Termoli città che legge, ne parliamo con "La Casa del Libro"

gio 09 luglio 2020
Cultura e Società di La Redazione
2min
Daniela Battista ©Termolionline.it
Daniela Battista ©Termolionline.it

TERMOLI. Termoli è fra le città che hanno ricevuto quest’anno la qualifica di “Città che legge “. Ma com’ è stata accolta la notizia dalla “Casa del libro”, associazione fra le più attive in città e, da tempo, instancabile promotrice di eventi culturali che riguardano la lettura?

Lo abbiamo chiesto alla presidente Daniela Battista.

Abbiamo appreso la notizia con grande piacere ma anche, non lo nascondo, con orgoglio e soddisfazione.La nostra associazione auspicava da tempo che questo importante e prestigioso riconoscimento venisse attribuito alla città di Termoli.Ma per ottenerlo erano necessari dei requisiti specifici inerenti manifestazioni e iniziative culturali a tema “libro”, che bisognava dimostrare di avere realizzato.Per questo l’associazione si è fatta da subito parte attiva nel raggiungimento dell’obiettivo, non solo promuovendo in questi cinque anni di attività, iniziative culturali finalizzate, ma rendendole, ove necessario, ufficiali con l’inserimento nella banca dati del Cepell (Centro per il libro e la lettura), istituzione autonoma del Ministero Beni culturali (MIBACT).E finalmente quest’anno, grazie anche al contributo di altre associazioni e scuole presenti sul territorio con varie attività culturali, l’amministrazione comunale ha potuto partecipare al bando del MIBACT e rispondere al formulario in ogni sua parte.

Che significato e che valore ha per la città questo riconoscimento?

Innanzitutto è sicuramente un risultato che premia la città per le iniziative culturali finora realizzate, ma non si tratta solo di questo.Essere una “Citta che legge” vuol dire riconoscere nella lettura una risorsa strategica su cui investire e un valore sociale da sostenere e quindi, d’ora in poi, mettere in campo azioni coordinate per rendere la lettura un’abitudine sociale diffusa, e iniziative culturali ad hoc. È insomma solo l’inizio di un percorso culturale il cui primo passo sarà, come richiesto dal Cepell, la sottoscrizione di un “Patto locale per la lettura” con una serie di soggetti pubblici e privati (associazioni, librerie, istituti scolastici, etc,) che dovranno impegnarsi a promuovere la lettura con continuità in un rapporto di stabile collaborazione.Una rete tra realtà diverse che lavoreranno insieme attraverso attività, eventi e progetti culturali.Inoltre il marchio “Città che legge” consentirà di accedere ai bandi del Ministero ed ottenere finanziamenti, premi ed incentivi per la realizzazione dei progetti.

Quale sarà ora il ruolo del Comune e quali le azioni da mettere subito in campo?

Come dicevo ci sarà da sottoscrivere subito il Patto per la lettura per iniziare a programmare pratiche condivise di sensibilizzazione della cittadinanza. Poi si comincerà a lavorare alle proposte e ai progetti. Ho visto l’assessore alla cultura molto motivato e propositivo, ben consapevole dell’importanza che questo riconoscimento ha per la città, e non solo dal punto di vista della promozione culturale, ma anche turistica. Penso a eventuali gemellaggi, a scambi culturali e, perché no, a manifestazioni di più ampio respiro che escano dai confini locali.Inoltrela diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso non potrà che influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.

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