L’altro terremoto

mer 22 agosto 2018
Lettere al direttore di La Redazione
2min
Palazzo lesionato in via Martiri d’Ungheria a Guglionesi ©TermoliOnLine
Palazzo lesionato in via Martiri d’Ungheria a Guglionesi ©TermoliOnLine

TERMOLI. Riportiamo e pubblichiamo, una riflessione di Giuseppe Vaccaro dal titolo: "L’altro terremoto".

«In questi giorni in cui nel basso Molise la terra trema ripetutamente e rischia di mettere definitivamente in ginocchio una economia da tempo in una crisi profonda, il terremoto a Guglionesi sembra ridursi al problema di un condominio già sgombrato nell’aprile del 2017 che solo oggi si scopre potrebbe incidere sulla incolumità dei residenti entro un raggio di circa quaranta metri e la cui messa in sicurezza sarebbe un onere a carico dei proprietari.

Così, infatti, recita una farneticante ordinanza sindacale emanata e priva di qualsiasi fondamento legale e del doveroso accertamento dei fatti antecedenti lo status quo.

Da vittime a colpevoli con l’aggravante che tale provvedimento sindacale ordinanza si presta a fornire la “prova per eccellenza” a quella parte della popolazione della zona circostante l’ormai “famigerata via Martiri d’Ungheria” che individua negli ex inquilini la colpa del loro allontanamento forzato dalle proprie abitazioni.

Di solito i terremoti vengono sfruttati per lucrare soldi pubblici (vedi San Giuliano di Puglia), nel caso in questione si vorrebbe colpire ulteriormente coloro che sono stati privati dell’alloggio da tempo e lasciati soli dopo l’emanazione della precedenza ordinanza.

Ma quella verità che si è tentato di eludere sin qui, a questo punto affiorerà e forse sarà l’unico aspetto positivo di questo terremoto che sin qui ha fatto danni materiali, ma soprattutto quelli sociali e umani.

Dopo un miliardo di lire per lavori eseguiti negli anni novanta a seguito del conclamato dissesto idrogeologico della zona e finanziati sulle risultanze di una relazione della Commissione Grandi Rischi, si sono susseguiti nel tempo lavori invasivi e la costruzione di abitazioni a ridosso del condominio che hanno fortemente pregiudicato l’intervento realizzato.

Ma l’altro terremoto di cui oggi nessuno parla, ci dice di una famiglia costretta nel centro bassomolisano ad abbandonare la propria abitazione lesionata e a “ricoverare” il proprio figliolo in una roulotte acquistata e adattata al caso perché costretto a vivere attaccato a un macchinario.

Di questo caso nessuno si fa carico perché oggi ci sono tanti terremoti, ma il più devastante è quello che ignora i casi più bisognevoli di aiuto a favore dei tanti che non hanno subito alcun danno alle proprie dimore, ma solo il fastidio di stare fuori di casa per qualche giorno.

E’ lo specchio di una comunità che non sa mostrarsi solidale nemmeno in un momento simile».

Giuseppe Vaccaro

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