Diritto alla salute, lo snodo della civiltà

La diagnosi mar 02 agosto 2022
Editoriale di Emanuele Bracone
2min
Pronto soccorso dell'ospedale San Timoteo ©TermoliOnLine
Pronto soccorso dell'ospedale San Timoteo ©TermoliOnLine

TERMOLI. La notizia del miglioramento delle condizioni del 61enne Demetrio Luzzi, il noto tabaccaio di corso Nazionale, dichiarato fuori pericolo dai medici dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, non deve far mollare la presa sulla “vicenda San Timoteo”.

Un episodio, quello avvenuto tra sabato e domenica, che ha messo a nudo nel concreto tutte le criticità esistenti nella sanità pubblica molisana.

Solo pochi giorni prima avevamo pubblicato la disposizione del direttore del reparto di Cardiologia, Erminio Calgione, riguardo la carenza di personale, per la revisione del piano delle reperibilità del personale infermieristico, che aveva costretto a “lasciare” aperto il servizio di emodinamica soltanto dalle 8 alle 14.

Ebbene, in una località turistica come Termoli e più in generale nel bacino d’utenza del basso Molise, sia lungo l’intera costa che nell’immediato hinterland, con decine di comuni che fanno riferimento alla sala emergenze di viale San Francesco, d’estate la popolazione raddoppia nel vero senso del termine, con rientri di persone originarie dei luoghi che trascorrono qui le vacanze, anche per ricongiungersi alle famiglie, sia per flusso turistico vero e proprio.

Si sta espandendo e viene incentivata la ricettività diffusa, quella di piccoli numeri aggregati che sommati tra loro diventano cifre interessanti, ma con quali servizi?

Se non si riesce a garantire la gestione accettabile dell’emergenza-urgenza dove andiamo? Ha senso sforzarsi di promuovere un territorio che potenzialmente è a rischio, dal punto di vista sanitario?

L’indignazione dei tanti che hanno scritto in seguito alla storia di Demetrio è frutto di malcontento sedimentato nel tempo, nel vedere smantellato progressivamente un sistema che prima comunque riusciva a garantire la popolazione, forse più di quello che lo stesso immaginario collettivo pensava, ma ora non è più così.

Il commissariamento della sanità che 15 anni fa tolse potere decisionale alla Regione appare essere più una giustificazione aprioristica per delineare i futuri assetti che pongono il Cardarelli al centro della galassia ospedaliera.

Ora, il nervo è scoperto e questa scintilla ha già provocato il primo corto-circuito.

Quello che rinveniamo è una generale crisi di credibilità della politica, basti vedere i commenti alle prese di posizione dei vari esponenti, quelli formulati da chi è sganciato da logiche di appartenenza partitica e ideologica.

Un’atmosfera incandescente che renderà ancora più acuminata la campagna elettorale che subito dopo Ferragosto entrerà nel vivo, per concludersi appena dopo l’estate.

Il diritto alla salute è ineludibile e questa sarà la partita più importante, dirlo dopo due anni e mezzo di pandemia apparirebbe scontato, ma come abbiamo visto, non è affatto così.

Il tempo insegna, ma non sempre e non a tutti. 

Termolionline in questo sarà vigile, come abbiamo sempre fatto, non ricorrendo ad allarmismi, ma raccontando la realtà e stimolando la discussione.

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