Le altre caste: gli avvocati dello Stato

Ordini lun 16 settembre 2019
Lavoro ed Economia di Claudio de Luca
2min
Il Sole 24 Ore ©Termolionline.it
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ROMA. Gli avvocati ‘privati’ trattano gli affari giuridici dei clienti. Fanno ciò in forza di un mandato formalmente conferito, assistendoli nelle questioni stragiudiziali e difendendoli in giudizio. L’avvocato dello Stato, invece, è incardinato nell’Avvocatura generale, un organo della Pubblica amministrazione che – senza necessità di una procura – tutela i diritti e gli interessi della macchina statale in sede di giurisdizione ordinaria e speciale. A tale categoria compete l’attività di rappresentanza e di difesa di tutte le Amministrazioni, comprese quelle ad ordinamento autonomo. Premesse queste differenze, quale è la discriminante essenziale tra le due categorie avvocatizie? Sicuramente la quantità di denaro che la seconda riesce a conseguire rispetto alla prima.

Parola della Cassa nazionale di previdenza e di assistenza forense, statisticamente, gli avvocati molisani sono ‘poveri’, con una marcata differenza per aree territoriali e per genere nel volume degli affari. Addirittura si attribuisce alle signore professioniste un introito medio (esagerazioni?) posto al di sotto della metà di quello dei colleghi uomini, permettendo di pensare che le donne sembrerebbero lavorare a ritmi ben ridotti. Cosicché, mentre i professionisti della legge italiani sono grosso modo 200mila, la carriera intrapresa da chi fa l’avvocato per lo Stato rimane ben più allettante dal punto di vista economico. Lo stipendio è buono, le gratifiche sono da capogiro, incarichi e consulenze esterne sono milionarie e gli arbitrati hanno il colore dell’oro. Ma, tutto questo, a condizione di non essere molisani. Chi opera in questa regione guadagnerebbe quasi sicuramente soltanto con la cosiddetta ‘quadrimestrale’. Cifre pur sempre invitanti ma comunque ben lontane da quelle dei colleghi abruzzesi, veneti ed anconetani che – a loro volta – guadagnano al di sotto di quanto fruito dagli avvocati dello Stato romani, napoletani e baresi. In altri tempi un n. 1 riusciva a percepire, ogni anno, la bellezza di 275mila euro lordi di stipendio, somma ben lontana da quella di un Procuratore generale della Corte di Cassazione.

Ma non basta ove si consideri che il ‘Guinnes’fu conseguito da un messinese che – con 40 anni di servizio – alla retribuzione annua lorda di 222mila euro poté aggiungere una quadrimestrale di oltre 300mila euro. Dal loro canto, i Molisani manco piangono, dal momento che – oltre alla quadrimestrale, sia pure ridotta – sono titolari di incarichi extragiudiziali, di ruoli istituzionali e di governo, di docenze, di consulenze e soprattutto di arbitrati. Tutti ammennicoli che, con le ricche prebende che si trascinano, finiscono per fare apparire lo ‘stipendio’ erogato quasi come ‘un argent de poche’ di scarso momento.

Insomma siamo di fronte ad una classe benemerita posta alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio, strutturata in un’Avvocatura generale ed in quelle distrettuali (per ogni Sede di Corte d’appello). Da quando è entrata in funzione la Corte costituzionale essa interviene pure nelle controversie dinanzi al citato consesso. Inoltre i componenti possono essere autorizzati ad assistere enti pubblici soggetti alla vigilanza dello Stato e possono difendere agenti impiegati che – per fatto o per ragioni di servizio – siano stati chiamati in giudizio civile o penale. Dunque, essi rappresentano, e difendono, l’Amministrazione statale in tutte le sue articolazioni (Governo e Ministeri, Regioni e Comuni, enti e rappresentanze diplomatiche). In passato c’è stato persino qualcuno che (senza vergognarsi!) ha preteso di avviare una vertenza per vedersi riconoscere il buono-pasto elargito ai comuni dipendenti pubblici.

Quel che non si riesce a capire è perché gli stipendi di un pubblico dipendente siano contrattualmente onnicomprensivi mentre quelli degli avvocati dello Stato possano essere tranquillamente incrementati, così come quelli dei Segretari comunali. Sono i misteri da sempre praticati dalla Pubblica amministrazione.

Claudio de Luca

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