Il gas sta bruciando la credibilità dell'Europa

Stoccati sab 01 ottobre 2022
Editoriale di Emanuele Bracone
2min
Il gas brucia la credibilità dell'Europa ©Money.it
Il gas brucia la credibilità dell'Europa ©Money.it

TERMOLI. Un’Europa a tutto gas. È quella istituzione comunitaria che tutti auspicavamo, baricentro di una democrazia compiuta, anche se con molti passi in avanti ancora da fare.

Purtroppo, le dinamiche degli ultimi anni, eccezion fatta per qualche sussulto di orgoglio, vedi il Recovery Plan, hanno dimostrato una condotta che nel tempo si è sempre più consolidata: forte coi deboli e debole coi forti.

Semplice, fin troppo, ammonire Paesi che abbiano debiti pubblici elevati, imporre rigori di bilancio che nel tempo hanno contribuito probabilmente a recidere cicli economici maggiormente virtuosi, ma poi essere inerti o quasi sulle questioni concrete.

Trascorso solo un anno e mezzo o poco più dalla querelle sui vaccini anti-Covid, dove l’Ue si è trovata nella condizione di aver stipulato contratti non onorati in tempi e forniture da parte delle major farmaceutiche, ci si trova innanzi a nuove impasse.

Adesso, di fronte a uno scenario internazionale che ribolle come il gas disperso in mare, l’inadeguatezza si è appalesata con l’incapacità di mettere mano a una bolla speculativa energetica che rischia di disgregare assetti socio-economici in ogni dove nell’Unione (o quasi), senza contare il diritto di tribuna rispetto a una guerra come quella russo-ucraina che vede gli Stati Uniti condurre il gioco dall’altra parte dell’Atlantico.

C’è qualcosa che va rivisto profondamente nelle politiche di Bruxelles e se lo rilevano pure esponenti di centrosinistra in Italia, che dell’Europa e anche dell’alleato Germania hanno avuto sempre considerazioni fin troppo riguardose, vuol dire che si è davvero consumato troppo di quello spirito comunitario che condusse alla creazione dell’Euro.

Assistere a una decisione massiccia come quella teutonica, di investire 200 miliardi di euro, poco meno dell’intero valore del Pnrr così tanto sbandierato in Italia, per salvare imprese e famiglie, e dall’altra parte non riuscire a delineare una politica energetica comune e imporre un price cap al gas, è la consacrazione di chi parla dell’Unione europea come una istituzione non al passo coi tempi.

Purtroppo le bollette che arriveranno, che si sommano a quelle già pervenute e pagate, non ammettono repliche e l’evoluzione degli ultimi giorni sul fronte bellico fa presagire tempi ancora più duri.

Un “nano” politico che rischia di essere all’ultima spiaggia, non a caso abbiamo voluto anche pubblicare nella serata di ieri l’articolo imperniato sulla lotta alla pesca illegale, non che non sia un tema importante, la salvaguardia dell’ambiente e del mare sicuramente lo è, ma dimostra come l’attenzione e la capacità d’intervento siano asimmetriche.

La società europea, la somma delle società dei Paesi membri, necessitano di altro, di risposte sul come superare una crisi senza precedenti. 

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