«Il Trasporto pubblico locale in Molise è prossimo al collasso», le ragioni

Dossier sab 26 ottobre 2019
Lavoro ed Economia di La Redazione
11min
Autobus al terminal ©Termolionline.it
Autobus al terminal ©Termolionline.it

TERMOLI. All’indomani dello sciopero del Trasporto pubblico molisano, 20 autolinee che compongono il consorzio Stabile Molise Mobilità, tra cui Atm, rincarano la dose, indirizzando un lungo documento, vero e proprio capo d’accusa, a istituzioni locali e regionali, alle organizzazioni sindacali e alla stampa.

«E' triste e inaccettabile constatare che il trasporto pubblico locale in Molise è prossimo al collasso.

In questi anni si è creato un profondo solco di divisione tra l'Amministrazione regionale e le imprese, che impedisce il confronto necessario per risolvere le problematiche che lo affliggono.

Abbiamo per tale ragione deciso di portare a conoscenza della pubblica opinione e delle autorità di controllo, il degrado che lo caratterizza, indotto dal disinteresse sostanziale della parte politica che cerca continuamente di scaricare la responsabilità di tutto sulle imprese anche attraverso rappresentazioni della realtà totalmente distorte, lontane anni luce dai fatti e dalle leggi.

Le proteste, che quotidianamente registriamo da parte dei viaggiatori, per servizi non di qualità, insufficienti e inadeguati, a causa principalmente dello stato di anzianità del parco autobus molisano, in assoluto più vecchio d'Italia e neanche lontanamente paragonabile a quello presente in regioni limitrofe come Puglia ed Abruzzo, sono rafforzate dall'ultimo provvedimento adottato dalla Regione con il quale si è decretato un incremento di circa il 37,40% sul costo dei titoli di viaggio a solo vantaggio delle casse regionali, nulla lasciando alle aziende che avrebbero potuto valutarne il reinvestimento nelle loro attività.

Tale stato di precarietà è stato più volte sollevato anche dalle Organizzazioni Sindacali e un’analisi più attenta certifica che, purtroppo, il settore è stato in alcuni periodi non governato, in altri mal governato, in altri addirittura vessato attraverso attività ritorsive supportate spesso da un atteggiamento di profonda avversione ed immotivata chiusura verso le esigenze delle imprese operanti.

In questi ultimi sette anni siamo stati raramente ascoltati, ciò che si è promesso non si è mantenuto e non c'è stato alcun provvedimento concreto risolutivo delle istanze di categoria e di quelle palesate anche dalle organizzazioni sindacali.

Soffriamo della ricusazione di ogni nostro tentativo di concertazione, vilipeso da decisioni improvvide della Regione che hanno dato luogo a giudizi legali costati alla Regione medesima cifre nell'ordine di milioni di euro.

Non si è provveduto ad una riorganizzazione complessiva del settore, confidando illusoriamente sulla futura gara per l'affidamento dei servizi ad un unico gestore, che tra l’altro, non si sa come e quando si farà, nella speranza che ciò possa risolvere tutti i problemi. In realtà la gara è solo una modalità di affidamento del servizio.

La riorganizzazione è cosa diversa, normalmente propedeutica alla gara.

In tempi, ahimè! ormai lontani, quando vigeva il naturale rispetto tra le parti che si traduceva in un confronto costruttivo sulle iniziative da intraprendere, si sono raggiunti risultati notevoli, anche in presenza di un costo d'esercizio dei più bassi d'Italia. Tra essi l'efficientamento della rete che ha portato ad un risparmio di circa nove milioni di euro per le casse regionali con la conservazione totale delle maestranze impegnate.

Assistere oggi a rappresentazioni indecorose nell'ambito dell'aula Consiliare, ad opera del rappresentate politico di turno, di competenza sicuramente “stellare”, ma che in realtà ignora totalmente i termini della materia dimostrando molta superficialità, è mortificante e preoccupante.

