Sevel, presagio di una crisi occupazionale: sindaci in attesa di essere convocati dal governo

le difficoltà gio 30 settembre 2021
Lavoro ed Economia di La Redazione
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Sevel ©Vastoweb
Sevel ©Vastoweb

ATESSA. Sono in attesa di essere convocati dal governo, i cinquantadue sindaci della Val di Sangro, dell’Aventino, del Frentano e dell’Ortonese, allarmati per la situazione occupazionale in cui versa la Sevel. I primi cittadini di cinquantadue Comuni dallo scorso martedì, 28 settembre, hanno investito del problema Sevel anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd), in visita a Lanciano per sostenere il candidato a sindaco del centrosinistra, Leo Marongiu.

Al ministro Orlando, il sindaco di Paglieta, Ernesto Graziani, in rappresentanza di altri colleghi, ha consegnato la lettera dove si sollecita un intervento l’11 ottobre prossimo, insieme al ministro Giancarlo Giorgetti.Il presagio di una possibile crisi occupazionale per la prima volta fu avvertito il 16 luglio scorso, da sette sindaci del Partito democratico che organizzarono un convegno di studio su “Il Sangro tra storia e prospettive”. I sette sindaci di Casoli, Torricella Peligna, Lama dei Peligni, Sant’Eusanio del Sangro, Paglieta, Mozzagrogna e Lanciano, furono i primi a lanciare l’allarme e a puntare i riflettori sulla situazione della Sevel, l’importante motore dell’economia dell’Abruzzo. I sindaci, nel promuovere il convegno, avevano manifestato la loro viva preoccupazione per la prevista e annunciata apertura, agli inizi del prossimo anno, dello stabilimento polacco di Gliwice, che produrrà il Ducato. I sindaci, nell’incontro ad Atessa avevano auspicato che il fronte dei sostenitori a difesa della Sevel si ampliasse, come poibsi è poi verificato.

«Ci auguriamo che la lista dei cinquantadue sindaci sia ancora più vasta», dichiara il sindaco Graziani, «L’incontro con Orlando è stato molto proficuo; noi cinquantadue sindaci siamo stati i promotori di una richiesta: quella di partecipare al tavolo tecnico presso il MISE, unitamente alle altre parti sociali oltre che a Stellantis, per affrontare il timore alimentato da alcune circostanze note, in Sevel. Mi riferisco ai contratti di trasfertisti, circa un migliaio, che non sono stati rinnovati. L’azienda ha affermato che la situazione è determinata alla mancanza dei microchip; e a questa circostanza si aggiunge la realizzazione in Polonia di un’azienda che produrrà un modello del furgone Ducato, nella misura di 100 mila unità, così dice Stellantis. Secondo le richieste del mercato, quindi 100 mila unità, se resterà questo dato, significa che proporzionalmente la produzione della Sevel andrà a ridursi di 100 mila unità. I timori sono alimentati da queste situazioni», conclude Graziani, «ed è fondamentale essere presenti al tavolo tecnico, che ci farà capire le reali intenzioni dell’azienda, per studiare e per indurre il nostro potere legislativo, il Parlamento, la Camera e il Senato, a formulare quelle proposte che potrebbero essere in grado di evitare il rischio di una diminuzione dell’occupazione in Val di Sangro».

 

 

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