Spesa farmaceutica e spesa sanitaria in Molise, cosa c'è da sapere

Meandri ven 07 settembre 2018
Lavoro ed Economia di La Redazione
3min
Farmaci ©Web
Farmaci ©Web

TERMOLI. Ha suscitato vivo interesse ma anche voglia di precisare i termini della questione l’intervento sulla spesa sanitaria e il paragone tra Molise ed Emilia Romagna, a firma di Claudio de Luca.

Per Basso Di Zinno, titolare di una farmacia rurale in Molise, e farmacista da 40 anni, in cui ha ricoperto negli anni precedenti la carica di vicepresidente provinciale Federfarma Campobasso, sigla che riunisce tutti i titolari di farmacia della provincia.

«Capisco che noi tutti abitiamo in una regione alquanto problematica, ma dobbiamo dare merito al merito quando merito c'è. Allora tanto per essere chiari la Dpc (dispensazione per conto) nella regione Molise è attiva da 20 anni! Oltre all'attivazione di questo servizio vi è la consegna domiciliare sempre da 20 anni dei presidi medico chirurgici da parte di una cooperativa, inoltre sempre a domicilio, vi è una società per la consegna dell' ossigeno liquido, attraverso la farmacia ospedaliera vi è ancora la fornitura diretta ai pazienti di farmaci ospedalieri e presidi medico chirurgici, sempre ancora attraverso gli operatori sanitari territoriali vi è la consegna e la somministrazione di farmaci e parafarmaci ed altro di particolare urgenza... Tutte queste attività sono finanziate dalla Regione!

Quindi dal pubblico. Infatti le nostre farmacie sono state svuotate negli anni con questa politica della loro essenza, essenza che va sottintesa come gestione dei farmaci in tutte le sue forme anche nei posti del Molise di più difficile accesso! I farmaci usciti dall'orbita farmacia e dispensati tramite noi con una irrisoria percentuale per il “fastidio" sono acquistati tramite appalto pubblico dall'Ente Regione con ovvio risparmio! Infatti tanti colleghi rurali/sussidiati si sono visti ridurre e di molto i loro profitti, in particolare quelli che gestiscono piccole farmacie in zone rurali disagiate ridotti economicamente in situazioni non certo facili. Zone rurali sottolineo dove molte volte la farmacia ed il farmacista sono l'unico presidio sanitario presente e rappresentante della istituzione sanitaria in loco. Ma questo purtroppo non spesso viene capito e considerato da tutti e merita un capitolo a parte.

Quindi non credo che la Regione Emilia almeno in questo caso ci debba insegnare qualcosa o essere il miraggio della terra promessa».

In merito è intervenuto anche Roberto Cappella, che precisa che l'incidenza sulla spesa regionale della Dispensazione per conto è del 5,9% in Emilia contro il 16,6% del Molise, cioè da noi è molto più sfruttata. «Il problema di cui ci si dovrebbe preoccupare è la spesa ospedaliera (compresa la distribuzione da parte degli ospedali di confezioni di farmaci senza alcun controllo quali/quantitativo) che puntualmente sfora e soprattutto non è monitorata da alcuno».

A conclusione, lo stesso Claudio de Luca evidenzia la ratio dell’articolo.

«Ho descritto una cosa capitata a me. La procedura seguita per gli anticoagulanti in Emilia-Romagna è esattamente quella che è stata da me descritta nel 'pezzo', sottoposta ad un drastico piano terapeutico, dapprincipio trimestrale e poi semestrale. Trattasi di un salva-vita costoso e, per conseguenza, l'Azienda Usl si cautela contro eccedenze di consumi, inventandosi il sistema di cui ho parlato. Quando son tornato a Laino in luglio, mi son dovuto porre il problema. Recatomi dal mio vecchio medico di famiglia, mi sono visto - di contro - prescrivere il farmaco (nel numero di due confezioni) senza alcuna pezza d'appoggio. E, naturalmente, me ne sono meravigliato. Qui a Bologna - ripeto - sono costretto a recarmi sempre presso la medesima farmacia che ha dovuto aprire un fascicolo a mio nome con all'interno il piano terapeutico praticatomi; e, ad ogni consegna di (dico una) sola confezione, segue l'annotazione di quanto consegnato col timbro e la firma di chi consegna. Perciò la mia meraviglia è consistita semplicemente nel non vedermi più sottoposto a certe limitazioni una volta ritornato in Molise».

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