Trasporto pubblico locale: Regioni preoccupate, occorre presto decisione condivisa col Governo

Il confronto lun 10 agosto 2020
Lavoro ed Economia di La Redazione
10min
Trasporto locale ©Termolionline.it
Trasporto locale ©Termolionline.it

ROMA. “Nel confronto che abbiamo avuto oggi con i Ministri De Micheli, Speranza e Boccia abbiamo confermato, insieme con i Comuni, la fortissima preoccupazione per la situazione del Trasporto pubblico locale, quando a settembre riapriranno le scuole e saranno riprese gran parte delle attività lavorative”.

Lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini. “È chiaro che il riferimento di base deve essere la sicurezza sanitaria. Insieme, Governo e Regioni devono però fare i conti con la sostenibilità del trasporto pubblico. Insieme dobbiamo trovare le soluzioni possibili che consentano la gestione dei servizi in un periodo in cui dovremo convivere con il contenimento del virus. E dobbiamo fare presto, per questo abbiamo dato la nostra massima disponibilità sin dalle prossime ore a trovare una soluzione condivisa".
Prosegue il presidente Bonaccini: "Al Governo abbiamo posto tre questioni fondamentali.
Punto primo: abbiamo apprezzato il previsto stanziamento di 400 milioni del DL Agosto. Ma occorre che queste risorse siano rapidamente erogate. Abbiamo infatti chiesto che non si perda tempo, che si attribuiscano sulla base degli stessi criteri che abbiamo già utilizzato per il fondo nazionale trasporti. Serve anche uno snellimento del regime autorizzatorio per abilitare altri mezzi a svolgere i servizi di linea.
Punto secondo: si deve agire soprattutto sulle linee extraurbane.
Punto terzo: è opportuno chiudere rapidamente i tavoli regionali coordinati dal Ministero dell’Istruzione sulla flessibilità degli orari scolastici al fine di avere un quadro chiaro sulla base del quale rimodulare i servizi di Trasporto pubblico locale ove necessario. Infine– conclude Bonaccini- ho chiesto ai ministri di arrivare ad una decisione condivisa all’inizio della prossima settimana, perché i tempi stringono davvero.”
Per il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia A settembre il trasporto pubblico locale "tornerà alla fase pre-Covid", pur essendo il virus ancora in circolo. ma c'è la necessità che vi sia un "coordinamento forte e una collaborazione massima" tra tutti "per evitare ordine sparso". "I dieci milioni di persone che a settembre si rimetteranno in moto, studenti, professori, famiglie, sono la nostra priorità", ha aggiunto il ministro ricordando che la "leale collaborazione" tra le istituzioni nazionali e locali finora "ha sempre funzionato" e, dunque, è necessario proseguire su questa strada. E sulle risorse "il governo è stato di parola". E' quanto ha sottolineato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia nel corso della riunione con le Regioni sui trasporti ricordando che sono state stanziate "tutte le risorse richieste" sia sul Tpl sia sulle mancante entrare di regioni ed entri locali. La "collaborazione con le autonomie locali è stata massima ed entrando nel merito dei problemi abbiamo sempre trovato soluzioni condivise" ha aggiunto il ministro chiedendo ora alla Regioni di preparare un "documento unitario" da sottoporre al Cts proprio per evitare di andare in ordine sparso. "Prendiamoci una settimana - ha concluso - e troviamo una soluzione sulla percentuale di persone che può salire a bordo" dei mezzi.
Nel corso della riunione con le Regioni il ministro delle Infrastrutture e traporti Paola De Micheli ha ricordato che per il trasporto pubblico locale il governo mette a disposizione 700 milioni per il 2020. Il governo ha "rispettato gli impegni presi" prevedendo, nel decreto agosto, 400 milioni per le Regioni e 300 milioni per i Comuni. "Ce la metteremo tutta - ha aggiunto - per arrivare preparati a settembre". "Attiveremo un tavolo tecnico per rendere operativi tutti gli spazi che le linee guida del Dpcm ci consentono. C'e' una grandissima condivisione degli obiettivi: dobbiamo dare la massima garanzia di protezione della salute perche' non esiste che chi va a scuola e al lavoro abbia meno garanzie di chi si muove con altri mezzi e garantire il diritto alla mobilita'. Lavoriamo in queste ore per migliorare ancora le linee guida che se le leggete hanno gia' molte novita' rispetto a quanto predisposto a maggio", ha aggiunto Paola De Micheli rispondendo alle domande dei giornalisti sul ripristino della capienza del trasporto pubblico nel corso di una conferenza stampa a Padova.
Su facebook il ministro della Salute Roberto Speranza conferma: al lavoro con Regioni e Comuni per organizzare le prossime settimane anche in vista della riapertura delle scuole. Ma la sicurezza sanitaria e' la premessa per la ripartenza del Paese". Bisogna avere "prudenza anche nel gestire la ripartenza a settembre". Il governo lavorerà comunque per "trovare un punto di equilibrio tra le valutazioni del Comitato tecnico scientifico e le istanze, anche politiche, di Regioni e Comuni". Speranza ha assicurato che già oggi sottoporrà al Cts le esigenze degli enti locali. "All'ordine del giorno ci sono altre questioni ma nei prossimi giorni lavoreremo sul tema".Sulle limitazioni ai trasporti pubblici "abbiamo ancora tempo di correggere il tiro. Perche' se ha senso porre il tema dell'assembramento sui mezzi, non possiamo pero' fare i fondamentalisti". A dirlo e' il Presidente del Veneto Luca Zaia, che in mattinata ha partecipato all'ncontro in videoconferenza.

