Operatori sanitari: "Non chiamateci eroi, ma ascoltate i nostri disagi"

sanità mar 22 settembre 2020

Termoli Leone: "Mi auguro che la Regione Abruzzo ci convochi immediatamente per un confronto"

Lettere al direttore di La Redazione
3min
Infermieri ©Vastoweb
Infermieri ©Vastoweb

ABRUZZO-MOLISE. "Abbiamo impostato alle sei del mattino la suoneria delle nostre sveglie. Il tempo di saltare dal letto, preparare il primo caffe, vestirsi e via in macchina per recarsi in reparto a dare il cambio ai colleghi del turno di notte.

Lavoriamo tutti i giorni, comprese le festività e le domeniche.

A casa siamo sempre in ritardo sia a pranzo che a cena per via dei nostri orari/ turni di lavoro.

Siamo spesso sfiniti e stanchi dopo i nostri turni di lavoro, per non parlare di quando smontiamo dal turno di notte, in quel caso non abbiamo neanche la forza di guidare la macchina. Quando rientriamo a casa i nostri figli si preparano per andare a scuola e ti fanno mille domande, tu con gli occhi socchiusi e la mente stanca rispondi alle loro domande.

Noi nei nostri reparti ospedalieri, nei reparti della RSA o nelle cliniche o strutture socio sanitarie ex art.26, centri di riabilitazione, CSSA, RA, etc. lavoriamo prendendoci cura dei malati degli utenti/fragili, che necessitano delle nostre cure e assistenza.

Noi siamo consapevoli del prezioso ruolo che svolgiamo all’interno delle strutture sanitarie o socio sanitarie o rsa, ex art.26, centri di riabilitazione o cliniche private e siamo consapevoli che non possiamo programmare un weekend o le vacanze o le feste di compleanno dei tuoi figli, o magari le feste di fine anno...

Allora vi prego non chiamateci EROI per aver combattuto contro un nemico invisibile il COVID, ma chiamateci EROI perché siamo gli EROI della SALUTE nel nostro Paese, in un sistema malato che si regge grazie all’impegno di tutti gli operatori della sanità. Ecco perché mi sento un EROE perché ogni giorno tra mille difficoltà ci prendiamo cura dei malati!

Vogliamo parlare di quando torniamo a casa dopo un turno di lavoro, soprattutto un turno di notte e hai la sensazione di aver lasciato tutta la tua attenzione, il tuo cuore al lavoro e solo in quel preciso istante quando tuo figlio ti abbraccia per darti un bacio, ecco in quel preciso istante hai solo voglia di stare seduto, tanta è la stanchezza che hai dentro.

Non immaginate le volte che rispondiamo ai campanelli, non immaginate le volte in cui durante la giornata lavorativa tra mille difficoltà, diamo sempre il massimo. Lo facciamo perché siamo professionisti che si prendono cura delle persone fragili, degli utenti malati, che hanno bisogno di cure e assistenza e allora stanchi e stremati ci impegniamo a risolvere tutte le situazioni che si creano.

Ecco perché io non voglio essere chiamato EROE del COVID ma EROE perché professionista in un sistema che ha bisogno di essere rivisto!

Mi permetto di rivolgermi a chi ci amministra chiedendo loro di ascoltare la nostra voce perché abbiamo bisogno di spiegare i nostri disagi, quelli dei lavoratori delle strutture private convenzionate della sanità ospedaliera e delle strutture socio sanitarie ex art.26 e delle RSA, RA e CSSA.

Abbiamo bisogno di aprire un confronto perché si prendano cura di NOI, OGNI TANTO.

Abbiamo bisogno che comprendano quali sono i nostri carichi di lavoro, i nostri ritmi di lavoro, i nostri stipendi, i nostri bisogni. Abbiamo bisogno che conoscano le buste paghe di migliaia di lavoratori della sanità, ferme dal 2004 per la sanità ospedaliera e dal 2008 per le strutture socio sanitarie, rsa, centri di riabilitazione ex art.26.

Una vera tristezza che ci fa venire voglia di piangere perché abbiamo avuto tanti mesi di gloria durante i giorni dell’emergenza COVID 19, giorni in cui per le strade delle nostre città oltre ai carabinieri, poliziotti, etc. circolavamo solo noi per raggiungere i nostri luoghi di lavoro, noi che abbiamo iniziato nei primi giorni di emergenza una battaglia contro il virus anche con pochi DPI, ma appena si è ritornati alla normalità noi infermieri, oss, fisioterapisti, tecnici di radiologia e di laboratorio, logopedisti, ostetriche, educatori, medici e tutti gli ausiliari e operatori sanitari siamo tornati nel dimenticatoio, con tutti i problemi di sempre: carenze organiche, miseri stipendi, mancato rinnovo del contratto, mancata erogazione del premio di incentivazione, corsi ECM a carico dei lavoratori, iscrizione all’ordine ed esclusività del rapporto di lavoro da rivedere, etc.

Io che invece sognavo di potere un giorno, da nonno raccontare ai miei nipoti che ero stato un EROE come gli EROI della mia infanzia “Spider Man, Thor, Iron Man, Capitan America, etc”, speravo che non venissimo dimenticati più! Invece dopo pochi mesi ecco calare il sipario sul personale sanitario ecco riprendere le aggressioni nei reparti e nei pronti soccorsi.

Mi auguro che la Regione Abruzzo ci convochi immediatamente per un confronto."

Daniele Leone Coordinatore Regionale CGIL FP Abruzzo-Molise sanità privata convenzionata

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