Giorno della Memoria, le celebrazioni in Molise

mar 26 gennaio 2021
Flash News di La Redazione
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Giorno della Memoria, le celebrazioni in Molise ©Getty Images
Giorno della Memoria, le celebrazioni in Molise ©Getty Images

MOLISE. Si celebra domani, 27 gennaio, il “Giorno della Memoria” e anche il Molise celebra la storia per ricordare le vittime della Shoah e l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz attraverso celebrazioni ed eventi in streaming per non lasciare che il ricordo di quanto avvenuto venga perso.

REGIONE MOLISE. «Ricordare per non dimenticare, testimoniare affinché le giovani generazioni comprendano che la conoscenza della Shoah sia un dovere morale e civile. È necessario abbandonare l'indifferenza, prendere parte, dibattere, meditare perché non venga sottovalutato un periodo storico caratterizzato dall'orrore di ciò che è stato uno dei più grandi genocidi, se non il più grande, che la storia annoveri e di cui si abbia contezza. Accadimenti raccapriccianti che resteranno impressi nella memoria di ognuno di noi.

Il 27 gennaio del 1945, le truppe sovietiche fecero il loro ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz. Furono i primi testimoni oculari delle crudeli e spietate persecuzioni perpetrate a danno del popolo ebraico, deportato in massa nei campi di concentramento e sterminato a seguito della cosiddetta “soluzione finale”, decisa e messa in atto dai nazisti.

La Legge 211 del 20 luglio 2000 ha istituito una giornata commemorativa, il 27 gennaio, “al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

In questa giornata, ogni anno, sono tante le iniziative promosse, anche e soprattutto nelle scuole. Un segnale d’attenzione importante, direi fondamentale.

Per comprendere fino in fondo quanto sia avvenuto, significative sono le testimonianze di coloro che hanno vissuto quei giorni, sempre più pochi, in verità, man mano che passano gli anni. Nella nostra terra, in Molise, abbiamo avuto un autorevole testimone dell’Olocausto che, in più occasioni, ci ha offerto interessanti spunti di riflessione. Il commendatore Giovanni Tucci, venuto a mancare lo scorso mese di dicembre, ha dedicato gran parte della propria vita alla narrazione dell’esperienza diretta da lui vissuta in un campo di lavoro in Polonia. L’ha fatto nelle scuole, parlando agli studenti nel corso di eventi e convegni, con pacatezza, umanità, ma, allo stesso tempo, con determinazione e grandi capacità comunicative ed evocative.

Il vissuto di don Giovanni, che ricordiamo sempre con rispetto e ammirazione, rimanda, tra l’altro, ad un'altra evidenza storica poco nota. Non tutti sono a conoscenza che alcuni comuni molisani furono scelti per la localizzazione dei campi di concentramento che il regime fascista individuò in alcune zone dell’Italia centrale e meridionale, ritenute non strategiche dal punto di vista militare. In essi, secondo le leggi dell’epoca, avrebbero dovuto essere internati “sudditi nemici atti a portare le armi o che comunque potessero svolgere attività dannosa per lo Stato”. In effetti, vi furono rinchiusi, in condizioni disumane, ebrei, cittadini di altre nazionalità, minoranze etniche, oppositori del regime.

Una brutta pagina che, insieme alle leggi razziali e alla deportazione degli italiani di origine ebraica, ha coinvolto, purtroppo, in azioni esecrabili anche l’Italia fascista e monarchica di quegl’anni.

Violenza, terrore, atrocità non hanno confini territoriali, temporali e ideologici.La memoria, la ricostruzione fedele degli eventi, l’introspezione dei fatti filtrati da un patrimonio di democrazia acquisito e consolidato, la maturità e la consapevolezza che taluni abomini non debbano più accadere e occorra essere sempre vigili per prevenirne eventuali recrudescenze, sono sicuramente motivo di crescita e di miglioramento per la società e attualizzano, al di là del ricordo, il messaggio profondo insito nella celebrazione di questa giornata».

L'intervento del presidente della Regione Molise, Donato Toma, in occasione del Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio di ogni anno.

PROVINCIA DI CAMPOBASSO. La memoria, lo studio della storia, sono elementi indispensabili del nostro percorso di vita. Conoscere e analizzare la storia per non ripetere più gli errori del passato, assicurando all’umanità un presente e un futuro sempre migliori.

La Giornata della Memoria, così come tutte le altre ricorrenze con cadenza annuale o periodica, non deve essere vissuta come automi nella ripetizione degli eventi. Ma abbiamo il dovere civico e morale, tutti noi come cittadini, di ricordare coloro che sono state vittime di vessazioni, violenze e morte.

L’Olocausto rappresenta una pagina nera e triste dell’Europa e di un periodo storico, caratterizzato da morte e distruzione. Una pagina da cancellare e, al contempo, da commemorare anche per onorare le persone uccise nei vari campi di sterminio nazisti.