"Vedremo se ci sono misure nel dpcm da interpretare- spiega Zaia in conferenza stampa- ci siamo presi ancora questa giornata per vedere se serve una nostra ordinanza". Al momento, precisa il governatore, in Veneto "resta tutto com'e'". Ma "il mio approccio e' costruttivo- assicura- bisogna usare buon senso. Ho chiesto di fare approfondimenti e ho trovato terreno fertile, le mie osservazioni sono state recepite". In poche parole, secondo Zaia "dobbiamo insistere nell'obbligo della mascherina ed essere meno intransigenti sul distanziamento sui mezzi trasporto, altrimenti avremo il caos. E il caos nei trasporti avrebbe una ricaduta drammatica". Solo in Veneto "i viaggiatori sono 10 milioni al giorno", ma con queste limitazioni "a piedi ne restano due milioni e mezzo". Non solo. "Avremo anche un problema giuridico nel momento in cui devi lasciare a terra studenti o minori" se i mezzi sono pieni, segnala il presidente. Anche un aumento delle risorse da parte del Governo potrebbe non essere sufficiente. "Se anche mi metti un miliardo di euro sul tavolo- afferma Zaia- il 14 settembre non riusciamo comunque a fare trovare la fila di autobus con limitazioni che garantiscono il servizio, perche' c'e' un problema di materiale rotabile" da reperire. All'incontro col Governo, Zaia ha sollevato in particolare tre questioni. Prima di tutto, "ci sono categorie di persone che sono una comunita', anche se non vivono sotto lo stesso tetto".

