Quando andranno in pensione le Partite Iva?

Istruzioni per l'uso mar 21 marzo 2023
Dal web di La Redazione
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Quando andranno in pensione le Partite Iva? ©Termolionline
Quando andranno in pensione le Partite Iva? ©Termolionline

Uno dei motivi per cui sempre più persone stanno prendendo in considerazione l'opzione di mettersi in proprio è dovuto all'attuale recessione e alle prospettive occupazionali insoddisfacenti. Parliamo chiaro, nemmeno gli studi di cui ci avevano parlato così bene fin da piccoli, titoli o lauree magistrali, ci garantiscono un buon futuro.

Tenendo presente questo, si capisce perché i lavori legati alla gestione della contabilità della partita Iva non smettano di crescere. Un compito complicato, infatti, sarà quello di riuscire a discernere tra le aziende che possono fare al caso nostro, con i relativi commercialisti, e quelle che non lo fanno.

A questo punto, e con l'aiuto di Internet, una buona idea è farsi guidare dalle recensioni che altri utenti hanno già fatto. È così che, ad esempio, troviamo uno tra i più apprezzati, Xolo che è una piattaforma che se ne occupa dall'apertura della partita Iva, ma anche della gestione contabile e argomenti simili per liberi professionisti e in particolare ai liberi professionisti digitali di fascia alta, come possono essere degli scrittori, esperti di marketing, fotografi, ecc.

Ma certamente, tutte le persone che decideranno di fare il passo (e stiamo parlando del fatto che solo nel 2022 si sono aggiunte un altro mezzo milione di partite Iva secondo il Ministero dell'Economia e delle Finanze e i dati forniti dall'Osservatorio delle Partite Iva) di solito hanno gli stessi dubbi e uno soprattutto che guarda al futuro... Cosa succede dopo? A che età si può optare per la pensione? E quanti soldi rimarranno per quegli anni?

 L'età per andare in pensione

Partiamo da un'idea chiara e cioè che l'età minima può cambiare (come è successo negli ultimi anni) e che, come per ogni cosa, ci sono anche delle eccezioni. In linea di massima si parlerebbe che i titolari di Partita Iva potranno richiedere la pensione al compimento dei 67 anni di età, purché abbiano almeno 20 anni di contributi.

Nel caso in cui si volesse richiedere una pensione anticipata, si parlerebbe di una differenza tra uomini e donne. I primi possono richiederlo con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi e le seconde con 41 anni e dieci mesi di contributi.

 Quanti soldi prende una Partiva Iva in pensione?

Sebbene la risposta alla prima domanda sia abbastanza facile da rispondere, questa lo è meno perché dipenderà da diversi fattori, tra i quali va evidenziato la gestione a cui è iscritto, la cassa di appartenenza, l’ammontare dei contributi versati ma anche gli anni di contribuzione. Appare abbastanza chiaro, ad esempio, che chi opta per una pensione anticipata avrà, in genere, una pensione inferiore.

In termini generali quello che si può dire è che i titolari di una Partita Iva riceveranno il 40% in meno dell'ultimo stipendio percepito. In ogni caso, vediamo un po' più nel dettaglio il sistema pensionistico esistente per chi ha una Partita Iva, come calcolare la pensione che si percepirà quando sarà il momento e anche come funziona la pensione, nello specifico, quando si fa riferimento alla partita IVA con regime forfettario.

Calcolo della pensione per una Partita Iva

Anche se, come diciamo, ci possono sempre essere eccezioni alla regola, possiamo stabilire che quando vogliamo calcolare l'importo che verrà pagato per la pensione lorda all’anno, quello che dobbiamo fare è moltiplicare i seguenti dati:

 ●      L'importo di quanto versato. Stiamo parlando di sommare tutti i contributi che sono stati dati nel corso degli anni.

●      Il tasso di capitalizzazione annuale. Tale valore è determinato dall'ISTAT in relazione alla variazione che il PIL può presentare in cinque anni.

●      Il coefficiente di trasformazione. Si tratta di una tassa che viene periodicamente aggiornata ogni tre anni e che è stata istituita per legge tramite il Ministero del Lavoro. L'aggiornamento viene effettuato sulla base dell'età pensionabile che viene calcolata tenendo conto dell'aspettativa di vita media della popolazione.

Alla fine, l'indennità che verrà percepita mensilmente sotto forma di pensione viene data come risultato di questa moltiplicazione divisa per 13 mensilità. Ovviamente il metodo di calcolo della pensione varia in base all’età contributiva maturata al 31 dicembre 1995, ossia:

●      Per chi ha un minimo di 18 anni di contributi i criteri da applicare saranno misti. Da un lato retributivo, per l'anzianità maturata fino al 31 dicembre 2022. Dall'altro, contributiva per l'attività successiva al 1° gennaio 2021.

