Salario minimo e uguaglianza dei diritti, anche il Pcl Molise al congresso nazionale
CAMPOBASSO. Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato del Partito Comunista dei Lavoratori- sezione Molise:
"Anche il PCL Molise, con il suo delegato, l’operaio Fiat di Termoli Pino Lanza, ha partecipato al quinto congresso nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori, tenutosi nei giorni scorsi.
Si è affrontata la realtà della debolezza soggettiva del nostro Partito, anche come riflesso dell’arretramento spaventoso della coscienza di classe e massa, favorita da anni di politiche antisociali della dirigenza delle sinistre, subalterne al grande capitale ed al PD liberale, che ha spianato la strada al populismo reazionario delle destre da Berlusconi a Salvini, cioè ai nemici giurati delle classi lavoratrici e sfruttate, a coloro che scatenano solo le guerre tra poveri verso falsi obiettivi per preservare l’ordine ed il potere capitalistico esistente,fondato su ingiustizie e guerre e miserie.
E di questa situazione ne risente anche il Molise, dall’occupazione al taglio dei servizi essenziali come la sanità pubblica e i trasporti.
Si tratta, anche dal Molise, di unificare le lotte e promuovere una piattaforma generale delle ragioni del lavoro, nella prospettiva di una mobilitazione di massa generale e prolungata contro il governo e il padronato, sostenuta da casse di resistenza, la cui piattaforma e i metodi di lotta siano elaborati e decisi attraverso assemblee unitarie di delegati e delegate, eletti/e nei luoghi di lavoro, fino al livello nazionale.
Una piattaforma che abbia come punti qualificanti:
– Il blocco dei licenziamenti e la nazionalizzazione di tutte le aziende e servizi privatizzati negli ultimi venticinque anni, senza indennizzo e sotto controllo sociale, a partire dai beni comuni (autostrade, servizi idrici, trasporti...) e di tutte le aziende che delocalizzano o licenziano o inquinano
– il recupero dell'articolo 18 e la sua estensione a tutti i lavoratori
– la cancellazione delle leggi di precarizzazione del lavoro ed assunzione dei lavoratori precari; la ripartizione del lavoro tra tutti, attraverso la riduzione dell'orario di lavoro a 32 ore a parità di paga;
– l'introduzione di un salario minimo intercategoriale di 1500 euro e di un vero salario sociale ai disoccupati e ai giovani in cerca di prima occupazione, pagato dalla cancellazione dei trasferimenti pubblici alle imprese private
– la reale abolizione della legge Fornero; età pensionabile a 60 anni o 35 di lavoro, finanziata dalla tassazione progressiva dei grandi patrimoni, profitti, rendite e dall'abolizione del debito pubblico verso le banche
– la piena uguaglianza di diritti tra lavoratori italiani e immigrati per eliminare la clandestinità e lo sfruttamento semischiavistico ed aumentare la sicurezza sociale."