Linea ferroviaria Campobasso-Larino-Termoli: quando si preferisce solo tagliare

Condivisioni lun 28 gennaio 2019
Lavoro ed Economia di La Redazione
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La stazione di Larino ©Web
La stazione di Larino ©Web

SANTA CROCE DI MAGLIANO. Tiene banco la vicenda, anzi la polemica sulla soppressione della linea ferroviaria Campobasso-Larino-Termoli. A intervenire, stavolta, l’ex sindaco e attuale consigliere comunale di opposizione al comune di Santa Croce di Magliano, Giovanni Gianfelice. «Ho letto con molta attenzione gli interventi sulla stampa, sia del dottor Franco Rainone, consigliere comunale di Larino, sia del professor Giuseppe Colombo, ex Provveditore agli Studi e mio concittadino, e non posso che trovarmi d'accordo su una problematica tanto sentita dalle nostre popolazioni, che riguarda la chiusura della tratta ferroviaria Campobasso-Termoli, unico collegamento su strada ferrata tra la costa e il capoluogo di Regione che per anni ha svolto un notevole ruolo specie nei lunghi e nevosi inverni molisani, allorquando il treno era spesso l'unico mezzo di locomozione a sostituire il trasporto su gomma bloccato o reso difficile dalle montagne di neve e dalle cattive condizioni meteorologiche. Voglio anche sottolineare, così come ha riferito il prof. Colombo, che le Stazioni ferroviarie come quella di Bonefro-Santa Croce e i relativi caselli svolgevano anche una notevole funzione sociale.

Nei periodi di maltempo con la fitta nebbia, o le bufere di neve, incontrare sul percorso accidentato della Statale 87 le luci dei caselli ferroviari, oppure cercare di arrivare almeno alla stazione di Bonefro-Santa Croce per ripararsi se proprio era impossibile continuare la percorrenza stradale, era motivo di sollievo e di tranquillità; ci si sentiva al sicuro ed anche al calduccio delle famose stufe a sansa o nocciolino di cui quelle strutture erano dotate. Da diversi anni la tecnologia ha cancellato i casellanti, i passaggi a livello sono stati automatizzati anche se spesso negli ultimi tempi, a causa della scarsa manutenzione erano diventati molto pericolosi perché alcune volte non si chiudevano al passaggio dei convogli oppure rimanevano abbassati precludendo anche per qualche ora il transito degli automezzi. La stazione di Bonefro-Santa Croce fu demolita a causa dei danni subiti con il terremoto del 2002 e contrariamente ai patti, non è mai stata ricostruita. Al posto della stazione un laconico cartello scritto con il pennarello che in maniera grottesca e ironica indica "ai binari", quando il binario è uno solo e tra l'altro è pure morto. Un silenzio surreale e uno stato di abbandono regna lungo quella tratta che un tempo nemmeno tanto remoto, era utilizzata da centinaia di passeggeri, studenti, lavoratori e pendolari che si spostavano verso la costa o verso Campobasso per i più svariati motivi. Le ferrovie hanno guardato solo agli introiti, piuttosto scarsi a mio avviso perché non si è stati capaci di ridurre i tempi di percorrenza non più competitivi con il trasporto su gomma, la Regione non si è fatta valere nell'ammodernare le vecchie "littorine" sostituendole con carrozze più comode e nemmeno potenziando le Stazioni dei Comuni lungo tutto il percorso ferrato.

Di contro però si sono spesi 23 milioni di euro per una fantomatica metropolitana leggera che dovrebbe collegare Matrice a Campochiaro, passando per Campobasso. Mi chiedo se questo fiume di denaro non poteva essere utilizzato per ammodernare l'intero percorso ferroviario, i passaggi a livello, le stazioni dei vari paesini, dando l'opportunità e una comoda alternativa ai cittadini di un intero comprensorio e di una miriade di Comuni che spesso vivono il dramma dell'isolamento. Si preferisce tagliare, chiudere, abbandonare, ritirarsi. E questo nostro territorio appare sempre più spopolato, povero di infrastrutture e di servizi, degradato e umiliato dalle scellerate scelte di chi ha gestito in questi anni la cosa pubblica. La ferrovia è chiusa, le strade si chiudono per mancanza di manutenzione e di risorse, l'isolamento avanza e la politica continua ad essere assente o incapace di proporre idee, progetti e prospettive da offrire ai cittadini ormai stanchi e sempre più propensi ad andare via da questa terra e da questo Molise».

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