I problemi sono numerosi e delicati:

1- Risorse finanziarie.

Insufficienza delle risorse finanziarie. Tutti i bilanci di previsione della Regione approvati negli ultimi sette anni stanziano somme pari alla metà di quelle effettivamente occorrenti e necessari per il TPL. Cosicchè si entra in difficoltà già nel mese di luglio, con i pagamenti contrattuali effettuati in ritardo o non effettuati proprio e con l'affanno materiale di reperire le somme necessarie anche a discapito di altre modalità di trasporto.

2-Puntualità nei pagamenti.

Ritardo ormai cronico nel pagamento delle fatture mensili, consolidato ormai con l'ultima legge regionale, la quale, superando la previsione contrattuale, ha sancito in trenta giorni dalla presentazione il termine per il pagamento delle fatture. Ciò ha normato in realtà quello che si verificava abitualmente impedendo però in questo modo eventuali richieste di interessi per ritardato pagamento, ma creando, contestualmente, problemi finanziari con riflessi negativi sui pagamenti aziendali tra cui stipendi, gasolio, spese per manutenzioni dei mezzi e quant'altro necessario allo svolgimento dell'attività.

Si ricorda a coloro che lo sostengono che il contratto non prevede anticipazioni finanziarie da parte delle imprese, eppure le stesse sono costrette ad anticipazioni continue, a volte oltre la propria capacità economica, in un contesto caratterizzato da ritardi cronici che si protraggono per anni.

E' attività ordinaria il ricorso da parte delle imprese alle istituzioni creditizie (Finmolise e Banche), per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie a garantire la gestione; accollarsi le spese connesse per interessi ed altro che spesso, disconosciute dalla Regione, costringono le imprese ad adire le vie legali per il loro ristoro.

3- Vetustà autobus.

Il parco bus circolante in Molise è il più vecchio d'Italia. Per un quarto costituito da mezzi con caratteristiche costruttive “euro 0” da quest'anno inibiti alla circolazione per legge. Tale situazione è stata posta all'attenzione della Regione con largo anticipo in innumerevoli occasioni e segnalata come potenzialmente pericolosa stante la vetustà strutturale dei mezzi non sanabile con interventi di manutenzione straordinaria. Eppure la Regione Molise, al pari delle altre, è risultata destinataria di risorse statali per interventi di ammodernamento del parco, ma pur essendo esse disponibili ormai da oltre cinque anni, non si è stati in grado di attivare le procedure necessarie per il loro utilizzo, per cui oggi siamo ancora in attesa, ma di cosa? Che succeda qualche disgrazia?

All’uopo è doveroso fare mente locale a quanto è successo a Genova laddove il ponte Morandi, di cui tutti conoscevano le condizioni di precarietà è crollato a causa dell’inerzia di chi doveva provvedere provocando la morte di quarantatré persone.

La vetustà dei mezzi circolanti è rilevante in modo allarmante non solo per l'assenza del confort necessario e promesso, ma principalmente per la sicurezza. Incidenti in cui si vedono coinvolti gli autobus sono diventati molto frequenti, per lo più dovuti a rotture occasionali degli stessi, che spesso si risolvono fortuitamente grazie alla professionalità degli autisti. Il pericolo che possano verificarsi episodi di grave rischio sono stati più volte sollevati dalle aziende con comunicazioni e missive atte a richiamare l'attenzione su tali questioni, oltremodo delicate, ma le risposte migliori sono state di questo tipo “per contratto la manutenzione è obbligo dell'impresa..”

Ora ci preme rendere noto a chi ci legge che la manutenzione ordinaria e straordinaria, quotidianamente effettuata dalle aziende, non può garantire il ripristino delle condizioni di sicurezza laddove la corrosione ha intaccato la struttura dei mezzi.

