Noi stiamo con gli agricoltori

Le ragioni sab 02 marzo 2024
Editoriale di Emanuele Bracone
2min
Gli agricoltori in piazza Donatori di Sangue ©termolionline.it
Gli agricoltori in piazza Donatori di Sangue ©termolionline.it
Il corteo di trattori del presidio "Uniti per l'Agricoltura" a Termoli

TERMOLI. Il presidio organizzato da “Uniti per l’Agricoltura” resiste tenacemente e conquistando sempre più credito (e adesioni) sin dallo scorso 6 febbraio, quasi un mese di protesta “bianca”, quella promossa da giovani coltivatori, che hanno scelto di scendere “in campo” per difendere il futuro delle loro aziende agricole ma non solo.

Un presidio che rappresenta una delle iniziative più significative che ricordiamo negli anni, proprio per il coraggio di metterci la faccia, persino i disagi causati inevitabilmente agli automobilisti e alla circolazione sono mitigati dalle ragioni alla base della loro rivendicazione corporativa, perché tutto nasce dalla terra e lo si comprende.

Noi sosteniamo questa battaglia, poiché riteniamo sia necessario dare un segnale, correggere la rotta, invertire una tendenza che ci sta portando a una esistenza sempre più artificiosa.

Sette le motivazioni che inducono a condividere il “braccio di ferro” che sta riguardando la categoria in tutta Europa.

1. Politiche comunitarie da rivedere: troppo spesso dall’avvento dell’Unione europea abbiamo assistito a un “assalto” alla diligenza per privilegiare assi del Nord, basti pensare alle quote latte, l’Ocm Zucchero e alla pesca.

2. Salvaguardia delle risorse naturali: rendere più competitivo il sistema agricolo vuol dire anche permettere di risparmiare risorse naturali, nell’ottica di avere produzioni più sostenibili, oltre al naturale beneficio per l’ambiente, i cambiamenti climatici per primi disastrano la capacità reddituale degli agricoltori.

3. Made in Italy: Cibi e prodotti del nostro territorio, così straordinariamente eterogeneo e con caratteristiche peculiari da zona a zona sono una ricchezza inestimabile, che possiamo declinare assieme a quello del patrimonio storico e culturale. Uno scatto di orgoglio per valorizzarlo, incrementando la competitività nell’economia del Paese, troppo spesso “piegata” sulle importazioni.

4. Salubrità: È indubbio che uno dei fattori di maggiore importanza è quello di garantire la salubrità della nostra alimentazione, favorendo sempre più un approvvigionamento a km zero sulle nostre tavole vuol dire compiere un passo avanti verso la nutrizione più genuina, a questo si deve aggiungere anche il ricorso a scelte di politica agronomica più salutari.

5. Cura del territorio: la sopravvivenza e la modernizzazione delle aziende agricole è una prospettiva fondamentale per tutelare il territorio, evitando che dall’abbandono nascano pericoli e si pongano le basi per acuire i rischi di dissesto.

6. Contro lo spopolamento: La rinascita dei borghi può avvenire attraverso una riconversione turistica, ma il crollo demografico delle piccole realtà, spina dorsale del Molise e dell’Italia, si contrasta soltanto se i comprensori non vengano abbandonati anche nelle campagne, che devono fornire linfa vitale ai micro-sistemi.

7. Rinnovare le radici e le tradizioni: Non possiamo assistere passivamente alla disgregazione di tradizioni secolari e radicate, un ritorno al legame tra la “terra” di origine, la storia e le generazioni future rappresenta la garanzia di non rottamare una memoria storica di grande valore, garantendo anche un orizzonte di imprenditorialità ai più giovani.

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