Nel 2019 troppi i morti per sinistri stradali nel Molise

lun 07 dicembre 2020
Editoriale di Claudio de Luca
2min
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MOLISE. I programmi europei (decennio 2011-2020) avevano previsto il dimezzamento dei morti per incidente. Ma, nel 2019, sulle strade molisane, sono stati 555 gli incidenti (28 morti e 913 feriti). Praticamente, rispetto all’anno prima, si sono verificati 77 sinistri in più, è cresciuto di 182 il numero dei feriti e quello dei morti ha superato di 13 unità quello del 2018. La cosa curiosa è quella per cui il Molise è andato in controtendenza rispetto ai numeri nazionali. Difatti, dividendo i sinistri mortali per provincia, sono 22 le persone che hanno perso la vita nel Campobassano e 6 quelle perite lungo le strade della Pentria mentre, nel 2018, erano state - rispettivamente - 11 e 4.

Nel decennio precedente le vittime erano diminuite del 24,3% rispetto alla media nazionale (-42%); mentre, per il 2019, le vittime si erano ridotte del 22,9%, in Molise l’indice è lievitato da 4,3 a 5 deceduti ogni 100 incidenti. L’incidenza di bambini, giovani ed anziani morti è stata superiore alla media nazionale (50,0% contro 45,2%). Analizzando il ruolo che hanno avuto nell’incidente il peso relativo (sul totale dei deceduti) è stato inferiore a quello nazionale (17,9% contro 49,6%, mentre l’incidenza di pedoni morti è diminuita da 14,3% a 10,7% e - nel resto della Penisola - è lievitata da 15,1% a 16,8%). Il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in quasi 17 miliardi di euro per l’intero territorio nazionale (279,5 € pro capite) e quasi 87 milioni (285,4 ‘pro capite’) in Molise. Tra il 2018 e il 2019 l’indice di lesività trànsita da 152,9 feriti ogni 100 incidenti a 164,5; l’indice di mortalità cresce da 3,1 a 5 decessi ogni 100 incidenti e quello di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti X 100) da 2 a 3. L’incidentalità rimane alta lungo la costa, nei Comuni capoluogo di provincia e lungo la ‘Sannitica’, la SS 17 dell’appennino abruzzese, l’appulo-sannitico e la ‘Venafrana’.

Pericolosa anche la ‘Casilina’ e la Fondovalle del Biferno. Nel 2019 il maggior numero di incidenti (300, il 54,1% del totale) è stato registrato lungo le strade urbane ed ha provocato 4 morti (14,3% del totale) e 426 feriti (46,7%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano del 14,1% in ambito urbano e del 22,6% sulle strade extraurbane mentre diminuiscono del 31,3% sulle autostrade. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (9,8 decessi ogni 100 incidenti). Su quelle urbane, il 47,3% avviene sui rettilinei. Su quelle extraurbane la percentuale sale al 52,6%. In ambito urbano gli incidenti (in corrispondenza degli incroci) rappresentano il 24,3% del totale; seguono quelli che si verificano in curva (9,3%) e nei pressi di una intersezione (7,7%).

Lungo le strade extraurbane il 27,1% degli incidenti si verifica in curva, il 6,3% nei pressi di una intersezione. La concentrazione degli incidenti è maggiore nel periodo estivo ed autunnale. Tra giugno e novembre si contano 331 incidenti (il 59,6% di quelli avvenuti durante l’anno) con lesioni per 560 persone (61,3%) mentre 15 sono decedute (53,6%). Quasi il 78% degli incidenti ha luogo tra le 8 e le 20, ma l’indice di mortalità raggiunge il valore più elevato nella fascia oraria posta tra le 22 e le 23: 25 morti ogni 100 incidenti, di gran lunga superiore alla media giornaliera (5). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 35,8% degli incidenti, il 14,3% delle vittime e il 45,1% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 8,6 decessi ogni 100 sinistri. Gli indicatori statistici di mortalità e gravità evidenziano una situazione più critica nelle aree interne, dove nel 2019 si registrano valori (rispettivamente 5,7 e 3,2) superiori alla media regionale (5 e3). Rispetto al 2018 gli indicatori statistici di mortalità e gravità (rispettivamente 4,4 e 2,7) sono notevolmente aumentati nella totalità dei centri.

Claudio de Luca

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