Erosione costiera, i tratti a rischio del litorale molisano fanno scuola in Italia

dom 22 maggio 2016
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
2min
Erosione costiera, i tratti a rischio del litorale molisano fanno scuola in Italia ©n.c.
Erosione costiera, i tratti a rischio del litorale molisano fanno scuola in Italia ©n.c.
TERMOLI. La costa molisana a rischio per causa dell’erosione marina, non è una novità, ma nemmeno una emergenza cessata. Infatti, nella prossima settimana se ne parlerà in un convegno nazionale ad opera del Gruppo nazionale di ricerca degli ambienti costieri, che insieme a Legambiente, si riunirà a Ravenna, presso la Sala "P. Paolo D'Attorre" di Casa Melandri. La due giorni, che andrà in scena il 26 e il 27 maggio prossimi, evidenzierà “La gestione delle spiagge: processi costieri e sostenibilità”. A occuparsene, con uno studio accurato, i docenti Gianluigia Di Paola, Pietro Aucelli Pietro, Angela Rizzo e Carmen Rosskopf. “La costa molisana si estende per circa 36 km tra lo sbocco del canale Formale del Molino, a nord, e la foce del torrente Saccione, a sud. L’evoluzione di questo tratto di litorale è stata fortemente controllata dall’erosione nel corso dell’ultimo secolo. L’accentuata erosione costiera, infatti, ha portato al completo smantellamento dei delta a cuspide dei fiumi Trigno e Biferno durante la prima metà del secolo scorso e ancora oggi causa un arretramento articolato della linea di riva in molti settori costieri molisani. E’ evidente che l’erosione costiera possa perdurare anche in futuro, specie se si tiene conto degli scenari di innalzamento del livello marino ben noti in letteratura, esponendo le attività economiche e turistiche impiantate sul litorale molisano a potenziali gravi danni. A tale scopo, il presente studio si propone di valutare il rischio all’erosione di un settore particolarmente vulnerabile della costa molisana, quello situato tra il promontorio di Termoli e il torrente Saccione. La metodologia adottata per il calcolo del rischio costiero prevede la valutazione di due parametri. Il primo riguarda la stima della pericolosità all’erosione attraverso un approccio ad indici e sub-indici. Esso punta a suddividere la costa in classi di suscettibilità all’erosione e prevede l’utilizzo di sei sub-indici che permettono di caratterizzare il sistema costiero in termini di morfologia della spiaggia e del sistema dunale, evoluzione della linea di riva, sedimentologia, effetto del clima ondoso (run-up) e antropizzazione. La correlazione dei sei sub-indici porta all’identificazione dell’Indice di pericolosità all’erosione. Il secondo parametro riguarda l’analisi dei beni esposti attraverso un metodo già applicato in altri settori costieri, che si basa sulla valutazione di due indicatori: il valore socio-economico (popolazione, urbanizzazione, industrializzazione e aree protette) e il danno potenziale (in termini economici e di vite umane). Il prodotto matriciale dei due elementi porta alla stima dell’Indice del valore esposto. La successiva individuazione dell’Indice di rischio all’erosione e la relativa classificazione dell’area d’indagine in classi di rischio è il risultato della combinazione tra l’Indice di pericolosità e l’Indice del valore esposto. L’applicazione di questa metodologia ha permesso la suddivisione della costa meridionale del Molise in 27 settori, differenziati in base al loro grado di rischio. In particolare, nelle classi 5 e 4 (rischio molto alto e alto) ricadono rispettivamente 3,7 km e 9,1 km di costa, corrispondenti al 27,1% e al 65,1%. Le aree maggiormente compromesse sono localizzate a sud del Porto di Campomarino, a sud della foce del Biferno e intorno alla Città di Termoli. Lo studio mostra l'importanza di una buona gestione integrata del territorio. Un chiaro esempio è dato dalla manutenzione delle scogliere sommerse e dei pennelli esistenti e messa in opera di nuove strutture, spesso causa di variazioni della linea di costa incontrollabili. Una gestione integrata, che tenga conto non solo di singole esigenze ed emergenze locali, ma di una visione più globale della costa, potrebbe ridurre considerevolmente l’esposizione a rischio di molti dei settori costieri indagati.

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