Alessandra De Blasio e Antonello Fabio Caterino: due autori in sala consiliare

Bibliofili ven 23 agosto 2019
Cultura e Società di La Redazione
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La presentazione in sala consiliare ©Termolionline.it
La presentazione in sala consiliare ©Termolionline.it

TERMOLI. Lo scorso 13 agosto si è tenuta presso la Sala Consiliare del comune di Termoli la presentazione di due libri: “Io gennaio me lo immagino bello”, di Alessadra De Blasio e “Scire futura licet”, di Antonello Fabio Caterino. Manifestazione promossa e organizzata dall'ormai consolidato progetto Caperam - Catalogo Permanente degli Artisti Molisani - con i suoi project manager prof. Antonello Caterino e il dott. Roberto Cupido. Due libri molto diversi – il primo un romanzo imperniato sui ricordi e le sensazioni di una fuorisede, il secondo una raccolta di saggi filologici e letterari – ma accomunati dalla fiera “molisanità” degli autori.

Alla presentazione hanno preso parte Elisabetta Di Massa, presidente del Rotary Club di Termoli, e Vera Di Cristinzi. L’incontro si è svolto a mo’ di tavola rotonda, discutendo sui punti chiave dei due lavori, nel segno dell’interazione e della dialettica. Caterino – professore a contratto di filologia italiana presso l’Università degli Studi del Molise – ha messo subito in evidenza la portata innovativa del suo lavoro, sintesi delle ricerche condotte presso l’ateneo molisano negli ultimi due anni: nella prima parte del lavoro egli è andato a soffermarsi su aspetti e autori marginali del rinascimento italiano con tecniche filologiche tradizionali, mentre nella seconda ha gettato le basi per un discorso ermeneutico più complesso, che vede la filologia interagire con l’informatica, al fine di una maggiore precisione e diffusione della ricerca umanistica.

Elisabetta Di Massa ha poi sottolineato quanto possa essere utile una maggiore interazione tra arte, letteratura, cultura umanistica in senso lato e scienza, con esempi calzanti. La parola è poi passata ad Alessandra De Blasio, che ha messo in evidenza i momenti più salienti del suo lavoro, ricordando i momenti del suo vissuto che ne hanno decretato la genesi. Vera Di Cristinzi ha iniziato a dialogare con l’autrice, e da ciò sono venute fuori riflessioni molto profonde riguardo il senso di appartenenza a un territorio, sulla lontananza e sul riavvicinamento.

L’incontro si è concluso con un grandissimo auspicio: un “rinascimento” intellettuale e artistico per un molise che una sinistra leggenda vuole morto.

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