Inoltre il costo contrattuale riconosciuto per la manutenzione è stato definito nel 2010, oggi sicuramente non adeguato a mezzi che hanno aumentato la loro vita di altri dieci anni. L'anzianità media accertata del parco regionale varia dai 18 ai 25 anni e caratterizzata in prevalenza dalla presenza di veicoli con caratteristiche euro 1-2 e 3 ed “0” ormai tutti con circa un milione e mezzo di chilometri di percorrenza.

Per quanto ci riguarda come imprese concessionarie abbiamo più volte denunciato lo stato di usura ormai fuori controllo dei mezzi, ma si persevera in una diffusa indifferenza di fronte alle numerose denunce, segnalazioni, esortazioni e preghiere di porre adeguati rimedi ad una situazione che è di oggettivo pericolo per gli utenti.

Assistiamo smarriti quindi ai risultati pregevoli raggiunti da Regioni limitrofe che, profittando dei finanziamenti Statali ed attingendo anche a fondi di altra natura, hanno provveduto alla sostituzione di gran parte del parco esistente alzando il livello qualitativo dei servizi resi. Nella nostra Regione non è stato mai investito per tale necessità un solo euro di finanza regionale, ma solo quella proveniente dallo Stato e nemmeno. Infatti ad oggi non abbiamo ancora informazioni sulla richiesta di proroga avanzata dalla nostra Regione per ottenere i finanziamenti di cui sopra e i cui termini di scadenza risultano spirati.

Quando è stato possibile le aziende hanno investito fondi propri per il reperimento sul mercato di autobus da immettere nei servizi svolti, ma è evidente che di fronte ad una vetustà diffusa e generalizzata occorrono ingenti investimenti frutto di programmazione nell'ambito di una attenta e previdente politica del trasporto regionale.

Come consorzio abbiamo più volte chiesto una condivisione fattiva e non formale nella elaborazione del piano di acquisto degli autobus. Infatti riteniamo indispensabile calibrare le scelte dei mezzi da reperire sulle esigenze gestite dalle aziende sia per quanto riguarda la tipologia ed uniformità degli stessi che per il territorio in cui andranno ad operare. In passato questi aspetti sono stati sempre salvaguardati garantendo una integrazione del parco allo scopo di abbassare i costi di manutenzione e migliorarne l'efficienza. Oggi purtroppo noi aziende non abbiamo alcuna informazione sui mezzi che si dovranno acquistare, sempre che questo succeda nella migliore delle ipotesi, e cioè di che tipo saranno, che caratteristiche costruttive avranno, in quale contesto organizzativo per quanto concerne la manutenzione andranno ad inserirsi e soprattutto quali saranno i criteri per la loro assegnazione.

Nella nostra Regione si sono preferite invece scelte trasportistiche diverse, quali la realizzazione di una “metropolitana leggera”, la cui utilità è tutta da dimostrare, stante la difficoltà, per il “milione e cinquecentomila” molisani, di raggiungere le stazioni di Matrice e Bojano con le proprie autovetture e abbandonare le stesse in mezzo alla campagna.

Allo stesso modo sono stati gettati decine di milioni di euro per la manutenzione straordinaria della ferrovia Campobasso -Termoli, per un treno che non esiste, sostituito ormai da anni da “servizi sostitutivi” ad opera di vettori non regionali.

4 - Sicurezza delle fermate.

Altro problema annoso, mai risolto, sul quale giustamente protestano gli autisti, è rappresentato dalla sicurezza delle fermate. Se nel tempo trascorso dalla entrata in vigore del nuovo C.d.S. ad oggi, si fossero messe in sicurezza anche solo tre piazzole di fermate all’anno, non ci troveremmo in questa situazione disastrosa. Invece nulla è stato fatto. Neppure un euro investito per tale scopo dalla Regione. Ah! Necessitavano per la metropolitana leggera.