Ad esempio, cita il presidente del Veneto, chi lavora insieme tutti i giorni. E a questo proposito cita il protocollo firmato da Governo e sindacati il 13 aprile per la sicurezza nei luoghi di lavoro, in base al quale "due lavoratori possono lavorare fianco a fianco indossando la mascherina. Se gli stessi lavoratori vanno in autobus invece devono stare distanziati: questo va risolto". Poi ci sono i pendolari, che sono per lo piu' "abitudinari" e sono "sempre gli stessi negli stessi orari. Quindi per me anche questa e' una comunita'". Infine c'e' il tema del ricambio di aria sui mezzi, in base al quale sugli aerei e' consentita una maggiore capienza di passeggeri. "Ma chi lo dice che il ricambio e' piu' veloce del mio respiro?". A conti fatti, dunque, Zaia insiste sull'idea di "correggere il tiro" del Dpcm. "Non vogliamo tornare al lockdown, ma dobbiamo gestire questa convivenza", afferma. "Da parte mia c'è massima collaborazione e proposte costruttive". E' quanto ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso della riunione tra governo e regioni sulla ripresa del trasporto pubblico locale. Anche Zaia, secondo quanto si apprende, ha ribadito la necessità di "non andare in ordine sparso" e di arrivare ad una soluzione condivisa tra governo ed enti locali.
Ai ministri competenti per i rapporti regionali, la salute e i trasporti il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, assieme ai colleghi delle altre Regioni e Province autonome, ha illustrato i problemi che le amministrazioni dovranno affrontare qualora venisse confermato l’orientamento di dimezzare i posti disponibili su treni, bus e corriere per i vincoli di distanziamento posti dalla pandemia. Nonostante l'adozione degli accorgimenti suggeriti dal Governo, infatti, fra cui ad esempio l’adozione di divisorie flessibili tra una seduta e l'altra sui mezzi extraurbani, ipotizzata dal ministro, non si andrebbe comunque al di sopra del 60% dei carichi ordinari. Se così fosse, quindi, a settembre quasi la metà degli studenti resterebbe esclusa dal servizio trasporto e non ci sarebbe spazio nemmeno per i pendolari. L’intento, sottolineato da tutti i governatori, è quello di non procedere in ordine sparso, come peraltro forzosamente avvenuto nell'ultimo mese del precedente anno scolastico, considerato che senza un ampliamento della capacità di trasporto, a cui si è posto mano con ordinanze territoriali, i problemi non si sarebbero risolti in tempi brevi. L’auspicio è che dal Comitato tecnico-scientifico pervengano indicazioni concrete sugli accorgimenti adottabili nel breve periodo, per disporre di una capacità di carico pressoché pari a quella ordinaria, eventualmente anche attraverso la conferma delle modalità vigenti sui mezzi di trasporto pubblico, che fanno della mascherina il presidio fondamentale per la prevenzione del Covid 19. Sarà predisposta ora una istanza congiunta Regioni-Anci in vista di una ulteriore valutazione da parte del Comitato e di un incontro entro martedì-mercoledì prossimo. I tecnici dei Ministeri delle Infrastrutture, della Salute e delle Regioni metteranno a punto a loro volta nei prossimi giorni un documento condiviso da sottoporre al Comitato.
"E' stata una riunione che comunque non consideriamo decisiva ma interlocutoria tanto che, in considerazione della delicatezza della materia, abbiamo stabilito di aggiornarci la prossima settimana per condividere con il Governo e i Comuni, laddove sarà possibile, i punti cardine di un documento da sottoporre al Comitato Tecnico Scientifico". Così l'assessore regionale alle Infrastrutture trasporti e mobilità sostenibile della regione Lombardia Claudia Maria Terzi al termine dell'incontro."Con tutte le Regioni e con l'Anci - ha chiarito - abbiamo evidenziato le forti criticità che ci troveremo ad affrontare a settembre, con la ripresa delle scuole e delle attività lavorative, se la capacità dei mezzi sarà ancora limitata". "All'esecutivo nazionale avevamo chiesto - ha proseguito - in un documento condiviso dalla Commissione Trasporti della Conferenza Stato Regioni, un miliardo di euro per attuare il distanziamento sui mezzi di trasporto. La risposta dei ministri della Salute e degli Affari regionali è arrivata oggi: 400 milioni di euro resi disponibili dal Decreto di agosto. Risorse per acquistare mezzi e compensare le minori entrate del periodo di chiusura, ma insufficienti". "In Lombardia - ha ribadito - resta in vigore l'ordinanza del presidente della Regione che prevede la piena occupazione dei posti. Regole applicate anche da Trenord, che consente di sedersi sul 100% dei posti".
Se la capienza massima sui mezzi di trasporto pubblico sarà ridotta al 60 per cento, secondo l'attuale orientamento del Governo, la Regione Friuli Venezia Giulia non sarà in grado di garantire il trasporto pubblico scolastico. Questa in sintesi la posizione che l'assessore Graziano Pizzimenti ha espresso per voce dell'assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, intervenuto stamattina in videoconferenza alla riunione tra Governo e Regioni per fare il punto sulla gestione del trasporto pubblico locale da settembre in poi. Attualmente in Friuli Venezia Giulia sul Tpl ferro e gomma la capienza è massima, con la possibilità di occupare il cento per cento dei posti a sedere, ma con l'obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale.
Nel corso della riunione, la Regione ha rigettato l'ipotesi di installare a bordo dei mezzi pubblici dei separatori leggeri, come divisori in stoffa o altro materiale, sia per l'impossibilità di provvedere all'allestimento di tutti i mezzi in tempo utile, sia per la difficoltà che comunque si riscontrerebbe nel tenere igienizzati simili attrezzature. Il Friuli Venezia Giulia ha inoltre posto l'accento sullo scarso tempo a disposizione per svolgere gare e procedure amministrative e giungere pronti alla riapertura dell'anno scolastico. A tal proposito, l'ulteriore slittamento alla prossima settimana della discussione di un documento unitario - a cui le Regioni stanno già lavorando per avanzare una controproposta al ministero e al comitato scientifico - non lascia ben sperare sulla possibilità di giungere ad una soluzione in tempi ristretti.
"Allo stato attuale non è stata presentata nessuna soluzione praticabile per garantire il distanziamento sui mezzi pubblici. Si è parlato di paratie mobili, tende o simili, ma è impossibile dotare tutti i mezzi pubblici regionali, treni e autobus, di queste attrezzature in così poco tempo, e la riduzione di capienza dei mezzi (fino al 50%) non potrebbe essere compensata in alcun modo. Senza il 100% di capienza autorizzata non è possibile garantire il trasporto di studenti e lavoratori in tempo per la ripresa della scuola e dei ritmi lavorativi normaii". Così l'assessore Giovanni Berrino della Regione Liguria in una nota al termine dell'incontro d oggi. "Il nodo da risolvere, evidentemente, non è economico - conclude la nota - anche con risorse supplementari le regioni non sarebbero in grado di raddoppiare l'offerta di mezzi".

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