Agricoltura molisana, tra filiere forti e filiere emergenti

L'intervista mer 07 novembre 2018
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
10min
L'agronomo e marketing manager Michele Sellitto ©Termolionline.it
L'agronomo e marketing manager Michele Sellitto ©Termolionline.it

LARINO. Una settimana vissuta col culto, anzi col raccolto della melanzana gratis. Una pagina di attualità che ci ha introdotto nel mondo dell’agricoltura. Settore in piena evoluzione, di cui si dibatte anche oggi.

Presso l'Istituto Tecnico Agrario di Larino, alle ore 16 ha luogo oggi un convegno sull'innovazione in agricoltura e sulle nuove opportunità per il Molise. Interverranno Luigi Roberto Pinti, Presidente Op Cereali Molise; Raffaella Pergamo e Francesco Raimo (Centro di ricerca in Cerealicoltura e Colture Industriali - Caserta) sul tema dell’importanza della filiera per l'ortofrutta italiana: filiere forti e filiere emergenti. Presente anche Giuseppe lacobucci Op Cereali Molise con "La filiera nel Molise e la sua operatività con i le aziende agricole associate alla Op Cereali centro sud". A chiudere, l’intervento della Banca Bper con "Finanziamento bancario alla filiera" e del deus ex machina del progetto, Vincenzo Michele Sellitto con "Il Biotech in Molise, un'opportunità per le colture in Biologici". Per meglio approfondire l’argomento, abbiamo intervistato proprio Sellitto, uno degli organizzatori. Si tratta del Marketing Manger della Msbiotechspa, azienda leader nella produzione di biotecnologie per l’agricoltura. Esperto di suolo e di innovazioni in agricoltura, impegnato nella promozione a livello mondiale di nuove tecniche di agricoltura ecosostenibili a impatto zero tra cui l’uso di microrganismi in agricoltura. Professore associato a contratto presso l’Università di Agraria di Iasi, Timisoara e Cluj-Napoca.

In che stato di salute è l’agricoltura molisana?

«Lo stato di salute dell’agricoltura molisana rispecchia quello che è lo stato di salute dell’agricoltura nazionale e comunitaria, nel senso che a tutti i livelli l’agricoltura necessita, oggi più che mai, di innovazioni. Innovazioni che hanno l’obiettivo di migliorare i processi produttivi aumentando le produzioni, la qualità dei prodotti agricoli e allo stesso tempo che rispettino e preservino la nostra risorsa superficiale terrestre più importante, il suolo, e quindi il territorio. Le sfide per i prossimi anni saranno ardue e piene di difficoltà se solo pensiamo all’effetto devastante dei cambiamenti climatici sul territorio e il processo di desertificazione dei suoli. La necessità è di sviluppare dei nuovi ordinamenti colturali, che possano essere più redditizi e seguire gli andamenti del mercato. A mio avviso l’agricoltura molisana ha una grande potenzialità che deriva dalla peculiarità del territorio, del clima, e delle caratteristiche dei suoli. Abbiamo già tanti esempi di eccellenza sul nostro territorio, penso ad esempio alla viticoltura.

Che ruolo hanno i microrganismi nel settore primario?

«Sempre più questa nuova tecnologia sta avendo un ruolo importante nei protocolli agricoli delle diverse colture. In pratica si tratta di utilizzare microrganismi che nutrono il suolo e migliorano lo stato di benessere delle piante, con il risultato di aumentare le produzioni agricole e la qualità dei prodotti. E’ una tecnologia che sviluppiamo nei laboratori della Msbiotechspa, nella biotech valley di Larino, applicando un inteso programma di ricerca e in collaborazione con diversi centri di ricerca. Siamo tra le poche aziende a livello mondiale che seleziona, moltiplica e commercializza microrganismi, tutto fatto nei nostri laboratori. Possiamo dire: dalla ricerca al campo. Abbiamo un’ampia gamma di Microrganismi ognuno con delle particolari caratteristiche. Oggi possiamo usare bio-preparati a base di microrganismi sia per proteggere le colture da attacchi di patogeni sia per dare un effettuo biostimolante alle piante, in questo modo riduciamo notevolmente l’utilizzo di pesticidi e concimi nell’ambiente.

Quali sono i rischi per l’alimentazione sui prodotti agricoli importati dall’Estero?

«Il fenomeno va analizzato secondo un altro punto di vista, il problema non è legato necessariamente alla provenienza dei prodotti agricoli, in quanto in ogni paese esistono delle eccellenze nel settore agricolo, il problema invece riguarda la tracciabilità di questi prodotti. La possibilità di essere certi della provenienza e di seguire la filiera dal produttore al consumatore senza corti circuiti. Un esempio pratico, prodotti agricoli certificati Bio, grano, mais, girasole, olio ecc.…non sempre è possibile essere sicuri che questi prodotti, magari anche di buona qualità abbiano davvero i requisiti per essere considerati Bio. Inoltre il problema non è solo di natura burocratica, ma soprattutto è un tema che interessa la nostra salute. Solo se consideriamo le micotossine, sostante “naturali” ma cancerogene prodotte da muffe che si sviluppano su prodotti agricoli, particolarmente durante lo stoccaggio o il successivo trasporto. Riuscire a individuare e bloccare queste grosse masse di prodotti che spesso vengono importate, già sarebbe un grande risultato, cosa sicuramente non semplice».

