutrirsi dei Sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia e, la Porta che si trova nell’area sottostante all’Altare Maggiore, viene aperta solo in quel dì. Secondo questa tradizione ereditata dal tempo antico, si ritiene di acquistare l’indulgenza Plenaria. Si ritiene inoltre che il Privilegio sia stato largito nel tempo antico da un Sommo Pontefice”. “Un Primato” aveva esclamato il 1° giugno 1996 a Guardialfiera, il Cardinale Luigi Poggi, Archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. “Un primato che pone Guardialfiera e il Molise in cima alla graduatoria cronologica dei favoriti di Dio”. Né, in assenza del lontano intuito di Ardente, forse non saremo stati sbalorditi il 13 dicembre 2007 dal Decretum promulgato da Papa Benedetto XVI che ratifica alla nostra Antica Cattedrale i benefici delle iniziali Indulgenze rendendole adesso “in pepetuum valituro nonostante qualunque futura e contraria decisione”. E né il 5 luglio 2014, Papa Francesco, senza tanta sussistenza, avrebbe mai potuto proclamare al mondo, da Campobasso: “Molise, terra di misericordia e di perdono”.

Freme intanto la preparazione alla festa, alla liturgia sempre solenne, al rito suggestivo d’apertura della Porta Santa officiato dal Vescovo mons. Gianfranco De Luca il quale presiederà anche la Concelebrazione Eucaristica, con il Vicario Generale d. Marcello Paradiso, col Parroco ed i numerosi sacerdoti diocesani e religiosi. Simpatica pure la parte ricreativa del 1° giugno, caratterizzata dalla sfilata al pomeriggio della Fanfara di Orsana di Puglia e il Concerto serale su per la gradinata della Cattedrale.E ancora il giorno 2 attrae a sera la IV edizione del “Prodotto topico” e lo spettacolo musicale animato dal Villaggio delle Arti».

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