Clima e territorio, non c'è più tempo

Ultimatum mer 17 maggio 2023
Editoriale di Emanuele Bracone
1min
L'alluvione in Emilia-Romagna ©Facebook profilo Davide Cassani
L'alluvione in Emilia-Romagna ©Facebook profilo Davide Cassani
Piazza Maggiore allagata a Bologna

TERMOLI. Cambiamenti climatici e territorio, non c’è più tempo. Quanto sta avvenendo in queste ore in Emilia-Romagna, e parzialmente nelle Marche, ricalca un luttuoso e colpevole copione che da decenni riviviamo a ogni ondata di maltempo sempre più violenta.

Quasi trent’anni trascorsi dall’alluvione in Piemonte, oltre 20 da quella del Biferno, fortunatamente senza morti, ma con danni enormi, tragedie vere come Sarno, Soverato, Giampilieri, Genova, solo pochi mesi fa la provincia di Ancona, Ischia, potremmo farne un elenco davvero lungo.

Ma cosa è cambiato? Nulla. Eppure a mutare è il clima, in modo sempre più radicale, sempre meno gestibile.

A ogni dramma, si piangono le persone scomparse, si stanziano fondi ingentissimi per le emergenze e le ricostruzioni, ma non si fa prevenzione, non c’è una messa in sicurezza profonda della nostra penisola, che appare già fragile di suo ed esposta a queste variazioni atmosferiche imprevedibili, se non nella loro portata catastrofica.

Un quadro allarmante di cui sembra non ci si voglia rendere conto appieno. Eppure sono in gioco le cose più care che abbiamo, vite umane e l’ambiente in cui noi tutti viviamo.

La solidarietà, il modo in cui ci si prodiga dinanzi a simili sfaceli e disastri, le riflessioni, vengono spazzate via al sorgere del nuovo sole. Tuttavia, come abbiamo esordito d’acchito, non c’è più tempo.

Comunità e infrastrutture a repentaglio, l’Italia è un Paese meraviglioso, ma va custodito e forse è già tardi.

Cosa sarebbe accaduto in un territorio come il Molise dinanzi a un evento meteo così estremo? Non osiamo nemmeno immaginarlo.


I Vigili del Fuoco sono partiti dalla nostra regione per aiutare le popolazioni colpite da questa calamità naturale, vogliamo chiudere con le parole dell’ex ciclista e Ct della nazionale azzurra Davide Cassani.

«La mia Romagna è in ginocchio. Faenza è sott’acqua. Corso Saffi, che dalla piazza porta verso Forli, è diventato un fiume. Io abito lì, in centro. Nella corte di casa mia c’è un metro d’acqua e la macchina, in garage, è sommersa, da buttare via.

Solarolo, Lugo, Sant’Agata, Castel bolognese e chissà quanti altri paesi sono nell’emergenza più totale. Strade chiuse, gente disperata.

Sono al Giro, il mio parco giochi, ma ho perso il sorriso come lo ha perso la mia gente.

Ma supereremo anche questa tragedia, bisognerà rimboccarsi le maniche, facendo squadra, aiutandoci tutti. Forza Romagna, ce la faremo anche questa volta!»

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