Stellantis in Consiglio comunale: «Tutti insieme, per modo di dire!»

Non ci stanno ven 28 gennaio 2022
Lavoro ed Economia di La Redazione
4min
Usb in riunione (foto di archivio) ©TermoliOnLine
Usb in riunione (foto di archivio) ©TermoliOnLine

TERMOLI. «Tutti insieme, per modo di dire!» La Rsa della Usb Molise lavoro privato allo stabilimento Stellantis polemizza dopo le iniziative istituzionali assunte nei giorni scorsi a seguito della visita enigmatica del Ceo Carlos Tavares. «Appuriamo solo dai giornali che in Consiglio comunale a Termoli “si è trattata la questione della gigafactory Stellantis”.

Appuriamo, sempre dai giornali, che erano presenti “In sala anche i sindacalisti metalmeccanici del territorio, che a fine seduta hanno incontrato il primo cittadino”. Avremmo voluto esserci, in quanto lavoratori, oltre che rappresentanti sindacali dei problemi di quella fabbrica da anni. Avremmo voluto esserci perché da anni invochiamo preoccupati la collaborazione e l’interessamento degli altri sindacati, delle istituzioni e della politica, anni fatti di continue richieste di consigli di fabbrica alle altre organizzazioni sindacali, mai accolte; anni di richieste di tavoli congiunti sia a livello regionale che comunale; anni in cui ci siamo recati soli a Roma, per interessare anche il governo centrale sulla questione Fiat, nonostante la nostra richiesta di partecipazione rivolta a tutti.

Ci chiediamo perché noi, da quello stesso Consiglio comunale e da quegli stessi sindacalisti, non più di qualche mese fa, siamo stati lasciati soli con le nostre preoccupazioni riguardo alla perdita di posti di lavoro e alle pessime prospettive (nonostante la promessa della Gigafactory), per il nostro stabilimento e per tutto il gruppo Fiat in Italia.  Ci chiediamo perché pensino di poter fare tutto da soli. Ci chiediamo perché pensino di rappresentare tutti e tutti punti di vista.

Ci chiediamo perché ci escludano, e perché escludano quelle lavoratrici e quei lavoratori di cui rappresentiamo il pensiero. E ci chiediamo perché escludano proprio noi, che oltre ad essere sindacalisti, siamo anche lavoratori di quello stabilimento; quelli che portano sulle proprie spalle, pagano e più direttamente conoscono la questione Fiat. In ogni caso va bene così l’importante è che si inizi ad affrontare la questione che solo qualche mese fa Roberti, alla stessa mozione portata solo da tre consiglieri di minoranza, e sollecitata dalle preoccupazioni della Usb, rispose non esistere! Da quel che possiamo capire leggendo, l’approccio ci sembra monco.

Pare infatti che si ponga l’attenzione esclusivamente “all’avere la possibilità di gestire quel che ancora si può”, cioè i soldi del Pnrr. Se avessimo partecipato, avremmo posto la questione occupazionale, che ci pare del tutto sorvolata. Infatti quei sindacati chiedono “continuità” col passato. E non si può chiedere di continuare così, in un momento in cui la cassa integrazione è ormai strutturale, e si sono perse centinaia di posti di lavoro e nel 2026, se va tutto bene, si vuole diminuire ulteriormente il personale fino ad arrivare a 1000, da 2500 di prima della pandemia. Se avessimo partecipato, avremmo fatto presente di come viene utilizzato l’ammortizzatore sociale, gravando in maniera diseguale e ricattatoria, e spesso affiancato dalla richiesta di straordinari. Se avessimo potuto partecipare avremmo chiesto l’interessamento della politica rispetto ai livelli di inquinamento, e di consumo delle acque che queste nuove produzioni avrebbero.

Che pure devono essere controllati. Non per impedire la costruzione della gigafactory, ma per garantire che non ci tolga la salute. Se avessimo partecipato, avremmo chiesto di tenere le nostre attuali produzioni che stiamo progressivamente spostando all’estero, per affiancarle alla nuova gigafactory; avremmo chiesto le condizioni necessarie alla creazione un indotto, perché solo quello può riportare a questo territorio un livello occupazionale che lo risollevi. Se avessimo partecipato avremmo chiesto di valutare quali altri sacrifici Stellantis vuole chiedere ai lavoratori italiani e di questo territorio in termini occupazionali e di peggioramento delle condizioni di lavoro e degli stipendi.  Se avessimo partecipato avremmo chiesto che il Governo sia presente e controlli lì dove esso stesso o l’Europa concedono aiuti, così come d’altronde accade già per la Francia, dove un membro del parlamento è presente nell’amministrazione dei delegati Stellantis.  Avremmo ricordato a tutti che la regione Molise in particolare, ha versato tanti soldoni per mantenere i posti di lavoro della Fiat di Pantano Basso, che l’alluvione aveva cancellato. Centinaia di quei posti di lavoro sono andati già persi in questi ultimi tre anni: accompagnati a licenziarsi con gli incentivi, da quei sindacalisti lì, che non ne hanno chiesto il rimpiazzo.

Vogliamo che il governo partecipi per garantirci il lavoro, la dignità e i salari, e non per parlarci delle prospettive del gruppo Exor e di come cresce in borsa, mentre noi lavoratori ci ridividiamo cassa integrazione e perdita di posti di lavoro! Vogliamo che partecipi, e non per spartire quattro soldi tra politicanti. Comunque noi avremmo voluto esserci, ma non c’eravamo. Ed è forse proprio per quello che avremmo voluto domandare, che ieri ci hanno tenuti lontani e all’oscuro di quel consiglio. E questo non è un problema per noi, ma non fa il bene delle Lavoratrici e dei Lavoratori, né quello del territorio».

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