Non solo cinema: torna "Interferenze", il progetto che unisce singoli e comunità

nessuno si libera da solo sab 12 ottobre 2019
Cultura e Società di Valentina Gentile
5min
Non solo cinema: torna "Interferenze", progetto che unisce singoli e comunità ©TermoliOnline.it
Non solo cinema: torna "Interferenze", progetto che unisce singoli e comunità ©TermoliOnline.it
Interferenze: il festival del Cinema sociale

TERMOLI. Non solo rassegna cinematografica ma progetto permanente di inclusione e crescita che si sviluppa principalmente attraverso laboratori nel centro diurno Chesensoha e nelle scuole. Questo e tanto altro è Interferenze: a farsene prima portavoce è Tina De Michele, presidente della Consulta per le disabilità del Comune di Termoli, che ha aperto nel pomeriggio odierno l’anteprima del festival giunto alla sua terza edizione. L’evento si è svolto presso i locali dell’ex cinema Sant’Antonio, storica sala del cuore e della memoria di tanti termolesi in cui la rassegna, in partenza da martedì 15 ottobre, trova il suo naturale luogo d’elezione.

A dare vita al progetto una fitta rete di enti e associazioni termolesi operanti in ambito socio-culturale: oltre alla Consulta per le disabilità e al Centro diurno ‘Chesensoha’ figurano ‘Tempi Moderni’, lo Sprar ‘Rifugio sicuro’, ‘Faced’ e ‘La città invisibile’.

Tina De Michele spiega la scelta di usare il cinema, che è un linguaggio che arriva direttamente al cuore, per accendere i riflettori su ciò che solitamente resta nascosto. Il comune denominatore alla base di ogni attività del progetto ‘Interferenze’ e dei titoli scelti per la rassegna è la frase del pedagogista Paulo Freire “Nessuno si libera da solo”; come si potrà vedere da martedì, infatti, in ciascuno dei film non emergono solo le problematiche ma si generano anche soluzioni e possibilità rappresentate dall’incontro con l’altro o attraverso forme espressive quali possono essere quelle artistiche.

«Andiamo oltre la frase-tipo secondo cui “la libertà di un singolo finisce dove inizia quella dell'altro”; è nostro intento promuovere un concetto di libertà corale, come ricchezza per la collettività».

A porgere i saluti istituzionali interviene l'assessore alle Politiche sociali Silvana Ciciola, ricordando che ‘Interferenze’ ha assunto una valenza così esemplare da essere citato anche su Repubblica.

«Siamo sensibili e attenti alle debolezze: tutti noi possiamo trovarci in un momento di difficoltà ed è importante avere punti di riferimento e conforto». Dalla Ciciola un appello rivolto soprattutto ai giovani: «cercate di mettervi a disposizione di chi è meno fortunato e ha bisogno di voi, anche solo con una parola o un consiglio. Parlare è un dovere, ascoltare è un'arte: diventiamo quindi artisti».

Il cuore della serata è una performance durante la quale 19 fra operatori e utenti, attraverso il solo corpo e oggetti quotidiani (una valigia, un mappamondo, dei mattoni), raccontano la storia di Marta, una figura femminile fittizia che, trasferitasi in una nuova città, sembra iniziare a costruirsi una vita ma incontra molti ostacoli e si erige un muro attorno. Questo fino a quando inizia a chiedere aiuto e scopre di poter contare sulle relazioni: ne esce come una donna più forte di prima, consapevole delle proprie risorse e che, se pure non dovesse conquistare la piena libertà, dopo questa scoperta avrà meno paura degli altri e di se stessa.

Sul finire ogni “attore” sfodera un cartello che reca una parola-chiave e spiega perché e in che modo ciascuno è Marta (interpretata, durante la performance, dall'operatrice Annarita Corsi).

Il micro-spettacolo è frutto di Interlab, percorso iniziato tre anni fa come lo stesso Interferenze; lo spiega Maddalena Molinero del centro diurno, mentre sullo sfondo scorrono foto che ne hanno documentato le attività.

Nelle scorse edizioni i frutti dei laboratori anticipavano le proiezioni dei film; quest’anno gli operatori hanno scelto di farne un vero e proprio evento a sé stante.

«Interlab è uno spazio della mente e dell'anima. Lo abbiamo svolto in diversi luoghi e infine nel parco comunale, che ci ha fornito un ottimo spunto: l’area era molto sporca, e constatandolo siamo intervenuti simbolicamente - ma concretamente - con una giornata di pulizia, a dimostrare come un po’ di spirito pratico e creativo sia più spesso di quanto pensiamo soluzione ai problemi».

E ancora: «Abbiamo riflettuto insieme sull’importanza dei dettagli della vita: la nostra convinzione è che sia possibile una narrazione condivisa dell'esistenza di ognuno di noi; da qui nasce il personaggio di Marta».

Gli operatori non si fermano qui: riproporranno infatti coi ragazzi di otto scuole lo stesso percorso fatto con gli utenti, in trenta incontri totali con le nove classi coinvolte. La tecnica escluderà categoricamente lezioni frontali e teoriche ma sarà, ancora una volta, di tipo laboratoriale.

Antonio Cappella di ‘Tempi Moderni’ spiega la scelta “sofferta” dei film da proiettare: «Anche quest’anno si è cercata l’eterogeneità nei prodotti proposti, e ogni declinazione del cinema, senza lasciare fuori quindi generi come l’animazione e il documentario». Nel corso della rassegna si avrà modo infatti di assistere a Frank, film indipendente sui temi della malattia mentale e del disagio giovanile, che mostra come la musica possa essere una forma di terapia; ci sarà spazio per un anime giapponese, La forma della voce, che affronta in modo complesso e maturo il bullismo, la crescita e il potere della fantasia. Sarà poi il turno del documentario italiano Juventa, «uno sguardo su ciò che davvero fanno le ONG al di là di tutte le chiacchiere che se ne fanno». A chiudere è una pellicola più popolare delle altre, di grande valore: Don't worry di Gus Van Sant, che racconta la storia di John Callahan, illustratore alcolista e tossicodipendente che trova riscatto nella sua arte, interpretato da Joaquin Phoenix.

Salutando il pubblico e invitandolo alla partecipazione, gli organizzatori passano il microfono a Lubo, ragazzo con alle spalle una storia di eccessi e che ora si è messo in gioco per avere un’ottica diversa della vita. È grato dell'esperienza con Faced e con tutta la rete, da cui è arricchito in sensibilità e umanità. Prende la parola anche Giulia, utente di Chesensoha, che senza remore spiega di soffrire di disturbo bipolare, ma di aver trovato il suo luogo dell'anima nel parco e di come il laboratorio sia stato catartico ed emozionante.

Questo il calendario delle proiezioni, che si terranno nell’ex cinema sant’Antonio ogni giorno in doppio spettacolo alle 18:00 e alle 21:00 (oltre al matinée riservato alle scuole):

15 ottobre: Frank di Lenny Abrahamson;

16 ottobre: La forma della voce di Naoko Yamada;

17 ottobre: Juventa di Michele Cinque;

18 ottobre: Don't worry di Gus Van Sant.

L’ingresso è, come sempre, gratuito e aperto a tutti.

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