Come Istituzioni non dobbiamo mai abbassare la guardia, poiché l’eco del male dei lager potrebbe risvegliarsi. Per evitare ciò, è indispensabile rivolgerci alle generazioni più giovani, ovvero a coloro che rappresentano il futuro della nostra società.

Abbiamo ascoltato, nel corso dei decenni, dalla viva voce dei sopravvissuti ai lager la crudeltà vissuta. Sono gli anziani le nostre guide, la nostra memoria, quella generazione che, purtroppo, nell’ultimo anno, è stata duramente colpita dalla pandemia. A loro deve andare sempre la nostra vicinanza. Rappresentano la nostra lunga memoria.

Ancora oggi dobbiamo chiederci come mai l’uomo si sia potuto rendere protagonista di una simile crudele organizzazione.

La Giornata della Memoria deve essere anche un momento di riflessione per inquadrare bene il periodo storico insieme con il momento politico e sociale vissuto in Europa nella prima parte del ‘900.

Istituzioni e mondo scolastico hanno il dovere di non dimenticare quanto accaduto, affinché nel futuro simili episodi non si verifichino mai più.

VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL MOLISE FILOMENA CALENDA. La shoah rappresenta una ferita ancora aperta che scuote le nostre coscienze e che ci pone dinanzi a quesiti sulla natura umana e sulla brutalità di un evento che ha segnato la nostra storia. L’istituzione della giornata della memoria vuole essere un monito, soprattutto per le nuove generazioni, di quello che accade quando ci si allontana dalla via della democrazia e della tolleranza. Il disegno criminale dei regimi totalitari ha portato allo sterminio di milioni di ebrei, rom e sinti, diversamente abili e oppositori politici. Quel gelido gennaio 1945 dietro quei cancelli di Auschwitz abbiamo scoperto un mondo nuovo, che credevamo impossibile. Invece, purtroppo, abbiamo dovuto fare i conti con una realtà orribile. Le immagini dei campi di concentramento sono impresse nella mente di tutti noi. Uomini, donne e bambini sfigurati dalla fame e dalle sofferenze. Fosse comuni in cui chi ha perso la vita nelle camere a gas non ha avuto nemmeno il diritto a una degna sepoltura. Quei visi straziati dal dolore ci ricordano che l’odio e il fanatismo, anche nell’ambito della politica, non rappresentano la soluzione, bensì il problema. La shoah ci ha lasciato in eredità un mondo più consapevole e pronto a voltare pagina. Ma troppo spesso, soprattutto negli ultimi tempi, ci troviamo di nuovo a fare i conti con personalismi e discriminazioni che rischiano di minare quanto fatto fino ad ora per evitare che quanto accaduto il secolo scorso non si ripeta più. La pandemia da Covid-19, inoltre, ci ha posto dinanzi a una società ancora più fragile, in cui le categorie più deboli sono quelle costrette ad affrontare le maggiori difficoltà. È proprio in questi momenti difficili che è importante tenere a mente la dolorosa lezione che ci lascia in dote la giornata della memoria: chiudere gli occhi dinanzi a coloro che ci chiedono aiuto può portare a conseguenze tragiche.

LARINO. In occasione della Giornata della Memoria l'amministrazione comunale frentana, l'assessorato alla cultura guidato dalla professoressa Maria Giovanna Civitella ha organizzato per domani, 27 gennaio, un appuntamento- dibattito che sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook dell'Ente a partire dalle ore 17.00 "Per non dimenticare: oggi come ieri?". Questo, il titolo dell'evento che porrà al centro della discussione i temi simbolo di una giornata dedicata al fare memoria del passato per decidere di essere oggi migliori, non per una reazione emotiva alle atrocità, ma come presa di coscienza ragionevole verso quanto di più abominevole è stato possibile perpetrare da parte di esseri umani verso i propri simili. Il potere di chi decideva è stato strumento consapevole ai fini dell' annientamento di milioni di persone. Accanto all'assessore Civitella, dopo i saluti della presidente del consiglio Dott.ssa Iolanda Giusti prenderanno la parola Don Antonio Di Lalla, parroco della Beata Vergine delle Grazie, il poeta Enzo Bacca, la dottoressa Antonella Spina e la professoressa Laura Lotto. A loro il compito di sviscerare l'importanza della coscienza rispetto alla legge, di spiegare come l'odio contro gli Ebrei non abbia una motivazione etico-religiosa, ma anche di capire cosa oggi si rischia di fronte ai nuovi totalitarismi che soffocano le coscienze. Nel corso dell'evento saranno letti alcuni brani significativi in virtù dei quali si farà memoria di quanti subirono solo perché non essere appartenenti alla razza ariana. L'incontro sarà d'auspicio per riflessioni più frequenti al fine di riconoscere ed eliminare il male alle radici.

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