Telecamere per la videosorveglianza a bordo dei pescherecci Ue, Guidotti: «L'ennesima beffa»
TERMOLI. Come viene riportato dall'Ansa, «Telecamere per la videosorveglianza a bordo dei pescherecci Ue a rischio violazione degli obblighi di sbarco, e origine tracciabile dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, compresi quelli lavorati e importati. Sono alcune delle proposte della posizione negoziale dell'Europarlamento sul nuovo sistema di controllo delle attività pesca, che modificherà le norme Ue in vigore dal 2010. Il testo approvato dalla plenaria prevede videosorveglianza obbligatoria per una percentuale minima di navi, più grandi di 12 metri, e ad alto rischio non conformità.
Gli eurodeputati vorrebbero che tutte le navi siano obbligate a informare le autorità nazionali in caso di perdita degli attrezzi da pesca ed essere in possesso a bordo delle attrezzature necessarie per poterli recuperare. I pescherecci, inoltre, dovrebbero avere un dispositivo di geolocalizzazione, per migliorare la sicurezza dei mari. Dopo il voto di oggi, i rappresentanti dell'Europarlamento avvieranno i colloqui con il Consiglio per negoziare il testo regolamentare definitivo».
In merito interviene Domenico Guidotti, di Federcoopesca Molise. «Dopo l’installazione di computer di bordo per inviare le quantità e le qualità di pesce pescato e il blu-box una sorta di scatola nera tipo aerei, per rilevare la posizione nonostante i sistemi già in uso ai pescherecci per la sicurezza della vita umana in mare. Oggi da Bruxelles l’ennesima beffa, grazie anche alla solita pattuglia degli europarlamentari italiani non compatta sulla difesa dei pescatori non solo italiani, con 401 voti favorevoli, 247 contrari e 47 astensioni, i deputati hanno approvato l'utilizzo di nuove tecnologie per migliorare l'applicazione delle regole sulla pesca, con obbligo per i pescherecci di uso di telecamere a bordo (CCTV) per effettuare controlli sugli sbarchi delle specie soggette a limiti di cattura, e questo dovrebbe essere imposto secondo una "percentuale minima" di navi lunghe almeno 12 metri che sono identificate come "a grave rischio di non conformità.
La votazione in plenaria sulla proposta di regolamento destinato a riformare il sistema dei controlli sulla pesca e l'ennesima occasione mancata per avvicinare le marinerie all'Europa
Come Marineria Molisana non possiamo che esprimere disappunto per questa ulteriore imposizione assurda più volte condannata da tutte le organizzazioni di categoria. Ritengo sia indispensabile manifestare la nostra contrarietà a questo disegno con forza e convinzione, sono altrettanto convinto che se non saremo in grado di proporre modelli di gestione alternativi alla disegno previsto dalla commissione al massimo riusciremo a rallentare un processo di ristrutturazione della pesca già deciso.
La Ue vuole attuare politiche di salvaguardia di risorse ittiche in Mediterraneo ma così facendo riuscirà sicuramente ad estinguere la specie meno protetta il pescatore».