●      Per chi ha meno di 18 anni di contributi si utilizza anche un criterio misto, ma la parte retributiva è calcolata per l'anzianità maturata fino al 31 dicembre 1995 e la parte contributiva decorre dal 1° gennaio dell'anno successivo.

●      Infine, per gli iscritti come iscritti dal 1° gennaio 1996 in poi (ovvero che non avranno l'anzianità contributiva), si applica solo il criterio contributivo, che è legato al contributo che è stato versato nel corso degli anni.

Come si può vedere, il sistema previdenziale su cui si basano le pensioni è contributivo. In altre parole, si basa sui contributi versati negli anni.

Senza perdere questo punto di vista, da questo argomento si può comprendere che le variabili necessarie che portano a calcolare l'importo che verrà preso a titolo di pensione sono molte e che, inoltre, variano da un anno all'altro, quindi non è possibile stabilire quale sarà la pensione che avrà una persona con una partita IVA in corso quando ci andrà. Infatti, nemmeno due attuali partite Iva avranno in futuro la stessa pensione, anche svolgendo lo stesso lavoro perché intervengono fattori diversi. La cosa migliore, per cercare di fare un calcolo il più vicino possibile, sarà mettersi nelle mani di specialisti come la suddetta piattaforma.

Cosa è il Gap pensionistico?

Come abbiamo già detto, come calcolo base, possiamo dire che quello che un possessore di Partita IVA percepirà sotto forma di pensione sarà il suo ultimo stipendio ridotto del 40%. Questo è ciò che è noto come gap pensionistico o, che è lo stesso, la differenza che esiste tra la prima rendita pensionistica e quello che sarebbe l'ultimo stipendio ricevuto. In definitiva, questo ha senso perché si intende che, nel corso degli anni, lo stile di vita cambia.

Se, più o meno, si ha un'idea della pensione che può restare e si ritiene che non sia sufficiente, un consiglio è quello di aderire a un fondo di pensione integrativo. Come indica il nome, non sostituisce né toglie alcun diritto alla pensione base, ma aiuta ad avere un importo più alto. E, per quest'ultimo, in realtà, non c'è momento più o meno opportuno per avviarlo. Si può anche sollecitare quando si inizia a lavorare. Si tratterà di denaro che non si perde, che si accumula, che può dare un certo rendimento negli anni (dipende dal fondo pensione che si sceglie) e a cui si potrà accedere solo sotto determinate condizioni molto limitate o quando, ovviamente, si andrà in pensione.

Quanto prende di pensione un forfettario?

Dato che è una delle domande più frequenti, abbiamo voluto dedicare anche un piccolo spazio per parlare, in particolare, delle Partite Iva che hanno un regime forfettario.

 Nulla da temere perché la buona notizia è che, come nel resto delle Partite Iva, la pensione verrà calcolata tenendo conto dell'ultimo stipendio ridotto del 40%.

Come scegliere un fondo di pensione?

Premesso che nella maggior parte dei casi è consigliabile avere un fondo pensione che andrà ad aggiungersi alla pensione base, vediamo come sceglierne il migliore.

Come abbiamo già accennato, i fondi pensione sono uno strumento di risparmio a lungo termine il cui scopo è quello di fungere da integrazione con la pensione contributiva. Insomma, servono ad attenuare il gap di cui abbiamo parlato.

Per scegliere il fondo pensione più adatto a ciascuna persona, occorre tenere conto di fattori come la stabilità del fondo stesso e la propensione al rischio. Una volta chiarito questo, vedremo che non mancano le offerte tra cui scegliere.

Un punto importante è che il fondo pensione deve adattarsi alla persona e alle sue esigenze e non viceversa. Ad esempio, l'importo che verrà investito ogni mese in questo fondo pensione deve essere sufficiente per poter raggiungere l'obiettivo negli anni prefissati ma, allo stesso tempo, consentire di vivere nel presente e nel medio periodo senza limitazioni.

Una volta scelto il fondo pensione si può costruire un piano di versamento e non va dimenticato che tali versamenti (per qualsiasi motivo) possono essere sospesi in qualsiasi momento, così come ripresi. Questi tipi di contributi, non dimentichiamolo, sono effettuati in maniera del tutto volontaria.

Sebbene la situazione attuale in termini di economia non sia affatto prevedibile perché, come sappiamo, qualsiasi instabilità può influire sull'insieme, possiamo dire che questi tipi di fondi sono sempre consigliabili.

In ogni caso, nell'ultimo anno la redditività di questi fondi ha risentito del calo delle quote e dell'aumento degli interessi nominali.

Resta, a questo punto, da vedere come si svilupperà la situazione economica nel medio termine in un mondo ogni volta più interconnesso ma non possiamo dimenticare che, in questo caso dei fondi pensioni integrativi, si tratta di un investimento a lunghissimo termine (in media si parlerebbe di 30 anni o anche di più) e, come regola generale, anche con forti cali, l'economia si stabilizza e migliora sempre (come si è potuto osservare lungo la storia).

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