«La questione balneare è drammaticamente ancora aperta e irrisolta»

Lidi mer 19 giugno 2019
Lavoro ed Economia di La Redazione
4min
La spiaggia Nord di Termoli ©Termolionline.it
La spiaggia Nord di Termoli ©Termolionline.it

TERMOLI. Dopodomani, col solstizio d’estate, la bella stagione entrerà ufficialmente, dando l’ultimo colpo all’avvio delle vacanze balneari, ma qual è lo scenario di una delle categorie più in fibrillazione degli ultimi anni, quella degli imprenditori turistici? Secondo Cst-Assoturismo e Confesercenti rilevano l’andamento delle prenotazioni di turisti in Italia, prevedendo una diminuzione delle presenze e per la prima volta da 5 anni le previsioni turistiche per l'estate in Italia possono avere il segno meno, anche in base alle attuali prenotazioni.

Tra giugno e agosto sono attese 205 milioni di presenze, quasi 2 milioni in meno rispetto all'estate 2018 (-0,9%). Il calo coinvolge turisti italiani (-1,1%) e internazionali (-0,8%) ed è dovuto, secondo quest’analisi, a previsioni metereologiche ancora troppo incerte che non favoriscono certo la programmazione. C’è anche il fenomeno collegato della ripartenza delle destinazioni all’interno del Mediterraneo che sono competitive alla nostre e che hanno vissuto negli ultimi anni dei problemi di terrorismo e di instabilità politica.

Inoltre secondo Cst-Assoturismo Confesercenti il fisco nel settore del turismo italiano è tra i più pesanti d'Europa e tartassa i turisti in vacanza chiedendo loro circa 2,6 miliardi di euro l'anno. Ma c’è di più. Per Giuseppe Capacchione, al vertice del Sib-Confcommercio nazionale, l’aver pagato giusto lunedì l’Imu evidenzia quanto lo Stato «ci considera proprietari dei nostri bagni solo quando si tratta di pagare le tasse. I balneari sono stati chiamati al pagamento dell'imposta municipale unica (Imu). Come è noto si tratta di un'imposta dovuta dai proprietari di immobili: quindi non dagli affittuari. A questa regola il nostro ordinamento fiscale prevede una sola eccezione: i titolari di concessioni. Per cui, per lo Stato siamo affittuari ma, per il pagamento delle tasse siamo equiparati ai proprietari. Abbiamo aspettato, inutilmente, che qualche mezzo di informazione, generalista o specialista, evidenziasse che i tanto privilegiati balneari siano gli unici affittuari a pagare questa imposta, a conferma della scarsa cognizione che si ha delle problematiche di questo settore, o, più probabilmente del pregiudizio negativo verso questa categoria di aziende a conduzione familiare. Da tempo invochiamo che si metta ordine, anche fiscale, a questo settore economico così importante per l'economia turistica del Paese. È tempo di porre rimedio a questa intollerabile situazione. È tempo che si proceda speditamente in un processo riformatore che dia certezze a tutti. È tempo che finalmente si passi dalle parole ai fatti sulla questione balneare».

Ma l’allarme di Capacchione è più a largo raggio: «la questione balneare è drammaticamente ancora aperta e irrisolta L'inizio della stagione estiva non ferma l'attività sindacale del Sib-Fipe Confcommercio per la tutela della balneazione attrezzata italiana. Le richieste di applicazione degli ulteriori quindici anni ai titoli concessori vigenti sono rimaste nei cassetti di moltissimi Comuni, nonostante le circolari applicative regionali; analogamente per le Autorità portuali, dove tra l'altro si assiste alla latitanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, nonostante innumerevolisollecitazioni del Sib, non ha emanato alcuna circolare applicativa della Legge di Stabilità; è ancora in gestazione il Dpcm per l'avvio della riforma del settore che doveva essere emanato entro il 30 aprile e i cui contenuti sono del tutto sconosciuti; il Parlamentopuntualmente boccia tutte le proposte normative per risolvere ataviche criticità del settore, dall’applicazione al settore dell'aliquota Iva del 10%, come per tutte le imprese turistiche, alla eliminazione della assurda clausola del salvo conguaglio per il pagamento dei canoni; dall'articolo 49 sulle devoluzioni senza indennizzo al superamento della distinzione fra facile e difficile amovibilità delle opere, dall’eliminazione di anacronistici pareri per le attrezzature come quello doganale alla semplificazione e chiarificazione delle procedure amministrative come quelle per l'accatastamento e si potrebbe continuare! Inutile e inascoltato ogni nostro appello in cui si rappresenta la necessità e l'urgenza del provvedimento invocato. Emblematico e illuminante il caso drammatico dei pertinenziali per i quali non è stata presa in considerazione dal Governo persinouna temporanea sospensiva delle riscossioni coattive e delle procedure di decadenza delle concessioni.

A parole tutti d'accordo: nei fatti gli emendamenti che la dispongono dichiarati irricevibili, inammissibili o bocciati. È del tutto evidente che la questione balneare è completamente uscita dall'orizzonte e dall'azione politica del Governo e del Parlamento nonostante l'impegno di Autorevoli suoi esponenti che, purtroppo al momento , appaiono isolati e, comunque, non decisivi.

E questo nel mentre sia l'Antitrust (v. Relazione annuale al Governo e Parlamento del 31 marzo 2019) che la magistratura (v. l’ordinanza di rimessione alla Consulta del 27 maggio 2019 del Tar di Venezia per non parlare delle contrastanti decisioni del Consiglio di Stato sullo smontaggio delle opere a fine stagione) continuano ad emettere valutazioni e sentenze che non tutelano e non salvaguardano queste aziende. L'inerzia del Governo, la latitanza del Parlamento e la fuga dalle proprie responsabilità di molti Comuni e di alcuneRegioni rischiano di far pagare un prezzo altissimo sia alla balneazione attrezzata italiana che all'economia turistica del Paese. È indispensabile che, fra i balneari,aumenti la consapevolezza della estrema pericolosità della situazione e che si intensifichi l'azione di sensibilizzazione e di pressione nei confronti delle Istituzioni affinché siano affrontati e risolti i molteplici problemi di questo importante comparto economico italiano.

Sarebbe irresponsabile e letale "abbassare la guardia" nella errata convinzione di uno scampato pericolo. I problemi dei balneari non sono alle spalle, ma tutti, ancora e pericolosamente, davanti a noi. Il Sib-Fipe Confcommercio nei prossimi giorni continuerà, senza sosta, l’azione sindacale di sensibilizzazione e di pressione nei confronti delle Istituzioni per finalmente passare dalle parole ai fatti sulla questione balneare e nel contempo porrà in essere alcune iniziative volte a sottolineare ed esaltare, proprio nel corso della stagione estiva, il ruolo e la funzione economica e sociale, per il Paese, della balneazione attrezzata italiana».

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