Trasporto dializzati, dopo la mozione: «Impensabile interrompere il servizio»

mar 26 gennaio 2021
Flash News di La Redazione
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Andrea Greco (M5S) ©Termolionline
Andrea Greco (M5S) ©Termolionline

CAMPOBASSO. «La convergenza dell’intero Consiglio regionale sulla nostra proposta a tutela del servizio di trasporto dializzati è un segnale importante, ma è solo il primo passo verso la difesa di un diritto sacrosanto».

Lo afferma il consigliere regionale pentastellato Andrea Greco.

«Oggi ho voluto seguire i lavori del Consiglio in maniera itinerante, prima dal Caracciolo di Agnone, poi dal Veneziale di Isernia, infine dal Vietri di Larino, per denunciare ancora una volta le difficoltà del sistema sanitario regionale.

Come detto sono partito dal Caracciolo dove il servizio di trasporto dei pazienti che effettuano trattamento dialitico è a rischio sospensione dall’1 febbraio prossimo. Sarebbe un atto grave, al quale ci siamo subito opposti perché parliamo di un servizio vitale in alto Molise come in ogni altro angolo della regione, perché il trasporto dei dializzati è nei Lea dal 2001 e confermato nel 2017, ma anche perché il trasporto per una terapia salvavita è parte della terapia stessa.

Per questo motivo abbiamo presentato una mozione sulla quale abbiamo chiesto e ottenuto la convergenza da parte di tutte le altre forze politiche. In questo modo tutto il Consiglio ha impegnato il presidente Toma ad attivarsi immediatamente presso l’Asrem e il Commissario ad acta per la sanità, affinché il servizio di trasporto dializzati sia garantito senza alcuna interruzione e affinché sia garantito e potenziato lo stesso servizio pubblico presso gli altri presidi ospedalieri regionali.

Siamo soddisfatti che la proposta abbia portato all’unità di tutte le forze politiche, ma ora bisogna passare ai fatti.

Sempre questa mattina ho mostrato le condizioni in cui versa l’ospedale agnonese, simbolo di un sistema sanitario in difficoltà per volontà politiche tanto chiare quanto cieche.

L’ingresso dell’ospedale è privo di controlli anticovid, non c’è alcuna attività di pre-triage, addirittura il personale medico ha dovuto autotassarsi per acquistare finanche gli adesivi di distanziamento. Intanto ci sono sale operatorie nuove, pagate centinaia di migliaia di euro, ma inutilizzate; da otto mesi l’unico reparto strutturato, quello di Medicina, è senza primario e il bando che doveva servire a individuare il facente funzioni non ha avuto seguito. E pensare che il solo servizio di pulizia del Caracciolo, ovviamente esternalizzato, solo nel 2019 è costato addirittura 400.000 euro, una cifra con la quale avremmo potuto assumere qualcosa come sei primari.

Eppure abbiamo suggerito tante soluzioni contro la carenza di personale: basterebbe un nefrologo per garantire due turni di dialisi, il che vorrebbe dire fare mobilità attiva, data la vicinanza di Agnone ai confini con l’Abruzzo; e basterebbe l’invio di un anestesista da Isernia due tre volte a settimana per potenziare la day surgery e la week surgery chirurgica e ortopedica, riuscendo in un sol colpo ad alleggerire la pressione sugli altri ospedali, a snellire le liste d’attesa e, quindi, a migliorare la risposta ai cittadini.

Insomma, c’è ancora tanto lavoro da fare. Oggi è arrivato un segnale importante, ma non basta: ora il presidente Toma, il direttore Florenzano e il commissario Giustini devono passare ai fatti e farlo subito».

Greco è intervenuto anche sull'ospedale Caracciolo di Agnone.

