Il reverendo triventino Nicolas Pavone “padre degli orfanelli” amato negli Usa

ven 20 settembre 2019
Flash News di La Redazione
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Il reverendo triventino Nicolas Pavone ©Ambasciatori della fame
Il reverendo triventino Nicolas Pavone ©Ambasciatori della fame

TRIVENTO. L'associazione "Ambasciatori della fame" torna a raccontarci le gesta dei tanti personaggi molisani distintisi negli Stati Uniti del secolo scorso.

«Il reverendo padre “Nicolas” (Nicolino Alfonso Gioacchino) Pavone nacque a Trivento in contrada San Nicola, il 18 agosto del 1878, da Felice (trentatreenne “fabbricante di pasta” e figlio del “sarto” Giulio e Mariagiuseppa Porfirio) e Teodora Grignoli (trentenne “filatrice” e figlia del “ferraro” Fortunato e di Emiddia Grignoli). I suoi genitori si erano sposati a Trivento il 19 ottobre del 1871.

Nel 1886 entrò nel Seminario di Trivento (eretto dal vescovo Giulio Cesare Mariconda) e fu ordinato sacerdote il 23 dicembre del 1901 dal Vescovo Monsignor Carlo Pietropaoli. Nel 1902 si recò a studiare alla scuola La Minerva dei Padri Domenicani a Roma. Nel 1903 fece rientro a Trivento dove ricoprì l’incarico di segretario del vescovo e poi di parroco della Chiesa della Santa Croce di Trivento. Nel 1904 fu insegnante nello storico Seminario di Larino. L’anno successivo si offrì di raggiungere gli stati Uniti dove c’era una forte richiesta di sacerdoti italiani. Il suo ruolo, come quello di tanti altri sacerdoti, fu determinante per i nostri emigranti.

Giunse in America il 20 dicembre del 1905. L’Arcivescovo John Murphy Farley (irlandese nato nel 1842 e morto nel 1918) ne apprezzò da subito le doti umane e lo inviò come parroco alla “St. Peter's Church at Our Lady of the Rosary Chapel” di Poughkeepsie di New York. Già nel 1910 acquistò un appezzamento di terreno sul quale fece costruire una nuova Chiesa con la Canonica. Durante l’inaugurazione disse: “Ho insistito tanto perché sorgesse questa Chiesa che servirà a rendere migliori i cittadini di questa città e a risolvere i loro problemi”.

Padre Nicolas Pavone fece costruire, asili, sale gioco e mense per i più poveri. Seguì particolarmente i figli dei nostri emigranti divenendone un punto di riferimento. Fece avvicinare i ragazzi allo sport, lui ne era appassionato, e attrezzò campi di baseball e football e lui stesso divenne dirigente. Fu Pastore dell’istituto degli orfanelli la “Mother Cabrini Orphanage school”. E quegli orfanelli continuò a seguirli sempre, aiutandoli a trovare lavoro, a metter su famiglia e a realizzarsi nelle loro professioni. Lui di loro diceva “li sento miei figli”. Fu Rettore di vari istituti religiosi».

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