Festa di San Pardo, prima del coronavirus annullata solo prima del 1859

Pagine di storia ven 01 maggio 2020
Cultura e Società di Giuseppe Mammarella
2min
Festa di San Pardo, prima del coronavirus annullata solo prima del 1859 ©TermoliOnLine
Festa di San Pardo, prima del coronavirus annullata solo prima del 1859 ©TermoliOnLine

LARINO. L’unico anno di cui si ha memoria sul mancato svolgimento della caratteristica festa di San Pardo a Larino è precedente all’Unità d’Italia

Poiché ricevo da giorni richieste d’informazioni circa il mancato svolgimento, in passato, delle festività patronali di Larino, programmate, come è noto, nel mese di maggio di ogni anno (escluso il presente per evidenti motivi), indico qui di seguito qualche dato utile sull’argomento.

L’esponente liberale larinese Paolo Caprice (1819-1904), contemporaneo del Vescovo di Larino (1845-1858) Pietro Bottazzi, nella sua pubblicazione “Ricordi di alcuni fatti politici avvenuti nel Molise dal 1840 al 1861”, data alle stampe nella città frentana (Tipografia Morrone) nel 1897, afferma che il Presule “proibì” la festa di San Pardo, Patrono principale di Larino e diocesi, nell’anno 1859.

Non è possibile, però, fissare quel veto al 1859 perché mons. Bottazzi, che interpretò con zelo il ruolo di sostenitore dell’ordine costituito, ragion per cui entrò spesso in conflitto con i gruppi liberali, morì a Castellammare di Stabia, dove si era recato per motivi di salute, il 21 luglio dell’anno precedente (1858).

Da notare che l’autore, non solo tra i maggiori protagonisti dei fatti da lui narrati, ma anche testimone oculare di tutto ciò che avvenne durante il periodo dell’episcopato larinese di mons. Bottazzi, scrive dopo quasi quarant’anni, quando i suoi “Ricordi…” di certo non erano più nitidi. Quella proibizione il Caprice la lega all’esultanza con cui fu accolta a Larino la notizia del decesso di Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, verificatosi a Caserta il 22 maggio del 1859.

Poiché i contrasti, esclusivamente di ordine politico, tra mons. Bottazzi ed i liberali erano da tempo davvero marcati, l’inibizione, per la quale “il popolo non si mosse, ma gliene serbò rancore”, avvenne certamente qualche anno prima ed ovviamente per un motivo (tra i tanti) diverso.

In altre circostanze, i cortei processionali larinesi in onore di San Primiano e di San Pardo subirono qualche modifica (notevole riduzione nella partecipazione dei “Palii” e dei “carri”) specialmente nel periodo dell’ultimo conflitto mondiale. Per le stesse processioni, invece, non si hanno notizie precise in occasione delle varie epidemie che interessarono, in epoche relativamente recenti, anche la nostra zona (il colera del 1836-1837, del 1854 e del 1871 e la “spagnola” del 1918-1919). In questi ultimi casi, però, risulta certa l’accorata richiesta di grazia rivolta all’Altissimo mediante l’intercessione della Vergine e dei nostri Patroni (Santi Martiri Larinesi e San Pardo).

Nell’immagine, posta in quarta di copertina al mio libro “Da vicino e da lontano…” (vol. I, Larino 1996), una tavola raffigurante la processione di San Pardo a Larino, ricavata da un non identificato numero de “L’illustrazione del Popolo”.

Giuseppe Mammarella

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