Il territorio è pronto per le attività di filiera?

«Sul territorio Molisano sono già attive diverse filiere, quella del grano duro ad esempio. La OP Cereali Centro Sud di cui l’amministratore è Giuseppe Iacobucci che da anni sta sviluppando con passione e lungimiranza questo progetto, puntando sempre di più alla valorizzazione del territorio locale coinvolgendo anche il nord della Puglia (provincia di Foggia) e il sud dell'Abruzzo (provincia di Chieti). Il progetto di filiera, della OP Cereali Centro Sud, sta crescendo giorno dopo giorno, creando i presupposti per una maggior tutela delle aziende agricole sul territorio. La Op ha concluso nuovi accordi con le industrie agroalimentari interessate ad avere sempre di più, una materia prima tracciata che garantisca qualità e certezze nel modo di produrre sempre più ecosostenibile. Un altro aspetto fondamentale che i progetti di filiera mettono in evidenza, è la certezza di un prezzo minimo garantito ed il ritiro del prodotto. Le aziende agricole aderenti alla filiera, godono inoltre, del beneficio dell’aggregazione, che gli garantisce un prezzo molto conveniente rispetto al mercato, basti pensare alla filiera del grano duro, quest’anno ha garantito oltre un maggior prezzo di 50/60 €/Tn. IL nostro territorio è fatto di piccole aziende agricole che non hanno potere contrattuale nei confronti degli operatori del mercato, in particolare sul mercato dei cereali, ad esempio la piccola azienda non trova benefici, anzi viene quasi sempre trattata male. A mio avviso lo sviluppo delle filiere può portare maggiore garanzia e tutela e conseguenti benefici al settore cerealicolo dando un po’ di respiro ai produttori. La filiera grano duro oggi è già una concreta realtà che ogni anno propone agli associati, i nuovi contratti che assicurino un prezzo vantaggioso e la possibilità di introdurre innovazioni nei processi produttivi. La Op sta sviluppando oltre alla filiera sul grano duro convenzionale, anche un progetto di filiera biologica sul seme di girasole, iniziando la produzione di olio di semi di girasole alto oleico, linoleico e biologico. E’ stato inoltre ristrutturato un oleificio per la produzione dell’olio di semi esclusivamente per la produzione di prodotto biologico, in San Martino in Pensilis, che è a totale supporto dei contratti di coltivazione di seme di girasole con le aziende agricole molisane e che rispecchia i fondamentali di una filiera corta. Molto interessante è anche l’iniziativa del progetto di filiera “Il Mandorlo nel Molise”, che la OP Cereali Centro Sud, in accordo con la Nutfruit Italia, società del gruppo Dolce Amaro, di Monteroduni, industria di spicco nel settore dolciario, con l’obbiettivo di creare piantagioni di mandorlo per 500 ettari in tre anni.

Il mondo cerealicolo può ancora dire la sue e in che termini?

«Certo, in questo senso sono molto ottimista, la parola chiave per il prossimo futuro è qualità. Migliorare le produzioni, ma allo stesso tempo e soprattutto la qualità del prodotto, spingendo sempre più verso protocolli biologici o comunque applicando protocolli integrati a basso impatto ambientale».

Innovazione, un dogma o una reale opportunità?

«Direi che più che un’opportunità è una necessità, se davvero vogliano soddisfare il fabbisogno alimentare per i prossimi 25 anni durante i quali assisteremo ad un incremento demografico mondiale esponenziale, dobbiamo necessariamente migliorare i processi produttivi. Consideri che uno dei fattori che ha il maggiore e drammatico impatto sul suolo e l’attività agricola. Le lavorazioni e l’uso improprio di pesticidi. Quindi dobbiamo necessariamente introdurre innovazioni per migliorare lo stato di salute del suolo e produrre in modo ecosostenibile. Oltre alla creazione di innovazione, che di solito parte dai centri di ricerca, il problema da affrontare è il trasferimento delle innovazioni alle aziende agricole. In questo processo siamo tutti coinvolti, università, aziende private, commercianti, agronomi e agricoltori.

Quali sono gli obiettivi che vi proponente con questo convegno?