«La Regione Molise e l’Asrem continuano nell’opera di demolizione dell’unico presidio ospedaliero presente sul territorio altomolisano, punto di riferimento anche per innumerevoli comuni dell’alto Sangro e Vastese.
Di passerelle e promesse fatte negli anni passati ne abbiamo viste parecchie. Le ultime sono quelle del governatore Donato Toma e del direttore generale Asrem, Oreste Florenzano. Così, mentre ci dicono che tutti i problemi saranno risolti, registriamo le ennesime chiusure di servizi fondamentali, il mancato rinnovo del parco tecnologico, la quasi totale assenza di ambulatori con il personale medico e paramedico umiliato e costretto a certificare il Caracciolo ormai ridotto a deposito di bugie e raggiri.
Ad una situazione non più tollerabile, si aggiunge ora anche il tentativo di l’Asrem di sopprimere il servizio trasporti per i dializzati in barba a quanto previsto dai Lea. Anche qui non lo permetteremo.
Da anni, a livello regionale cerchiamo di contrastare la privatizzazione del comparto sanitario. Ad Agnone poi siamo di fronte ad un disegno diabolico avviato dai governi di destra e di sinistra che, incuranti delle esigenze della popolazione, con un tratto di penna hanno cancellato reparti come Pediatria, Chirurgia-Ortopedia, Otorinolaringoiatria.
Se non bastasse, nel corso una pandemia che continua a mietere vittime, assistiamo allo squallido scaricabarile tra le figure di vertice dell’azienda sanitaria, un rimpallo di responsabilità che persevera nel danneggiare le fasce più deboli delle aree periferiche del Molise.
La cecità di una classe politica incompetente e l'arroganza di dirigenti strapagati comporta che qualsiasi suggerimento risulti inascoltato. L'ultima conferma arriva dalla concreta proposta fatta dal MoVimento 5 Stelle riguardo l'attivazione delle modernissime sale operatorie dell'ospedale agnonese, una cosa che ripetiamo da almeno due anni in maniera ossessiva. Sale costate centinaia di migliaia di euro pubblici, utilissime per interventi chirurgici in regime di Day e week surgery, che potrebbero abbattere le liste di attesa registrate negli ospedali più grandi. Nonostante ciò, Asrem e Regione preferiscono fare orecchie da mercante. In un momento come questo significherebbe abbattere le liste d’attesa su tutto il Molise in maniera realmente significativa. Purtroppo non vogliono ascoltare mentre vediamo ogni giorno acuirsi i problemi nell’hub regionale di Campobasso.
Inoltre, da mesi, il reparto di Medicina interna è senza la guida di un responsabile con l'azienda sanitaria che ignora i nostri continui e ripetuti solleciti. E ancora: dopo il pensionamento del direttore sanitario avvenuto l'1 gennaio 2021, non c'è alcun referente dell'azienda sanitaria regionale a cui fare affidamento.
A questo punto invitiamo cittadini, amministratori, studenti, associazioni, sindacati, imprenditori, commercianti, i rappresentanti della Chiesa e coloro i quali vogliono continuare a vivere con dignità e rinnovata fiducia in questa terra, a non appiattirsi su una tematica vitale. Rassegnarsi significherebbe darla vinta a questi signori che quotidianamente ignorano la dignità e la storia di un popolo che è stato antesignano nei più svariati settori: uno su tutti, proprio la sanità pubblica di qualità, fiore all'occhiello ed esempio virtuoso da oltre mezzo secolo.
Mercoledì 27 gennaio, presso l’info-point di corso Vittorio Emanuele, alle ore 11:00, terrò una conferenza stampa durante la quale, insieme ai miei colleghi, farò il punto della situazione e delle azioni da intraprendere.
In quella circostanza lanceremo l’evento online pro-Caracciolo in programma sabato 30 gennaio, sulla mia pagina Facebook, per approfondire problemi e soluzioni, insieme a chiunque abbia a cuore le sorti dell'ospedale.
È arrivato il momento di dire basta: non siamo più disposti a rinunciare a progettare il nostro futuro e quello dei nostri figli. C'è qualcuno che vuole chiudere tutto e lasciar morire l'ospedale per consunzione. Noi gli faremo capire che non staremo a guardare mentre calpestano i nostri sacrosanti diritti. Noi ci siamo e ci saremo, ma abbiamo bisogno del contributo e del supporto di tutti.
Per salvare il Caracciolo, patrimonio di umanità e professionalità, occorre remare tutti nella stessa direzione».

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