Diritto e rovescio

Pallina nell'urna sab 12 giugno 2021
Lettere al direttore di La Redazione
3min
Tennis ©Termolionline.it
Tennis ©Termolionline.it

TERMOLI. Domenica scorsa, 6 giugno i veterani over 65 (e oltre) del ADT Termoli hanno vinto un incontro nazionale a squadre battendo Il Club Tennis Bisenzio.

Una mattinata gioiosa, vissuta senza ricerca di ribalta a dimostrazione della sobrietà e della voglia di piccole cose a riquadro di un’esistenza improntata al raggiungimento della felicità in cose semplici e facilmente fruibili.

Il tennis non è uno sport semplice. Occorrono anni di applicazione per acquisire i movimenti che a ragione sono spesso definiti “armoniosi“ quando sono ben eseguiti.

Oggi votiamo per eleggere il nuovo presidente ed il nuovo consiglio direttivo.

Fino ad un paio di settimane fa sembrava una normale vicenda di avvicendamento fra un presidente che ha gestito negli ultimi 15 anni ed un signore, sulla soglia dei 50 anni, tennista sin da bambino e appassionato di questo sport, con tanta voglia di continuità nel rinnovamento generazionale con un seguito nutritissimo di consensi fra tutti i praticanti questo sport.

Da qualche settimana è emersa una nuova candidatura di un signore che si è avvicinato a questo sport da pochi anni e si è palesemente appassionato nel praticarlo. Una visione ampia ed un progetto proposta molto impegnativo. In questo lasso di tempo sembra che siano arrivate al Club una moltitudine di richieste per assumere la funzione di socio.

Tutto ciò viene messo in relazione, da chi ha conoscenza dei meandri statutari, con il fatto che lo statuto del club permette agli associati, anche dell’ultimo minuto, di votare per l’elezione del Presidente.

Lo statuto federale invece consente il voto solo a coloro che sono associati da almeno un anno.

Ho cercato di darmi una risposta a questa bramosia di presidenza. Risultato?

Coloro che, parecchi anni fa, hanno contribuito a rendere concreti e fruibili i campi da tennis in un contesto tanto gradevole, vanno ringraziati. Oggi hanno tutti superato gli ottanta anni e qualcuno non c’è più.

Sono i padri fondatori di questo giocattolo che continua ad esserci dato in gestione dall’amministrazione comunale senza scopo di lucro; fruibile gratuitamente, a parte i costi di gestione.

E’ utile informare che nel decennio a cavallo fra gli anni 80 e 90 i consigli direttivi che si sono succeduti sono riusciti, con i proventi dei soci frequentatori e un contributo del Coni, a costruire la sede attuale, a coprire un campo con struttura metallica ecc.

Io penso che i legami determinati da circostanze di convivenza e di reciproca attenzione rimangono. Per sostenere presente e futuro dobbiamo avere noto e chiaro il passato, conoscerne il tracciato, le scelte che lo hanno determinato, i valori che l’hanno ispirato e sostenuto.

E’ chiaro che i margini di miglioramento ci sono sempre ma, senza una coscienza storica si rischia di fare improvvisazione, interpretazione estemporanea del momento, rischiando di procedere per istinto. Il passato è certezza, una realtà ineluttabile, un insegnamento critico, perché mette a confronto esperienze e permette di migliorarsi passo dopo passo. Il riferimento che ho fatto all’armonia mi è ancora più caro, perché essa è la culla contenitore, il legame ombelicale della voglia di stare insieme, specialmente in ambienti che non sono a scopo di lucro e sono finalizzati alla pratica più bella del mondo, la competizione sportiva regolamentata .Quella che permette alle persone di confrontarsi e misurarsi con gli altri senza ricorrere ad atti di violenza. L’armonia ha una sua propria fragilità di fondo, perché essa è il connotato delle relazioni in ogni associazione e oserei dire nell'intera società così detta civile. Anche la cultura è fragile, la morale pubblica è fragile, i comportamenti pubblici e privati sono fragili. Ovviamente anche il carattere dei singoli individui ha una importante valenza in questo processo,

ma li, ognuno si tiene il suo e cerca di correggerlo, se lo ritiene utile, avvalendosi del proprio livello culturale e della propria sensibilità. Fermo restando che, chi assume e/o accetta un incarico ha anche il dovere di condurlo al meglio possibile, assumendosi le responsabilità che gli competono. Il mio invito è che la lettura degli eventi e dei testi, anche di questo scritto, sia lenta, analitica e riflessiva in modo da evitare interpretazioni superficiali.

Naturalmente, ho un mio modo di vedere le cose. Sono convinto, per esempio, che una organizzazione, che ha un minimo di complessità, dovrebbe essere elaborata e studiata come uno stile di vita aperto alla condivisione che metta al centro le persone.

Ciao a tutti

Francesco Cristaldi

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