Le scene più iconiche dei film di animazione

Grande schermo mar 15 febbraio 2022
Dal web di La Redazione
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Le scene più iconiche dei film di animazione ©Termolionline.it
Le scene più iconiche dei film di animazione ©Termolionline.it

I film d’animazione, sin dai loro esordi, si portano dietro un luogo comune che ancora oggi, anche se non in maniera uniforme, è abbastanza presente: quello secondo cui non sarebbero pensati per un pubblico adulto. Ed in effetti è semplice comprendere il perché: si tratta di opere che, grazie al fatto di non essere in live action, possono permettersi di lasciare spazio alla fantasia nella resa visiva, spesso per niente verosimile; inoltre, in particolar modo ai loro esordi, i film di animazione tendono a trattare tematiche molto semplici e immediate, con trame che seguono schemi noti e collaudati. In realtà, invece, nei film di animazione sono spesso presenti scene, battute o riferimenti che solo un pubblico adulto è in grado di comprendere, dimostrando come questo sia a tutti gli effetti ricompreso nel target di riferimento. Si tratta di una tendenza non certo nuova, ma sicuramente maggiormente riconoscibile nei periodi più moderni dell’animazione, anche grazie a nuove filosofie nel suo utilizzo: in questo l’apporto degli anime giapponesi è insostituibile, dato che sono un formato attraverso il quale veicolare trame di tutti i tipi. Oltre questi, comunque, scene pensate per un pubblico più adulto sono presenti in moltissimi film di animazione, a dimostrazione di come questi rimangano ampiamente godibili a qualsiasi età.

Un ottimo esempio in tal senso viene da Aladdin, 31esimo Classico Disney uscito nel 1992: un momento di rinascimento per la casa statunitense, dopo un periodo in cui l’unica produzione veramente di successo era rappresentata dall’intramontabile Topolino. Il personaggio del Genio, doppiato in italiano da Gigi Proietti, in originale ha la voce di Robin Williams, e proprio come quest’ultimo si cimenta in varie imitazioni di personaggi più o meno famosi. Tra questi si possono riconoscere Arnold Schwarzenegger, Jack Nicholson, Robert De Niro, Groucho Marx, Rodney Dangerfield e molti altri, tutti volti noti negli anni precedenti del mondo dello spettacolo statunitense: una chiara strizzata d’occhio agli spettatori che potevano aver vissuto quel periodo, unici a poterli riconoscere. Curiosamente, il Genio in una delle scene finali imita nient’altro che lo stesso Robin Williams, con il quale condivide un particolare outfit: anche in questo caso, una sottigliezza che non è certo immediato notare.

Si può poi pensare ai vari film di Shrek, personaggio sul quale la DreamWorks ha basato quattro film che, potenzialmente, potrebbero ancora diventare cinque. Nel giro di nove anni, fra il 2001 e il 2010, sono uscite comunque le prime quattro pellicole, con numerose scene memorabili dal punto di vista dello spettatore più adulto. Sicuramente la più divertente, in tal senso, è una battuta dovuta a Eddie Murphy, doppiatore dell’asino parlante di Shrek e già interprete nel 1996 del protagonista in Il Professore Matto: entrambi i personaggi, infatti, affermano di poter “sconfiggere le scale”, in un richiamo comprensibile soltanto a chi avesse visto la commedia del 1996.

Venendo alla Pixar, altro colosso dell’animazione, la faccenda diventa ancora più evidente. Lo studio nacque nel 1986, staccandosi dalla Lucasfilm, espressamente con l’intento di diventare il pionieristico punto di riferimento dell’animazione digitale: un risultato decisamente centrato, considerando i vari titoli prodotti da allora, e che ancora oggi continuano a produrre titoli chiaramente pensati per ogni età. Si può prendere per esempio Toy Story 3, uscito nel 2010 e considerato il miglior capitolo della serie. Una delle scene più note per esempio richiama la roulette, che nella sua versione digitale, punto di forza di piattaforme come PokerStars Casino, rappresenta oggi uno dei più diffusi intrattenimenti online: i giocattoli protagonisti utilizzano proprio come roulette un loro simile dotato di ruota. Altro esempio viene da Up, uscito un anno prima e i cui primi minuti sono una carrellata senza dialoghi su varie scene di vita matrimoniale: un vero e proprio manifesto, comprensibile nella sua interezza solamente da chi abbia vissuto le situazioni messe in scena.

Infine, non può certamente mancare una delle scene più riconoscibili in tal senso del classico in animazione mista Space Jam, uscito nel 1996 e seguito recentemente da un nuovo capitolo. Durante la partita di pallacanestro, i Looney Tunes Yosemite Sam ed Taddeo si esibiscono in una riconoscibilissima citazione dei personaggi interpretati da Samuel L. Jackson e da John Travolta in Pulp Fiction, capolavoro di Quentin Tarantino: il riferimento è reso ancora più evidente dal tema musicale della scena, in un omaggio al cineasta statunitense che solo i suoi fan avrebbero potuto notare.

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