Dalla piccola Eleonora una lezione di realismo tra responsabilità sociale e d'impresa

La riflessione gio 05 settembre 2024
Editoriale di Emanuele Bracone
2min
Il futuro da scrivere alla Stellantis ©Termolionline
Il futuro da scrivere alla Stellantis ©Termolionline

TERMOLI. Competitività e scelte ideologiche. L’Europa rischia di andare a sbattere sempre di più, a causa di una incapacità di stare al passo coi tempi, paradossalmente dopo aver varato linee d’azione futuribili, come quelle sulla transizione ecologica nel mondo industriale dell’auto.

Bruxelles non è così lontana da Termoli, lo affermiamo poiché quanto sta avvenendo nel principale asset industriale del vecchio continente, che regge le economie di Germania, Francia e Italia (guarda caso le nazioni dove sono in programma le Gigafactory Acc) è la spia di come si sia andati oltre la linea di allerta.

Stanno venendo meno certezze che fino a poco tempo fa apparivano granitiche, basta guardare alla Germania, imbrigliata in una crisi che non sembrava potesse riguardarla.

Tra sette giorni in piazza a Termoli sarà misurata la reattività del nostro territorio, nel presidio attivo che le organizzazioni sindacali metalmeccaniche hanno indetto per tenere altissima l’attenzione in vista del decisivo tavolo di confronto al Mimit del 17 settembre.

Incastri locali, scenari nazionali e prospettive europee, rappresentano l’effetto domino di un momento di assoluta difficoltà vissuta a cavallo tra cambiamenti climatici e necessità di sostenere un apparato che se dovesse crollare determinerebbe impoverimento e tensioni sociali, a dire poco.

Termoli, forse non è stato ancora ben compreso, nel mondo dell’automotive è chiamata a ricoprire nel futuro – si spera ciò avvenga – un ruolo strategico per la produzione dei veicoli elettrici, perché avere una delle tre fabbriche di batterie elettriche destinate al mercato occidentale è una opportunità e una responsabilità, sociale e d’impresa.

Ciò che sarà determinato nelle prossime settimane segnerà il destino di migliaia di famiglie, solo guardando al Molise, ma con un impatto ben più esteso.

La lettera della piccola Eleonora, che guardando lo sguardo teso e preoccupato del padre, è dirimente sullo stato d’animo che si sta vivendo nel basso Molise, soprattutto.

Ricordiamo tutti quanto si considerasse il posto di lavoro in Fiat (oggi Stellantis) alla stregua del posto fisso statale, inattaccabile. Ebbene, non è più così e l’inversione di tendenza si è avuta con l’inseguire incentivi all’esodo, più che far battaglia per restare sulla linea di produzione. Cambiano gli scenari, mutano le generazioni, le aspettative si trasformano.

Perché abbiamo evocato l’Europa? Perché gli effetti delle scelte compiute in ambito comunitario si riflettono sempre più sul nostro quotidiano.

Lo sviluppo post bellico, dal boom degli anni ’60 in poi, ha poggiato le basi su questo settore, ora tutti si stanno accorgendo che senza incentivi e aiuti, il baratro è molto vicino, industriale e occupazionale.

La politica, ai vari livelli, deve prendersi carico di questo e speriamo lo si cominci a fare dal 17 settembre.

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