Lettera aperta sulla sanità

lun 10 agosto 2020
Lettere al direttore di La Redazione
3min
Ospedale San Timoteo ©TermoliOnLine
Ospedale San Timoteo ©TermoliOnLine

TERMOLI-CAMPOBASSO-ISERNIA. In merito alla situazione della sanità molisana pubblichiamo la lettera indirizzata al direttore Emanuele Bracone in cui un lettore descrive tutti i disagi che i molisani affrontano nel momento in cui si rivolgono alle strutture ospedaliere del territorio.

«Egregio Direttore, La prego divoler pubblicare questa lettera che è un grido di dolore mio e di tantissimi cittadini che hanno a cuore la salute.

“Che la sanità pubblica sia disastrata da circa un decennio, sia quasi inesistente, è lampante quanto la luce del sole. La causa? La mancanza di un progetto regionale di una sanità per il cittadino, di una sanità sul e per il territorio, la mancanza di un Programma Operativo 2019/2021.

Le colpe da ricercare nell’assoluta mancanza di sensibilità e di responsabilità da parte della classe dirigente regionale che si è fatta espropriare del potere decisionale a favore dei molisani affidando il tutto ai Commissari venuti da lontani che non conoscono i problemi reali dei cittadini che vivono su un territorio anch’esso disastrato e abbandonato.

Dicevo della sanità pubblica, ma non di meno di quello che, da un po’ di tempo affligge la sanità privata convenzionata o di parte di essa; sto parlando della “Cattolica”. Un episodio. Pochi giorni or sono, mi sono recato presso la Fondazione Gemelli Molise, già Cattolica, alle 7,15 per eseguire delle analisi programmate e prenotate già quindici giorni prima e da eseguire il giorno 3 agosto. Mi reco presso lo sportello per vidimare le prescrizioni e ritirare le etichette del caso da apporre alle varie provette. Il dispenser per fare la fila non funzionante. Le operatrici dello sportello ci informano che il sistema di rete non funziona, manca il collegamento con il Ministero della Salute. Tanti cittadini/pazienti alla stessa mia stregua. Si parlotta tra i vari utenti: “Sono mesi che va avanti questo balletto”. In giro si percepisce un certo nervosismo per la lunga coda e per il protrarsi dell’attesa. C’è chi minaccia di chiamare la polizia, chi vuol formare un comitato per palare con la dirigenza. Caos completo. Tanti pazienti venuti da fuori regione per analisi propedeutiche alle sedute di chemio e di radioterapia mostrano tanta stanchezza e minacciano operatori e qualsiasi camice bianco che si vede in giro.

Dopo circa cinque ore qualche sportello comincia a funzionare, ma a rilento, senza un ordine ed un’organizzazione da parte di chicchessia. Le gomitate si sprecano, le urla si alzano fino in cielo. Sono mesi che questo “casino” si verifica. Alle 12 il servizio torna quasi normale.

E’ una vicenda, tra le tante, che come me , ha scosso e sconcertato tantissimi cittadini. Sono basito di quanto si dice in giro (dimensionamento, defenestrazione) di esimia personalità di alto profilo professionale. Gravità inaudita. Le professionalità che hanno fatto crescere e hanno dato lustro alla Cattolica si promuovono e non si di defenestrano. Esse hanno impiegato intelligenza, professionalità, fatica e sudore per concorrere alla crescita della struttura e per tenere in alto l’onorabilità e l’eccellenza di quella sanità. Dipendenti demotivati, disincentivati, demoralizzati?

La tanta attesa Cattolica, la decantata, dopo quindici anni ed oltre di attività e di servizio, è cascata in basso. Anch’essa sta calpestando il diritto fondamentale del cittadino: il diritto alla salute.

I cittadini onesti, vessati, non ce la fanno più. Hanno diritto ad essere rispettati ed esigono un’assistenza vitale.

Non voglio pensare che la politica sia entrata a gestire amministrativamente anche la Cattolica, finora fiore all’occhiello della sanità del Centro Sud.

Voglio pensare che un giorno, a breve, questo fiore emani ancora il profumo di un tempo e tutti possano tornare a respirarlo.”

Grazie Direttore per aver accolto questo accorato appello/denuncia.

Un cittadino arrabbiato a nome di tanti arrabbiati.

Mario Antenucci»

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