Odissea senza fine: il viaggio da incubo degli operai Sevel

con l'ombrello aperto mer 09 gennaio 2019
Lavoro ed Economia di Michele Trombetta
2min
Odissea per gli operai della Sevel ©Termolionline.it
Odissea per gli operai della Sevel ©Termolionline.it

TERMOLI. Continua l'odissea dei lavoratori Sevel che ogni giorno da Termoli si recano allo stabilimento di Atessa per svolgere il loro lavoro mediante turnazione: tra il disagio di fare diversi chilometri, ben 150 tra andata e ritorno e i faticosi turni, essi almeno richiedono e quasi pretendono la possibilità di fare un viaggio con mezzi confortevoli. Aprire gli ombrelli sull’autobus per infiltrazioni di acqua piovana ci sembra proprio il colmo per questi lavoratori.

Di seguito il racconto di un operaio che insieme ai suoi colleghi vive questa situazione tutti i giorni, Francesco Celeste: "Piccolo racconto di una continua odissea dei lavoratori Sevel. In questo momento stiamo tornando a Termoli e sta piovendo. Giusto per non farci mancare nulla; in alcuni punti questo autobus mostra evidenti infiltrazioni d'acqua. Da alcune settimane, esattamente prima di Natale, gli operai del turno di notte Sevel che partono da Termoli viaggiano in condizioni a dir poco precarie. In effetti il pullman messo a disposizione dall'Atm ha un numero di posti disponibili esiguo rispetto alle reali necessità e soprattutto è ben distante da apparire come un mezzo di trasporto confortevole.

Visti i quasi 150 km che affrontiamo ogni giorno e i soldi che la Regione Molise versa a questa ditta con un rimborso chilometrico spropositato (in altre regioni il rimborso è molto più basso) ed i nostri abbonamenti mensili regolarmente versati è davvero improponibile. Non mi sembra che si stia chiedendo troppo. Se tutto va bene (dipende anche dalla presenza dei manutentori che lavorano su turni a scorrimento) il bus in questione dopo la seconda fermata a Montenero Marina, parte con ogni suo posto al completo. Questa sera, come in tante altre, alcune persone dalla fermata di Petacciato Marina, sono costrette a viaggiare in piedi per poi scendere alla fermata successiva e prendere un altro bus che accoglie i poveri sfortunati lavoratori.

Unica loro colpa è quella di essere in più rispetto al previsto. Due bus da circa 75 posti sono fermi in manutenzione da diverse settimane e un terzo è fermo da due anni perché si è allagato nel nuovo deposito della suddetta ditta. Apro una piccola riflessione: perché spostare il deposito in un punto dove si allaga ogni qualvolta le precipitazioni atmosferiche diventano copiose? Come mai alcuni bus in riparazione tardano così tanto ad essere riparati? Come mai molti autobus di costruzione recente sono scomparsi ed al loro posto sono apparsi mezzi obsoleti con targhe recenti che non corrispondono al periodo di costruzione dei mezzi in questione?

Mi piacerebbe ricevere chiarimenti perché a oggi mi è incomprensibile tutto questo. Io e non sono il solo, invitiamo la ditta Larivera a non presentare domanda di partecipazione al prossimo ed imminente nuovo bando per la concessione del trasporto pubblico extra-urbano della Regione Molise. Consigliamo alla ditta in questione di concentrarsi su altri lavori che svolge contemporaneamente a quello del trasporto pubblico e di lasciar gestire questo servizio ad aziende più organizzate (considerando anche le problematiche relative al notevole ritardo dei pagamenti degli stipendi ai propri dipendenti). Inoltre credo sia lecito chiedere ausilio alle forze dell'ordine e alle autorità preposte, chiedendo loro di intervenire il più velocemente possibile, così da poter verificare se tutte le norme rivolte alla sicurezza dei viaggiatori, vengano rispettate."

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