A titolo esclusivamente informativo, registriamo in merito la voce che suggeriva la realizzazione di “hub”, equivalente di grandi piazzole di scambio. E’ una scelta finalizzata alla soluzione del problema o semplicemente una ulteriore canalizzazione di spesa inutile? Gli “hub” comportano la gestione di un traffico intensivo che non corrisponde a quello molisano. Per il raggiungimento delle piazzole di scambio la percorrenza preventivata è di circa 10-20 chilometri. A questo punto vale raggiungere la località di destinazione con la vettura di proprietà considerato che le stesse non sempre sono eccessivamente lontane. Per contro, l’organizzazione del trasporto in Molise registra invece la necessità di una diffusione capillare delle fermate, al servizio dei piccoli comuni e delle borgate, lungo i tragitti stradali. L'adozione di una scelta tipo “hub” finirebbe per avere come conseguenza un isolamento ulteriore degli stessi, con il rischio che l’utenza rinunci totalmente al trasporto pubblico ritenendolo eccessivamente disagevole.

Se poi si pensi all’utilizzo di navette di raccordo per i collegamenti, ci si dovrà porre la domanda, di come fare a sostenerne i costi atteso che si riesce a malapena a garantire i servizi attuali, sicuramente meno costosi di quelli progettati in tal senso da qualcuno che non ha mai utilizzato l’autobus per i propri spostamenti? E ancora, dove si troveranno le disponibilità finanziarie necessarie all’acquisto di piccoli autobus per i servizi di raccordo?

5- Gestione contratto di servizio.

Non sono riconosciute le compensazioni economiche, seppur previste, per le tessere di libera circolazione a favore di particolari categorie di utenti. Altrettanto dicasi per le corse aggiuntive che la Regione stessa richiede nonché per quelle concernenti i chilometri percorsi fuori regione, ma a vantaggio dell’utenza molisana. Non sono ad oggi riconosciuti i costi sostenuti dalle aziende per i Terminal-bus, attualmente di Termoli e Larino. Quelli sostenuti dalle aziende concernenti gli adeguamenti contrattuali, puntualmente corrisposti in busta paga dalle aziende ai propri dipendenti, e ciò nonostante le numerose condanne ricevute in merito in sede legale.

Su tale questione una riflessione è doverosa: l’onere che ne deriva in termini di onorari ed interessi a carico della intera collettività e l’onere sostenuto dalle imprese per tali procedure è accertato tradursi in una sottrazione di somme fondamentali per la gestione dei servizi.

6- Bando di gara.

Oltre le previsioni di legge riteniamo la necessità del bando di gara quale sistema corretto per la scelta del gestore unico per i servizi regionali. Abbiamo assistito però in questi anni ad una difficoltà della Regione nella formulazione di un valido bando di gara: quelli proposti non erano conformi perciò annullati dal TAR; conclamata incertezza sulle date scandite per la sua realizzazione. Eppure a tal fine si sono investiti circa cinquecentomila euro in consulenze esterne e studi fuori regione che è lecito dubitare saranno mai in grado di disciplinare l’organizzazione dei servizi sul territorio molisano in considerazione della mancata conoscenza delle esigenze effettive della nostre comunità. La dimostrazione di quanto asserito sta nel fatto che la Regione ha proposto di effettuare un bando di gara dividendo la Regione Molise in due lotti. È tecnicamente una follia trasportistica!

E verosimile che tutta questa operazione si tradurrà in un opera di scopiazzamento dannosa allo scopo e cioè alla produzione di un bando che serve alla nostra Regione.

In conclusione

Abbiamo il fondato timore che si stia verificando nel settore trasporti ciò che si è verificato nella sanità. A furia di rimandare, di non prendere per tempo le misure necessarie, di individuare figure prive della giusta competenza si rischia uno sfascio completo.

Non siamo certi di poter sopportare a lungo questo stato di degrado complessivo e mettere riparo ai danni subiti ed a quelli che si manifestano ancora oggi con frequenza giornaliera. È verosimile che a breve saremo costretti a gettare la spugna, non essendo più nella condizione di assicurare i servizi svolti con professionalità puntualità e sicurezza negli ultimi quaranta anni».

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