«No a Draghi», in piazza Monumento Rifondazione comunista e Rete della Sinistra

Fuori dal coro dom 07 febbraio 2021
Politica di La Redazione
3min
La manifestazione in piazza Monumento ©Termolionline
La manifestazione in piazza Monumento ©Termolionline
No a Draghi: manifestazione di Rifondazione comunista in piazza Monumento

TERMOLI. Da poco celebrata nel centenario la scissione dal Psi, che dette vita alla nascita del Pci, Rifondazione comunista non demorde affatto e ieri in molte piazze italiane c’è stata una mobilitazione contro il Governo Draghi, anche a Termoli, in piazza Monumento. A dare supporto al segretario regionale Pasquale Sisto e agli attivisti del Prc, anche la consigliera comunale della Rete della Sinistra, Marcella Stumpo. «Non ci uniamo al coro politico-mediatico di esaltazione di Mario Draghi. Si tratta di un film già visto con Monti nel 2011 con conseguenze nefaste per milioni di italiane/i.

Ma lo stesso film è stato già visto anche nel mese di luglio del 1976 con il Governo Andreotti III° che fu chiamato "Governo della non sfiducia" o "Governo di solidarietà nazionale" in quanto superò la votazione di fiducia in parlamento grazie all'astensione del Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer. Film replicato il 13 maggio 1978 con l’Andreotti IV° che ottenne la fiducia grazie all’appoggio esterno del Pci. Nel 1976 e nel 1978 lo stato d'emergenza fu proclamato per il terrorismo, nel novembre 2011 per lo spread e negli ultimi tempi per la pandemia di Sars-Cov 2. Il PCI di Berlinguer nelle politiche del 1976 ottenne il massimo storico di voti il 34,37% e le previsioni parlavano di sorpasso sulla DC. Dopo il governo dell’astensione del 1976 e l'appoggio esterno del 1978 chi pagò le conseguenze in termini di perditadi consensi fu solo ed esclusivamente il Partito Comunista Italiano in quanto la base non digerì l'appoggio alla Democrazia Cristiana di Giulio Andreotti. Il PCI nel giro di pochi anni passò dal 34,37% delle Politiche del 1976 al 26,57% alle elezioni del 1987 (4 votazioni nel giro di 10 anni).

All’ inesorabile declino del Pci dovuto all’appoggio al governo Andreotti ci fu una parentesi nelle elezioni europee del 17 giugno 1984 dovuto alla forte emozione scaturito per la morte di Enrico Berlinguer avvenuto l'11 giugno del 1984 durante un comizio a Padova per la campagna elettorale per le Europee che si sarebbero tenute qualche giorno dopo. La storia si ripete dopo il Governo Monti con l'avvento sulla scena politica in modo dirompente del movimento 5S a discapito dei partiti di sinistra. Evitiamo che la storia si ripeta dopo il Governo di Mario Draghi. Aggiungiamo Anche che non dovremmo nemmeno meravigliarci se questa volta Fratelli D'Italia di Giorgia Meloni arrivasse alle stelle in termini di consensi elettorali. Quali sarebbero le imprese di cui dovremmo ringraziare questo Superman? La troika? La svendita del patrimonio e dell'industria pubblica sul panfilo Britannia? Le privatizzazioni? Lo strangolamento della Grecia di Tsipras quando chiuse i rubinetti alle banche greche per costringere un governo di sinistra ad accettare un memorandum bocciato da un intero popolo?

Le letterine con cui ha raccomandato all'Italia di tagliare la sanità e la scuola, di precarizzare il lavoro e abolire l'articolo 18, di fare la legge Fornero? Lo ricordiamo come il banchiere centrale che, dopo aver lavorato per Goldman Sachs come Monti, ha sostenuto l'austerity neoliberista dicendo che l'Europa non può permettersi il suo stato sociale. Ridicolo che Draghi venga presentato come benefattore dell'umanità. Draghi è uno dei più intelligenti e preparati funzionari del capitalismo finanziario globale.

Che gli si consegni le chiavi della Repubblica è la dimostrazione ancora una volta che i partiti di centrosinistra e centrodestra sono allineati al “pilota automatico” della governance europea più che alla difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione. Per affrontare la crisi sanitaria, economica e sociale è necessaria una svolta nelle politiche economiche: blocco dei licenziamenti e degli sfratti per tutto il 2021; un reddito di base per tutte/i - salario minimo orario di 10€ per legge; tassazione delle grandi ricchezze; un grande piano per il lavoro partendo da 500.000 assunzioni nel pubblico e dalla riduzione dell'orario di lavoro; rafforzamento del pubblico cominciando con investimenti per strutture, strumentazioni e personale nella sanità e nella scuola; intervento pubblico per la riconversione ambientale dell'economia. Costruiamo l'opposizione sociale e politica».

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