«I sindacati non hanno rappresentato noi lavoratori»: la denuncia dell'Usb Termoli

mar 24 marzo 2020
Flash News di La Redazione
4min
Usb ©Termolionline.it
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TERMOLI. «Oggi tutte le testate giornalistiche sia nazionali che territoriali riportano urlante il titolone “Sindacati si dicono pronti allo sciopero”. Certo, “meglio tardi che mai”! Ma… Cosa vuol dire “essere pronti”, dopo un mese?!» domandano retoricamente dalla Usb di Termoli.

«Cosa vuol dire “si dicono”, per quei lavoratori che, nei fatti, anche oggi, si sono recati in fabbrica?! Per cosa sta “i sindacati”, se sono soltanto in tre?!

E intanto che “ai piani alti” si discute da settimane, i giorni sono passati, e nelle fabbriche si continua a lavorare! Bella strategia!!!

Siamo al martedì della quinta settimana di quarantena. La contromisura di chiudere le fabbriche è arrivata solo domenica... e nei meriti, non ne impone la chiusura totale grazie a “deroghe” e “deroghe alle deroghe”, che lasciano fuori dalla grazia di non ammalarsi ancora migliaia di persone, costrette a continuare a sacrificarsi!!!

Nei giorni in cui esseri umani morivano a centinaia, nei giorni del clou del contagio, nei giorni del coprifuoco, noi lavoratori delle fabbriche abbiamo continuato a muoverci, a stare in stretto contatto, a prendere mezzi pubblici, ad usare bagni e spazi comuni, a muovere tanti altri settori a noi collegati... quasi sempre anche senza contromisure di alcun genere... e poi siamo tornati dai cari, a fare la spesa, in farmacia…

Queste scelte non sono state attente al coronavirus, ma esclusivamente al profitto delle industrie, e nei prossimi giorni speriamo di non doverle pagare con le nostre lacrime ed i costi della sanità pubblica! Eh sì! Perché chiudere, non sarebbe stato “il dramma” del paese. Drammatici saranno invece gli effetti sul paese, dell’aver continuato a farci muovere per lavorare.

Oggi, tutte le testate giornalistiche sia nazionali che territoriali, parlano di Cgil, Cisl e Uil, quasi fossero l’unica soggettività sindacale del panorama italiano. E, solamente oggi, lanciano il loro “Grande Proclama”, nel quale si dicono “pronti a scioperare”... ma solo domani... e solamente in Lombardia e Lazio!

Tutto questo nonostante:

-sia trascorso più di un mese dalla presa di coscienza universale del dramma collettivo.

-ci fosse la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali posti dal decreto;

-avessero già firmato di rimanere aperti, ben sapendo che certe contromisure di distanza e utilizzo dei dispositivi e delle disposizioni di protezione, non potevano essere messi in pratica!...

Al nord la presenza nelle fabbriche ormai è già stata determinante nel picco dei malati e morti... lì in Lombardia il contenimento, sarebbe stato fondamentale prima, e non più domani E questo doveva servire a non ripetere lo stesso errore anche altrove!

Se il governo ha rappresentato come al solito Confindustria, considerandoci figli di un Dio minore (addirittura incentivando a monetizzare in 100 euro, il rischio di lavorare e ammalarci durante la quarantena!!!), questi sindacati non hanno certamente rappresentato noi lavoratori!!

Con la loro inettitudine non sono riusciti, a tutt’oggi, a fermare le fabbriche.

Certo non è questo il momento di dedicarsi a disquisizioni su colpe e colpevoli, e non è nostro intento di fare polemica: La priorità assoluta è “sconfiggere” questo terribile male, pagando il meno possibile le scelleratezze di Governo (o del solo Conte, che vale lo stesso evidentemente!!) e Confederali!!!

Ma se non capiamo cosa è successo, se dimentichiamo quel che abbiamo dovuto pagare e che pagheremo ancora per il “maggior danno” determinato delle fabbriche aperte, saremmo destinati a sbagliare e pagare ancora!!! Le bugie creano falsa memoria. La falsa memoria, determina l’amaro destino di dover compiere di nuovo gli stessi errori in futuro!!!

Quindi, questi proclami, non solo ci indignano, bensì ci danneggiano! Il comportamento di questi giorni in Molise è stato scellerato!

Con una sanità già di suo al collasso, è stato avallato che 3000 persone e tutte le attività intorno alla Fca di Pantano Basso (trasporti, servizi, forniture eccetera), si spostassero in Molise e tra Molise e Puglia, Abruzzo, Campania ed oltre, ogni giorno… E gli effetti li dobbiamo ancora pagare!

L’Usb oltre che a livello nazionale, a Termoli già dal 10 di marzo ha denunciato la situazione delle officine alle Istituzioni, alla Politica, alla Procura, alla Prefettura, all’Ispettorato del lavoro, all’INPS, all’Inail, agli Uffici di igiene e sicurezza sui posti di lavoro ed ovviamente alla Fca! Alla quale per prima è stato chiesto inutilmente un tavolo.

E sicuri del fatto che per il profitto di un privato, nessuno avrebbe fatto in modo di fermare effettivamente le produzioni e, di conseguenza una potenziale ecatombe, nello stabilimento Fca molisano abbiamo indetto sciopero ad oltranza fin da subito, con la volontà di fermare noi le produzioni, laddove nessuno intendeva farlo!!

I lavoratori hanno espresso il loro dissenso con chiarezza, non presentandosi al lavoro, alcuni in sciopero, altri con altro titolo d’assenza (come condannarli?!) fino ad arrivare al 70% dell’organico comandato,

La volontà dei lavoratori è stata inequivocabile!

Ma la volontà comune non è sufficiente a cambiar le cose: evidentemente deve essere legittimata e rivendicata nei tavoli di trattativa... e di delegare i sindacati sbagliati, o di non delegare nessuno a quei tavoli, è sicuramente responsabilità esclusivamente imputabile ai lavoratori stessi! Ma il governo avrebbe dovuto intervenire!

Non può un Governo che si dica democratico, fare come fa la Fiat: decidere di parlare solo con certi sindacati e non con tutti! Perché così opera la scelta, di non rappresentare tutti e di non considerare, come in questo caso , proprio le Lavoratrici e i Lavoratori! Dovete essere voi a pretendere la democrazia!!! Non affidate più il vostro futuro a chi non ne ha mostrato cura!

Noi della Usb continuiamo a restituire ad oltranza lo strumento dello sciopero, che da solo ora può salvare quei lavoratori ancora costretti a recarsi in fabbrica.

E, sperando che non sarà necessario, promettiamo che anche solo una lacrima versata di una sola persona, troverà giustizia».

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