La figura dell'Oss in Molise

lun 23 marzo 2020
Lettere al direttore di La Redazione
3min
Oss in corsia ©Programma Sviluppo
Oss in corsia ©Programma Sviluppo

TERMOLI. Salve sono un vostro lettore, e sono un Oss. Vi scrivo nella speranza di poter dare voce a dei quesiti che mi pongo da troppo tempo sulla gestione del personale sanitario, ormai sfiduciato dall’amministrazione della dirigenza sanitaria.

Vorrei fare una premessa su alcuni aspetti del mio lavoro, necessaria per portare avanti una vera riflessione sui valori messi in gioco.

La figura dell’Operatore socio sanitario svolge un ruolo molto importante nella società di oggi. Si prende cura del malato cercando di entrare in punta di piedi in quelle che sono le sue sfere più intime; è la mano che offre un bicchiere d’acqua, che si poggia sulla spalla per rassicurarlo, per farlo sentire accolto. Ci caliamo tutti i giorni nelle realtà dei pazienti, fatte di fragilità e bisogni che richiedono il tempo e la qualità necessaria nell’impiego di quel tempo per poter comprendere ed assistere ognuno. Oggi, purtroppo, questa qualità non è garantita su tutto il territorio. Le motivazioni sono varie come: carenza di personale, mancanza di risorse, cattiva gestione della politica e, forse in conseguenza di tutto ciò, demotivazione.

Il diritto alle cure è un diritto di tutti, ma garantire la qualità del servizio assistenziale è un dovere di chi lo gestisce questo servizio, e questo è possibile solo se l’organico è composto da tutte le figure professionali di cui necessita.

Non molto tempo fa è stato approvato il riconoscimento dell’Oss come professione sanitaria nel Ddl Lorenzin ( Legge 3/2018 ), dando un’ulteriore conferma della sua importanza come risorsa nel percorso assistenziale del paziente. In Molise e nelle regioni geograficamente vicine, però, non possiamo parlare di sviluppo professionale di questa categoria, in quanto bisogna ancora affermarne l’esistenza, soprattutto in ambito ospedaliero. Il CCNL prevede un contratto e un inquadramento specifico di categoria, ma non viene rispettato!!! Il suo impiego, infatti, viene sminuito con contratti da ausiliari o, nel peggiore dei casi, vengono assunte persone non affatto qualificate per fare lo stesso lavoro. Questa mentalità di tagliare, tagliare, tagliare, non ha fatto altro che generare lavoro precario, demotivando gli operatori stessi e la qualità della loro prestazione.

È una guerra fra poveri, ed ognuno guarda a come riempire il proprio piatto ma qui si tratta di un diritto costituzionale imprescindibile: l’art.32 dice che la Salute è un diritto di tutti e va tutelata e compito del SSN è quello di garantire che sia così. Non facciamolo diventare merce di scambio!

Ho scritto queste parole perché vorrei che ci fosse maggiore informazione per quanto riguarda l’importanza della nostra figura, e più trasparenza nella gestione del personale, sia nel pubblico che nel privato, affidato perlopiù a cooperative, agenzie interinali e senza troppi giri di parole a “conoscenze”.

Oggi, ancora di più occorre mettere ordine a questa problematica, l’emergenza COVID-19 non ci offre il tempo per poter agire tramite concorsi e nel frattempo l’Asrem Molise cosa fa?! Invece di pubblicare avvisi utilizzando graduatorie di concorsi precedenti (es. Concorso unico Regione Puglia), e quindi agevolare l’iter di reclutamento del personale, decide di bandire un avviso pubblico volto ad acquisire manifestazioni di interesse per la formazione di un elenco di O.s.s. disponibili a stipulare un contratto individuale libero professionale di lavoro, quindi, o ci si apre la partita iva o non si può lavorare. Un requisito un po' ostile lo definirei, data l’urgenza attuale.

I nostri nonni andavano in guerra e ricevevano una medaglia e un indennizzo per questo, a noi si chiede di andare in corsia, nell’incertezza più totale, dove non ci verranno garantiti quasi sicuramente i D.P.I. poiché poco reperibili, continuando a lavorare ad oltranza in modo precario e per di più senza alcun incentivo, e ci chiedono di aprirci una partita iva?!?! Sappiamo tutti che comporterebbe più tasse da pagare, l’auto versamento dei contributi e una serie di svantaggi per chi compie questo lavoro a un tempo determinato di 6 mesi.

Noi ci siamo sempre, nell’emergenza e nella quotidianità. Medici ed infermieri vengono spesso ringraziati, noi oss lavoriamo al loro fianco, ma non ci importa degli elogi, i nostri pazienti ci chiamano angeli, operiamo silenziosi e quello che ci appaga è il loro sorriso.

In questo momento però non possiamo abbassare gli occhi e continuare a dirci “Purtroppo è così che va l’Italia”. Mi appello al senso di responsabilità delle istituzioni e chiedo loro delle risposte.

Grazie per l’attenzione.

Un Oss molisano

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