«Con i "Palombo e gli altri" ho trovato lealtà»: la risposta a Tieri da Di Stefano
MONTENERO. Carissimo Pasquale Tieri, ho letto la tua lettera e francamente non mi sembra tua. Infatti, non è da te "sputtanare" un amico e poi firmarsi con "affetto e stima".
Se davvero provassi affetto per me, cioè mi volessi bene, non avresti scritto e soprattutto pubblicato quella lettera, perché un amico può dirsi tale se difende l'amico, se ne comprende le ragioni e non certo se lo contesta in pubblico.
Questo comportamento è tipico di chi "SCARICA” gli amici, di chi non riesce ad essere leale fino in fondo, di chi si serve delle persone.
Ed è proprio ciò che hanno fatto i miei ex amici, anzi ex colleghi di Giunta, che mi hanno "SCARICATO" proprio al momento del bisogno. Tu forse vieni dalla loro Scuola.
La mia, vedi, è una Scuola diversa. È la Scuola del senso dell' appartenenza, è la Scuola del rispetto della parola data, è la Scuola di chi condivide esperienze con gli amici e li mette in protezione quando sbagliano, anzi soprattutto se sbagliano.
Si dice che nel bisogno si vedono gli amici.
Sappi Pasquale che io nel mio bisogno non ho trovato certo Simona (che pure si definiva “amica” come ti definisci tu adesso), la quale non poteva certo pensare a me, visto che aveva da raggiungere il suo scopo.
E che cos'è un amico di fronte ad una candidatura a sindaco?
Nel mio momento del bisogno non ho trovato te, come ti ho poc'anzi spiegato e né ho trovato i “Travaglini boy's” impegnati com'erano a "sistemare altre pedine".
Dall'altra parte cosa ho trovato?
Per ora il rispetto; francamente non so se i rapporti ancora iniziali diventeranno stabili ed addirittura amicali. Ma posso già dirti che in termini di lealtà e condivisione “Palombo e gli altri” (che tu chiami di sinistra) sono senz' altro meglio dei tuoi attuali amici.
Cordiali saluti
(Massimo Di Stefano)