«Un primo obbiettivo è quello di portare maggiore visibilità al progetto di filiera innovativa nei diversi settori, cerealicolo seme di girasole, grano tenero e altri prodotti convenzionali e biologici, in modo da informare le aziende agricole del territorio e incentivandole ad aderire ai progetti di filiera. Inoltre creare un punto di incontro tra enti di ricerca, produttori, commercianti e agricoltori. Uno spazio dove iniziare a confrontarsi e a condividere idee. Parleremo di filiera e avremo l’onore di avere due ricercatori, Raffaella Pergamo e Francesco Raimo del Centro di ricerca in Cerealicoltura e Colture Industriali di Caserta che relazioneranno sull'importanza sull’importanza della filiera nel sistema agroalimentare, sulle leve che creano valore e sui concetti di competitività e sostenibilità. Poi la proposta concreta sul territorio della OP Cereali Centro Sud, che con passione e professionalità proporrà le opportunità che avremo sul territorio Molisano per stipulare dei contratti di filiera per grano duro e non solo.Interessante è anche la presenza della Banca Bper che illustrerà temi legati al finanziamento delle filiere e in fine chiuderà l’incontro la Msbiotech di Larino che illustrerà come oggi è possibile e conveniente produrre in biologico utilizzando i microrganismi in agricoltura. Ci tengo però a dire che noi come unica azienda molisana che lavora nel Biotech in agricoltura, proponiamo anche in questo caso un idea di filiera innovativa, nel senso che allarghiamo il concetto di filiera, non solo come obiettivo di proporre all’agricoltore un buon prezzo per il suo prodotto, ma anche e soprattutto come trasferimento di innovazione nei processi produttivi, Nel senso che la filiera è sicuramente il modo migliore che ha l’agricoltore per migliorare i processi produttivi, introducendo nuove tecnologie. La filiera a mio avviso è il modo più immediato che permette di trasferire innovazioni dagli enti di ricerca alle aziende e infine all’agricoltore».

Si riesce dialogare con gli enti di ricerca e istituzioni molisane?

«Si deve necessariamente dialogare con gli enti di ricerca e le istruzioni. Spesso, durante le mie conferenze in tutto il mondo, dico che il futuro dell’agricoltura è legato allo stato di salute del suolo, ed è vero. Ma il futuro di una agricoltura moderna e innovativa è legato soprattutto al dialogo tra i diversi attori sul territorio. Credo che proprio questi eventi siamo fondamentali per creare dei punti di contatto tra enti, aziende e agricoltori. Sono molto positivo a riguardo e credo che sul territorio esiste già un gran fermento rappresentato dai giovani ricercatori, imprenditori, agronomi e agricoltori. IL futuro è l’innovazione passa dai giovani».

Politica agricola comune dell’Unione europea solo un modo per avvantaggiare gli stati membri del Nord?

«Credo che tutti, da nord e sud, viviamo le stesse problematiche, dico sempre, e ci credo, che indipendentemente dalla ricchezza o livello tecnologico di una nazione o di una regione ciò accomuna tutti sono gli agricoltori con i loro problemi simili in tutti vari ambienti pedoclimatici. Credo fermamente che l’aggregazione, la voglia di innovare e la comunicazione siano alla base per rendere in un’opportunità qualsiasi tipo di regolamentazione. Il sud, il Molise hanno una grande chance che deriva dalla vasta biodiversità e peculiarità territoriali che devono solo essere utilizzate al meglio.Sicuramente nel concreto In un mercato globale è necessario: Qualificare l’offerta nazionale e recuperare competitività nei confronti della concorrenza internazionale. Riprendere quote di mercato senza dimenticare che il nostro Paese è importatore obbligato».

Contributi e accesso al credito, come se la passa l’agricoltore medio?

«La OP Cereali Centro Sud in collaborazione con la Banca Bper, presente al convegno, darà a tutte le aziende agricole aderenti ai progetti di filiera, la possibilità di ottenere un finanziamento che possa coprire i costi di esercizio delle aziende agricole, a condizioni e tassi molto conveniente,Gli agricoltori aderenti potranno, se richiesto, accedere ad un finanziamento pari al 70% del valore del contratto di filiera sottoscritto, rimborsabile a un anno, alla liquidazione del prodotto conferito alla OP Cereali Centro Sud. In generale credo che come ogni cosa, tutto si può migliorare, anche in termini di opportunità legate all’accesso di credito e finanziamenti».

La figura dell’agronomo quanto incide oggi?

«L’agricoltore medio oggi, oltre ai finanziamenti, ha bisogno di altro, di migliorare la sua propensione all’introduzione delle innovazioni nei processi agricoli. Se vogliamo davvero immaginare un’agricoltura innovativa allora dobbiamo aiutare l’agricoltore a trovare nuove soluzioni nuove tecnologie. E in questo scenario la figura dell’’agronomo è fondamentale, e sarà sempre più importante. Consideri che l’unica figura professionale che ha le conoscenze adeguate e specifiche per difendere il suolo supportare l’agricoltore nelle sue scelte tecniche ed imprenditoriali è l’agronomo».

Prodotti a km zero, come aumentare la redditività del settore?

«La filiera corta, quindi i prodotti a Km zero, rappresentano i prodotti locali venduti nelle vicinanze del luogo di produzione ha indubbiamente di base notevoli vantaggi sia economici che ambientali. La redditività in questo settore si può migliorare solo interagendo sulla qualità e migliorando i processi produttivi e avvicinandosi sempre più ad un modello di agricoltura a residuo zero che non significa necessariamente biologico».

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