L'anfiteatro romano di Larino in condizioni di abbandono
LARINO. Degrado e abbandono all’anfiteatro romano. E’ quanto rileva e denuncia Napoleone Stelluti.
«Nei giorni scorsi comparvero sulla stampa locale degli editoriali che mettevano in evidenza il degrado nella maggior parte delle zone archeologiche del Molise. Prendendo lo spunto da ciò, ne approfitto per parlare della mia amata Larinum per la quale ho speso diversi quattrini con i miei libri e per la sua valorizzazione specialmente dell’Anfiteatro Romano. A parte quindi la sfalciatura dell’erba che è stata compiuta a cura del Comune di Larino in vari periodi di quest’anno, resta grave il degrado e l’abbandono, mi riferisco in particolare al distacco della pittura murale, nella costruzione che è situata presso la porta sud conosciuta come ex palazzina appartenuta prima ad Andrea Moro poi ai Calvitti ed infine alla famiglia De Gennaro Giuseppe Orazio che la donò insieme all’anfiteatro al Comune di Larino per la cifra simbolica di cinque lire.
Ora è proprietà del Ministero dei Beni Culturali e spesso faccio da guida a comitive di turisti che occasionalmente passano a visitarlo, nel 1978 con la legge 285 sulla occupazione giovanile fu oggetto di uno scavo sistematico che ne riportò alla luce l’intera cavea con il restauro dei ruderi emergenti. Ebbene in quella occasione furono adoperati per il restauro dei mattoncini moderni di color marrone, il cui intervento fu lodato persino dal famoso Vittorio Sgarbi. Insomma restano nell’ala che lambisce la strada statale sannitica 87 degli interi bancali che mettono ancora di più in risalto il degrado e l’abbandono. Inoltre a questi bancali si aggiungono diverse grate di ferro adoperati all’epoca per la realizzazione di camminamenti per il pubblico dei visitatori davanti all’ambulacro, non si capisce come mai stanno ancora lì e non vengono portate in un magazzino della Soprintendenza Archeologica, in modo tale da eliminare questa commistione tra antico e moderno.
A complicare le cose infine ci si è messo poi anche l’ex Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli accorpando la nostra Soprintendenza a quella dell’Abruzzo, cancellando anni di storia e conquiste delle nostra Regione Molise. C’è da sperare che il prossimo Ministro Dario Franceschini, con la sua esperienza per aver già ricoperto questo incarico negli anni scorsi, riveda questo pastrocchio e ci restituisca il maltolto e principalmente la nostra dignità e autonomia. Evviva sempre il nostro Molise, evviva Larino!»